sabato,Gennaio 18 2025

L’acqua di Vibo non è potabile ma il Consiglio comunale non lo “certifica”. E l’Asp snobba la seduta aperta ai cittadini – VIDEO

Si è tenuta l’attesa Assemblea straordinaria sulla crisi idrica ma tutti i problemi restano sul tavolo anche per l’assenza degli interlocutori istituzionali più importanti come Azienda sanitaria provinciale, Sorical e Arrical. Hanno dato forfait anche i consiglieri regionali di centrodestra

L’acqua di Vibo non è potabile ma il Consiglio comunale non lo “certifica”. E l’Asp snobba la seduta aperta ai cittadini – VIDEO
Il Consiglio comunale sulla crisi idrica aperto ai cittadini

«Ci facciamo il bidet con l’acqua minerale, a questo siamo costretti». Un cittadino di Vibo Marina stringe tra le mani un filtro idrico ormai pregno di fango e ruggine. Lo mostra agli altri che come lui hanno deciso di partecipare questa mattina al Consiglio comunale aperto sulla crisi idrica. Una parola, “crisi”, che, con riguardo all’acqua erogata nelle case di Vibo, contiene ogni significato negativo possibile: interruzioni nella fornitura che possono durare anche settimane, melma maleodorante che sgorga dai rubinetti, potabilità sancita solo sulla carta. Il cittadino con in mano il filtro sporco si chiama Salvatore. Si è iscritto a parlare e lo farà di lì a poco, ostentando davanti a sindaco e consiglieri comunali il suo feticcio come emblema di una situazione che si continua a definire insostenibile, salvo poi, nei fatti, doverla sopportare ancora, e ancora, e ancora.


L’esasperazione dei cittadini di Vibo Valentia rischia di degradare nella rassegnazione di chi ormai non ha più memoria di un servizio idrico efficiente, capace di portare nelle case acqua pulita senza soluzione di continuità. Basterebbe questo, perché sulla reale potabilità sembrano averci messo tutti una pietra sopra.

Fu lo stesso sindaco Enzo Romeo ad ammettere con schiettezza, a novembre, durante un altro Consiglio comunale, che non lo è: «Diciamolo – affermò, annunciando l’Assemblea aperta alla partecipazione dei cittadini che si è tenuta oggi – l’acqua a Vibo non è potabile, nonostante le analisi spesso dicano il contrario. Quello che esce dai rubinetti è sotto gli occhi di tutti».

Luciano Gagliardi

Eppure, di “certificarlo” con una votazione Romeo non ci pensa proprio. Era questo che chiedeva il Comitato civico coordinato da Luciano Gagliardi, che ha lottato a lungo per ottenere che il Consiglio si riunisse sull’argomento in seduta straordinaria e aperta. Ma il sindaco l’ha messo in chiaro subito nella sua relazione introduttiva: il Comune non può dichiarare la non potabilità, può solo prendere atto delle analisi dell’Asp e dell’Arpacal, a cui spetta il compito di vigilare sulla salubrità di ciò che scorga dai rubinetti. D’altronde, una provocazione politica di questo tipo aprirebbe la strada a centinaia, forse migliaia di contenziosi con i cittadini che, loro malgrado, le bollette le hanno pagate e continuano a farlo.

Quella di oggi, dunque, al netto della retorica di circostanza, è stata principalmente l’occasione per la politica per mostrarsi solidale con la città, condividendo i suoi affanni quotidiani e sottolineando che, alla fine, siamo tutti sulla stessa barca, in balia di una rete idrica regionale fatiscente e problematiche che si trascinano da tempo immemore, come i mille interrogativi che aleggiano da sempre sull’invaso dell’Alaco che rifornisce anche Vibo oltre a territori del Catanzarese e del Reggino. Un lago che «non è stato mai bonificato», ha detto Gagliardi rammaricandosi dell’intervenuta prescrizione che nel 2020 ha decapitato la prima inchiesta sull’invaso partita nel 2010.

Insomma, un Consiglio comunale per leccarsi le ferite. E non poteva essere altrimenti. Nonostante ciò, resta clamorosa l’assenza dei rappresentanti di Sorical a Arpacal, ma ancora di più quella dell’Asp di Vibo, che ha ritenuto di non dover mandare nessuno. Nessuno dei tre commissari che guidano l’Azienda sanitaria ha preso posto sugli scranni di Palazzo Luigi Razza, nessun dirigente, nemmeno un usciere. Una distanza dolorosa, quasi un affronto per una città che, tra le altre cose, deve fare i conti con un incalzante peggioramento della sanità provinciale. Ma anche la politica locale non ci ha fatto una bellissima figura: assenti i consiglieri regionali di centrodestra del Vibonese, Michele Comito e Francesco De Nisi, mentre c’erano i consiglieri di centrosinistra, Raffaele Mammoliti e Antonio Lo Schiavo. La rappresentazione plastica di una politica che si divide anche su ciò che dovrebbe unire senza riserve: il diritto all’acqua pubblica.
Come se non bastasse il futuro è avvolto nella nebbia che si porta dietro il passaggio di consegne all’Arrical, l’agenzia regionale che gestirà anche le reti idriche comunali. Anche di questo si è parlato oggi. Un sollievo per le Amministrazioni locali, ma un’incognita per i cittadini che perderanno il principale interlocutore di prossimità, il sindaco.

Articoli correlati

top