L’INTERVENTO | Piano di Protezione civile, «Il sindaco Costa è inadempiente» (VIDEO)
Il leader della Cisal Franco Cavallaro richiama il primo cittadino alle sue responsabilità e gli ricorda di aver «ignorato una delibera del consiglio comunale propedeutica all’aggiornamento dello strumento»
Palazzo”Luigi Razza” non attraversa un buon momento politico amministrativo. Lo scontro per accaparrarsi un posto di assessore in un possibile rimpasto della giunta è diventato il motivo dominante dello scenario comunale.
Le due ultime sortite: le nomine ad assessore di Raffaele Manduca e Silvia Riga, avvenute, secondo quanto conferma il Gruppo di “Vibo Unica” che fa capo allo stesso presidente del Consiglio Comunale, senza alcun confronto, potrebbero mettere alle corde Elio Costa e dietro l’angolo non può che esserci la minaccia di commissariamenti e nuove elezioni.
Non era certo questo che volevano i cittadini. Il sindaco sembra aver messo da parte ogni immediato interesse per superare i danni di immagine che ha incassato Vibo Valentia sull’esito della indagine de Il Sole 24 Ore e pensa a come consolidare il suo sempre più discutibile modus vivendi sulle scelte nel Palazzo. Queste ultime, spesso estemporanee e frutto di una inesistente cultura della politica, lo stanno sfiancando. Non regge l’urto di chi a più riprese gli fa intendere che il Comune si amministra in èquipe e che partiti, uomini e ruoli hanno una funzione che va essenzialmente rispettata solo su un progetto di condivisione e non assolutistico.
Da poca retta a chi lo invita a tener conto che mantenere in forma il Personale, garantendogli i propri diritti che sono attardati da almeno un quinquennio, rappresenta, forse, la migliore idea per aiutare la struttura e le casse comunali a riprendersi dalla sbornia di questi ultimi anni e a ritrovarsi in una nuova primavera amministrativa.
Cavallaro: «Inadeguato il sistema di Protezione civile a Vibo, la politica si svegli»
Dimostra di non saper interpretare a pelle i bisogni dei cittadini che in questo momento, tra l’altro, attoniti per quanto accaduto in Abruzzo, si domandano quante chanches questa città può avere se dovesse trovarsi, all’improvviso, al cospetto di una emergenza sismica o di dissesto idrogeologico. Pecca anche e dimostra la sua inesperienza sul modo di comunicare con la piazza.
E questo vuol dire che i cittadini difficilmente avranno il piacere di dialogare in tv con il loro sindaco. I limiti della sua inesperienza stanno venendo fuori gradatamente. In questi giorni LaCtv gli ha offerto di spiegare il motivo per cui ancora il Comune non si è dotato del più che urgente Piano Comunale di Protezione Civile. Occasione che si è fatta sfuggire banalmente perché ai cittadini sarebbe stato molto gradito conoscere dalla viva voce del sindaco perché ancora oggi Vibo Valentia non è dotata di un Piano Comunale di Protezione Civile inserito nella piattaforma del sistema centralizzato della Regione Calabria.
Ci si aspettativa che dicesse ai cittadini come fare in caso di emergenza: a chi rivolgersi e come intervenire in caso di pericolo di vita. Invece niente! Ma per capire quanto sia inadempiente nell’esercizio delle sue funzioni politico amministrative, oggetto di continue bacchettate indirizzategli da ogni osservatorio non solo politico, basta interpretare la sua posizione rispetto ad un atto consiliare, come dicevamo, che gli aveva offerto la opportunità di dimostrare quanto ci tiene a rendere realizzabile il suo sogno sulla “..Vibo che vorrei!”
