Farmacia territoriale di Vibo, passa la mozione di Lo Schiavo ma Comito (Fi) se la prende con il Comune: «Perché non fa come Serra?»
Il consigliere regionale di minoranza (gruppo Misto) è riuscito a far votare il Consiglio sul testo che impegna Occhiuto a occuparsi della riorganizzazione. L’esponente di Forza Italia lancia la palla nel campo del sindaco Romeo: «Sia il Municipio a consegnare i medicinali a domicilio»
Alla fine ce l’ha fatta il vibonese Antonio Lo Schiavo, consigliere regionale di opposizione, a portare all’attenzione del Consiglio la sua mozione sulla farmacia territoriale di Vibo, che rappresenta forse l’esempio più emblematico dello stato della sanità vibonese, quantomeno per l’altissimo numero di utenti che sono in balia delle sue inefficienze.
Daje e daje, è riuscito a costringere l’Assemblea a votare un testo nel quale si chiede al presidente Roberto Occhiuto, in qualità di commissario ad acta della Sanità calabrese, di prendere piena coscienza della situazione e procedere a una riorganizzazione del servizio, riqualificando i locali di via Protettì a Vibo, incrementando il personale e aprendo sedi distaccate in altre aree della provincia, visto che quella Vibonese è l’unica della Calabria con un solo sportello che eroga farmaci salvavita per patologie croniche. A Crotone, tanto per fare un esempio, che ha appena 20mila abitanti in più della provincia di Vibo, ce ne sono tre.
Tutte cose che Occhiuto ovviamente sa già, come è a conoscenza della scandalosa situazione in cui versa il presidio vibonese, dove centinaia di persone sono costrette quotidianamente a restare in fila per ore, col sole e con la pioggia (solo da qualche giorno è stata allestita una tettoia), senza avere la garanzia di ricevere il farmaco a cui hanno diritto una volta raggiunto faticosamente lo sportello.
Una mozione in Consiglio regionale non risolverà certo il problema, ma la sortita di Lo Schiavo ha principalmente un valore politico, essendo riuscito a far risuonare in aula la lunga sequela di inefficienze. «È arrivato il tempo di affrontare il fallimento della farmacia territoriale», ha esordito il consigliere di minoranza, cominciando a snocciolare un rosario di disservizi. «È inaccettabile – ha rimarcato – che oggi in questa farmacia ci sia una pianta organica con solo due farmacisti e tre amministrativi che devono fronteggiare le esigenze enormi dell’intero territorio».
Alle sue parole ha replicato l’altro consigliere regionale vibonese, Michele Comito (Fi), secondo il quale l’impietosa disamina del collega non ha tenuto conto dei passi avanti fatti negli ultimi mesi: «Lo Schiavo ignora che è stata nominata una nuova dirigente dopo un pubblico concorso e che c’è stata una svolta importante non solo dal punto di vista strutturale, grazie alla tettoia realizzata all’ingresso della Farmacia territoriale, ma anche da un punto di vista organizzativo, con la creazione di un front office con due postazioni diverse e una sala d’attesa abbastanza confortevole. E quindi, oggi, nonostante tutti i limiti strutturali a causa di locali molto piccoli rispetto al reale fabbisogno dell’utenza, le cose vanno meglio. Anche noi aneliamo una sanità migliore nel Vibonese, ma va dato atto delle cose fatte».
Poi, Comito, accentuando l’orientamento politico del suo intervento, ha cercato di chiamare in causa il Comune di Vibo (guidato dal centrosinistra), contrapponendolo a quello di Serra San Bruno (amministrazione civica, ma vicina al centrodestra): «Serra ha organizzato un servizio di consegna dei farmaci a domicilio grazie a un’intesa con l’Asp e le associazioni di volontariato. Perché il sindaco di Vibo non fa la stessa cosa? Vorrei che si attivasse per favorire la consegna dei farmaci a domicilio proprio dei pazienti più fragili, sarebbe un atto di civiltà».
Alla fine la mozione di Lo Schiavo è passata all’unanimità, nella remota speranza che serva davvero a qualcosa.