Il Consiglio regionale “costretto” da Lo Schiavo (Misto) a votare sulla farmacia territoriale di Vibo: «Vediamo chi fa sul serio»
L'esponente della minoranza è riuscito a far inserire una mozione specifica nell’ordine del giorno della seduta del 10 gennaio. Si chiede una radicale riorganizzazione del servizio, prenotazioni efficienti e più sedi provinciali. Ora i pazienti sono costretti a file interminabili all’addiaccio senza alcuna garanzia di ottenere poi i medicinali
Daje e daje hai visto mai che qualcosa si muova? L’incredibile situazione di degrado e inefficienza in cui versa la farmacia territoriale di Vibo non è una novità, anche se negli ultimi tempi si è capito che al peggio non c’è mai fine.
«Sono due anni che segnalo continuamente i disservizi che riguardano la farmacia territoriale e non posso accettare che, nonostante le legittime proteste degli utenti, la questione non venga affrontata dalla politica. L’immobilismo che si registra su questo problema da parte del commissario alla sanità e dell’Asp è inammissibile. È arrivato il momento di vedere chi vuole davvero cambiare le cose». Antonio Lo Schiavo, consigliere regionale vibonese e presidente del Gruppo misto, l’ha presa di punta. Non è l’unico. Anche un altro consigliere regionale del Vibonese, Raffaele Mammoliti (Pd), è intervenuto sulla questione negli ultimi tempi, sposando una battaglia che dovrebbe aver travalicato da un pezzo i recinti politici per essere annoverata come semplice questione di civiltà e buon senso.
Dunque, Lo Schiavo, dopo alcune interrogazioni che non hanno smosso le acque, ha deciso di alzare l’asticella e portare la questione in Consiglio regionale con tutti i crismi di un punto all’ordine del giorno. Per questo ha presentato una mozione che è stata già calendarizzata per la prima seduta che si terrà al rientro dalle festività natalizie, il 10 gennaio 2025.
Nel testo che sarà sottoposto al voto dell’Assemblea, si ricorda innanzitutto che la «farmacia territoriale dell’Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia rappresenta un presidio di fondamentale», che distribuisce farmaci per patologie croniche (come il diabete e l’ipertensione), per terapie post ospedaliere, malattie rare e trattamenti che altrimenti richiederebbero un continuo accesso agli ospedali.
Nella sua mozione, Lo Schiavo ricorda in premessa le maggiori criticità del servizio, a cominciare dal fatto che nel Vibonese l’unico punto di erogazione di questi farmaci è quello nella città capoluogo, in via Protettì, «in locali peraltro insalubri e poco idonei ad accogliere centinaia di pazienti provenienti da tutta la provincia».
«L’organizzazione del servizio di distribuzione diretta dei farmaci – continua il consigliere di minoranza – è gravemente inadeguata», situazione riscontrata anche in episodi di «disordini e ripetuti interventi delle forze dell’ordine»: «Il punto di erogazione diretta rimane aperto per soli quattro giorni alla settimana, con turni di quattro ore al giorno, e, per tale ragione, si formano code enormi di utenti costretti a sostare all’esterno degli angusti locali, esposti alle intemperie nel periodo invernale e al sole e al caldo in quello estivo». Ad aggravare il contesto generale c’è l’impossibilità di utilizzare il «servizio di prenotazione telefonica, poiché non è presente il personale necessario per rispondere agli utenti».
Infine, la proposta vera e propria sulla quale si dovrà votare: «Il Consiglio impegna il presidente della Giunta regionale nella sua qualità di Commissario straordinario per il piano di rientro dal debito sanitario a procedere alla riqualificazione dei locali che ospitano la Farmacia territoriale dell’Asp di Vibo Valentia o al suo trasferimento in altra sede più idonea, alla riorganizzazione del servizio di erogazione diretta dei farmaci da parte della farmacia territoriale anche attraverso una immediata e più efficace dislocazione di almeno due ulteriori punti di erogazione sul territorio provinciale, lungo la fascia costiera (presso il Presidio Ospedaliero di Tropea o presso i locali dell’ex Ospedale di Nicotera) e lungo la fascia montana (presso il presidio di Serra San Bruno o presso l’ex ospedale di Soriano Calabro) in maniera tale da alleggerire il carico insostenibile attualmente gravante sull’unico punto di erogazione di Vibo Valentia, garantire il servizio in punti di maggiore prossimità più facilmente raggiungibili dai pazienti, assicurare locali più accoglienti e idonei, così alleviando le sofferenze degli utenti ed il carico di lavoro degli operatori».
Ora vedremo cosa farà il Consiglio regionale e se, ancora una volta, gli utilitarismi politici impediranno di guardare la luna per concentrarsi solo sul dito di chi la indica.