Quando si è pensato di invitare il sindaco Elio Costa ed il Presidente del Consiglio Comunale Stefano Luciano a promuovere, sulla scorta degli ultimi eventi catastrofici del centro Italia, una immediata convocazione della massima assise assembleare di Palazzo “Luigi Razza”, non lo abbiamo suggerito per puro caso. Ci è sembrato un nostro preciso compito, di liberi ed attenti cittadini, che non perdono mai di vista il modo per aiutare il territorio non soltanto con la presa d’atto dei numerosi problemi che lo assillano quanto di rendersi momento di partecipazione nell’ambito della ricerca delle soluzioni da offrire, soprattutto sulle più gravi criticità esistenti.
Come ad esempio, e non possiamo non collocarla al primo posto, quella legata al grave rischio sismico e del sistema idrogeologico che ormai da tempo incombono sulla vita delle popolazioni di Vibo Valentia. E le notizie che ci riguardano da vicino non sono davvero allegre. Vibo Valentia, infatti, al pari di altre zone della regione è in piena “Zona Sismica 1” e vuol dire che è predisposta a scosse sismiche di forte intensità. Con Vibo Valentia tantissimi altri comuni della provincia sono privi di un indispensabile documento per la prevenzione dei rischi e della gestione degli interventi di emergenza, peraltro previsto dalla legge n. 100/2012 che ne richiede l’approvazione dopo 90 giorni dall’entrata in vigore della norma.
Una preoccupazione seria, concreta, che spesso non fa dormire e che fino ad oggi, a giudicare dal rispetto degli impegni assunti, sembra sia stata presa sotto gamba. Per capire di cosa si tratta e se è il caso di svegliare la coscienza di chi non sembra convinto della gravità del problema ricorriamo ad un atto approvato e sottoscritto dal consiglio comunale del 3 ottobre 2016 che forse il sindaco dimentica.
In quella circostanza il consigliere comunale Antonio Lo Schiavo con la presentazione di un ordine del giorno sulla verifica e l’aggiornamento del Piano di protezione civile comunale sollevò il problema in tutta la sua più naturale importanza e pericolosità, spianando la strada ad una discussione notevole, disciplinata con il consueto garbo ed intelligenza politica dal Presidente Stefano Luciano, che si concluse con l’approvazione di una delibera, la n. 89, con la quale il consiglio comunale, visto l’ordine del giorno urgente““Verifica e aggiornamento del Piano di protezione civile Comunale, presentato dal consigliere Antonio Lo Schiavo”, visto il D.Lgs. n. 267 del 18.8.2000 (Testo Unico degli EE.LL.); delibera di approvare l’ordine del giorno, per come emendato, presentato dal consigliere Lo Schiavo Antonio e come atto di indirizzo “di dare mandato all’Ufficio Tecnico Comunale, con l’ausilio dei Responsabili del Servizio di Protezione Civile e di ogni altro Ufficio eventualmente competente, di predisporre, entro e non oltre 90 giorni dalla data odierna, l’aggiornamento del piano di protezione civile comunale, da sottoporre all’approvazione del Consiglio Comunale, predisponendo e raccogliendo, a tal fine, tutti i dati cartografici, logistici, statistici, anagrafici e della rilevazione sul territorio di tutte le risorse in caso di emergenza e di tutti i potenziali stati di pericolo”; di dare mandato al Sindaco di divulgare immediatamente tra la popolazione sui pericoli da calamità e quanto previsto dal piano per garantire la corretta gestione dell’emergenza”.
Incuranza? Menefreghismo? Indifferenza? Incapacità? I cittadini vibonesi, ancora oggi con l’amaro in bocca ed una profonda tristezza per quanto accaduto in Abruzzo e dintorni, e legittimamente preoccupati, con tutto il diritto di porsi, altresì, qualche motivato dubbio, sperano che il consiglio comunale di Vibo Valentia metta in testa ai propri lavori e con estrema urgenza un dibattito, aperto anche al contributo dei cittadini,
Questo ammesso che il sindaco si convinca che Palazzo “Luigi Razza” è la casa del popolo e non soltanto dell’Amministrazione civica. Non dimentichi quante volte ha espresso l’invito, spesso lanciato dai palcoscenici della campagna elettorale, chiedendo ai cittadini di collaborare con l’amministrazione della res pubblica.
*Segretario generale Cisal