Mileto, Sinistra italiana bacchetta tutti: «Il tifo pro o contro lo scioglimento rivela la mancanza di un codice etico»
All’attenzione della guida provinciale Petrolo le reiterate esternazioni social tra le parti. Sul Comune pende il giudizio della commissione di accesso
«Esprimiamo il nostro disappunto per le reiterate esternazioni affidate ai social e alla stampa, tra gli esponenti di maggioranza e di opposizione, sul destino dell’attuale Amministrazione comunale, su cui pende il giudizio della commissione di accesso agli atti. Noi riteniamo che l’attuale polemica non giovi a nessuno e stia creando un danno di immagine a un’intera comunità, che esprime valori sociali e culturali, che non sempre è adeguatamente valorizzata e che non ha bisogno di polemiche, ma al contrario di atti amministrativi funzionali». Queste le parole con cui Sinistra italiana interviene sull’attuale fase politica di Mileto. Nel dicembre scorso in Comune si è insediata la commissione inviata dalla Prefettura di Vibo Valentia per individuare eventuali infiltrazioni mafiose. Nel frattempo, a giugno, si sono svolte le elezioni che hanno confermato sindaco Salvatore Fortunato Giordano. «Ci sono periodi storici della politica – prosegue il coordinatore provinciale del partito Fortunato Petrolo – che ci spingono a produrre atti e conclusioni affrettate, dovuti soprattutto alla mancanza di quella socialità collettiva che negli anni ’80 e’90 era espressione dei partiti e dei suoi dirigenti, i quali sottoponevano le questioni politiche al dibattito interno e non alla valutazione dei singoli. Oggi gli schieramenti in campo non sono espressione delle forze politiche, i partiti hanno perso quel ruolo di controllo e verifica, funzione di responsabilità che era consona nei gruppi dirigenti di allora. L’azione politica in quel periodo si svolgeva con grande passione, con dibattiti accesi nel consiglio comunale e nei comizi in piazza, tuttavia non si scadeva mai nell’offesa o nella denigrazione dell’avversario».
Petrolo prosegue esprimendo la convinzione che oggi il tutto avviene per la mancanza di quel codice etico che si era tenuti a rispettare, «insito nei valori dell’idealità, fuori e dentro le sezioni di partito, in attuazione del principio della mutualità e a riconoscimento dei ruoli e delle funzioni. In concreto – spiega – le sezioni erano un laboratorio politico in continua crescita, dove le varie esperienze socio-culturali si mescolavano in un contenitore unico, rendendo la vita associativa una scuola di pensiero e di alta formazione. Questo era il nostro modo di essere, per il rispetto delle regole che pochi violavano, pena la esclusione della vita associativa». Il paragone tra il prima e il dopo prosegue con il ritorno al 1990, a quando a Mileto «si è dato per la prima volta il via a un’amministrazione di sinistra, con sindaco Rocco Condoleo, di cui anch’io facevo parte come assessore. Di questa – ricorda – facevano parte anche due giovani che oggi occupano un ruolo importante nella politica cittadina, l’attuale sindaco Giordano e il leader d’opposizione Michele Rombolà. Negli ultimi 20 anni si è praticato un percorso inverso, andando alla ricerca del superamento del ruolo dei partiti e privilegiando la formazione di liste civiche che hanno causato un vuoto della democrazia partecipata. I partiti, pur nella loro difficoltà aggregative, rimangono sempre i garanti della Costituzione. Quindi – aggiunge – il venir meno della loro funzione ha creato un peggioramento della vita economica e socio-ambientale della città. Nel 2018 la Sinistra ha proposto una Costituente, dove i partiti assumevano il ruolo guida, con una lista unitaria e un sindaco espressione della politica. Il nostro appello però è caduto nel vuoto».
L’intervento di Petrolo prosegue ribadendo di trovare fuori luogo le polemiche tra le parti, visto «che il momento attuale richiederebbe una maggiore responsabilità e più coesione. La polemica fine a stessa – conclude – non è un servizio alla collettività, così come il “tifare” pro o contro lo scioglimento dell’attuale consiglio non è un argomento da trattare come se ci fossero delle tifoserie contrapposte, bensì da valutare sulla base degli atti amministrativi verificati. Anche perché noi ritienamo che l’eventuale fine della consiliatura possa produrre solo danno all’intera comunità di Mileto, con ulteriori tasse e riduzione dei servizi, soprattutto in considerazione dei tagli agli enti locali previsti in finanziaria dal governo Meloni».