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Vibo, il sindaco Romeo in Consiglio: «Dobbiamo pagare i danni a Cadi e ora rischiamo il dissesto. Stiamo cercando un accordo»

Il primo cittadino ha aperto la lunga seduta lanciando un nuovo allarme sui conti dell’Ente condannato a versare circa 3,5 milioni di euro: «Basta resistere inutilmente in giudizio». Nelle sue comunicazioni all’assemblea anche porto, emergenza idrica e alberi pericolanti

Vibo, il sindaco Romeo in Consiglio: «Dobbiamo pagare i danni a Cadi e ora rischiamo il dissesto. Stiamo cercando un accordo»
Il sindaco Romeo

Sarà una lunga giornata in Consiglio comunale, dove questa mattina ha preso il via la seduta che dovrà trattare ben 11 punti all’ordine del giorno, tra cui l’esame del Documento unico di programmazione, che rappresenta il principale strumento per la guida strategica e operativa dell’Ente.

In apertura dei lavori il sindaco Enzo Romeo ha fatto le rituali comunicazioni all’Assemblea, anche se ha lasciato per ultimo l’argomento più spinoso, ovvero la definitiva soccombenza del Comune in una causa che durava da oltre vent’anni e che ora ha presentato il conto finale: quasi 3,5 milioni di euro. Una mazzata che potrebbe mandare all’aria i conti già ingabbiati nel “patto salva città”.

Baker Hughes

All’inizio del suo intervento, dunque, ha riservato la parte più “zuccherina”, rivendicando i presunti meriti dell’amministrazione nella decisione di Baker Hughes di consolidare e incrementare il proprio l’investimento a favore dell’insediamento industriale del Nuovo Pignone, a Porto Salvo. «Mi sembra che le mie parole abbiano sortito degli ottimi effetti, portando Baker Hughes a incrementare da 13 a 26 milioni di euro l’investimento a Porto Salvo. Una decisione che deve rendere orgoglioso tutto l’intero Consiglio comunale», ha detto Romeo.

Tra i risultati della sua azione, Romeo ha annoverato anche l’impegno assunto dall’Autorità di sistema portuale Mari Tirreno Meridionale e Ionio, richiamando il suo recente incontro con il presidente Andrea Agostinelli: «Dopo anni di silenzio da parte dell’Autorità portuale siamo riusciti a fare in modo che nei prossimi tre anni vengano investiti sul nostro porto 40 milioni di euro. Con l’ammiraglio Agostinelli sono riuscito a creare un ottimo rapporto anche perché ci conosciamo da tempo. Venti milioni saranno impiegati per il rafforzamento e l’ammodernamento della banchina Bengasi e altri 10 milioni per l’allungamento della banchina Bucarelli». Il sindaco, però, ha rivelato le perplessità iniziali di Agostinelli, che, in sintesi, gli avrebbe chiesto quale sarebbe stata la destinazione dello scalo marittimo: commerciale o turistica? Baricentro che secondo Romeo non può che essere posizionato sulle ambizioni turistiche, visto che «a pochi chilometri da noi c’è Gioia Tauro, una realtà con la quale non possiamo certo competere».

«Il porto di Vibo Marina – ha continuato – deve continuare a essere quello che in qualche modo è stato fino a questo momento ma deve migliorare i suoi servizi. La mia idea è che diventi uno scalo intermedio tra Napoli e Palermo lungo le autostrade del mare, obiettivo che va perseguito realizzando innanzitutto una Stazione marittima, per la quale abbiamo inserito in bilancio una spesa preventivata di 8 milioni di euro». Obiettivo che non è certo dietro l’angolo, come ha ammesso lo stesso Romeo, che ha ipotizzato l’allestimento di una stazione marittima temporanea in attesa che venga realizzata, chissà quando, quella definitiva.

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Alberi secolari

Nelle comunicazioni al Consiglio, il primo cittadino ha affrontato anche la problematica legata alla stabilità degli alberi secolari, soprattutto pini, lungo le principali strade di vibonesi. Un’emergenza che è divenuta ancora più evidente dopo il crollo, due giorni fa, di un grosso albero lungo Viale Affaccio e l’abbattimento di un cedro del Libano in piazza Municipio. «Purtroppo i lavori di riqualificazione urbana stanno compromettendo la tenuta degli alberi, molti dei quali erano già in sofferenza a causa di un apparto radicale costretto da troppo tempo dal cemento e dall’asfalto. Stiamo monitorando la situazione e stiamo valutando con l’agronomo comunale la salute di ogni albero», ha spiegato il sindaco, lasciando intendere che altri abbattimenti si potrebbero rendere necessari.

Acqua non potabile

Sull’emergenza idrica, Romeo non ha potuto fare altro che rimarcare le ragioni dei cittadini, esasperati non solo dalle interruzioni del servizio ma anche dalla scarsissima qualità di ciò che esce dai rubinetti: «Ammettiamolo – ha detto Romeo –l’acqua a Vibo non è potabile, nonostante le analisi spesso dicano il contrario. Quello che esce dai rubinetti è sotto gli occhi di tutti. Per questo abbiamo accettato di organizzare sulla questione un consiglio aperto alla partecipazione dei cittadini. È una situazione destinata ad evolversi anche da un punto gestionale, visto che in primavera ci sarà il passaggio della gestione della rete idrica comunale ad Arrical (la nuova agenzia regionale per le risorse idriche, ndr). L’auspicio è che la nuova società pubblica sia in grado di affrontare un problema che è sempre stato enorme per tutte le Amministrazioni che si sono succedute a Vibo. Mi auguro che siano all’altezza».

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Il contenzioso con la Cadi srl

Infine, Romeo ha accennato all’annoso contenzioso con la Cadi Srl dell’imprenditore Francesco Cascasi. Una lunghissima lite giudiziaria arrivata al capolinea e che vede soccombere definitivamente il Comune, ora chiamato a pagare circa tre milioni e mezzo di euro per un progetto imprenditoriale che doveva partire ben 24 anni fa. All’indice, secondo Romeo, va messa anche l’abitudine quasi automatica di opporsi vanamente in giudizio: «Resistere, resistere, resistere. Una ricerca spasmodica dell’escamotage giuridico, un approccio che stiamo cercando, insieme all’assessore agli Affari generali, di cambiare. Resistere in tribunale non è sempre la scelta giusta, perché spesso finisce per incrementare il danno economico. La vicenda Cadi è un problema che mi crea grandi preoccupazioni, perché se non dovessimo riuscire a trovare un accordo transattivo la conseguenza sarebbe il dissesto. Anche per questo non voglio entrare nei particolari, perché la trattativa è delicatissima e ogni parola di troppo potrebbe comprometterla».

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