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Super consulente al Comune di Vibo, la vicenda piomba in Consiglio: «È uno scandalo». La maggioranza vacilla: «Bando da riconsiderare»

L’avviso pubblico per la ricerca di un esperto da 26mila euro per due mesi di lavoro scuote l’Assemblea. Console: «Va annullato». Colelli: «Valuteremo». Muzzopappa a Romeo: «Occhio, che vi giocate la credibilità»

Super consulente al Comune di Vibo, la vicenda piomba in Consiglio: «È uno scandalo». La maggioranza vacilla: «Bando da riconsiderare»
Il Consiglio comunale di Vibo con i banchi della minoranza vuoti: l'opposizione preparava il suo attacco prima di entrare in aula

La giunta Romeo e la sua maggioranza non hanno alzato bandiera bianca ma poco ci mancava. Nel corso della seduta del Consiglio comunale di Vibo di ieri pomeriggio l’imbarazzo era palpabile. Evidente negli interventi dei consiglieri che sostengono il sindaco, che ha seguito il dibattito con un’espressione più mesta del solito. La vicenda sollevata da Il Vibonese, quella del bando lampo (solo 7 giorni) per reclutare un esperto in comunicazione da 26mila euro per poco più di due mesi di lavoro, è piombata come un sasso da due chili nello stagno gracidante del dibattito politico cittadino che, dalle elezioni ad oggi, era sempre stato all’insegna di un irreale “volemose bene”.

Ieri, invece, si è consumata una frattura che ha visto maggioranza e opposizione prendere le distanze fisiologiche l’una dall’altra. E in un quadro politico caratterizzato da confini molto labili, dove non sempre è chiaro chi milita a destra e chi a sinistra, non è poco.

I fatti. Il 19 settembre scorso viene pubblicato dal Comune, un po’ in sordina, un avviso pubblico per il reclutamento di un «professionista autonomo senza alcun vincolo di subordinazione», incaricato di «espletare funzioni e attività strettamente necessarie a realizzare progetti finanziati dal Pnrr e dalle Politiche di Coesione». Al bravo (e fortunato) professionista verrà affidato l’incarico, spiega il Comune nel bando, di svolgere «tutte quelle attività di supporto e potenziamento degli uffici comunali impegnati nella realizzazione dei progetti connessi all’attuazione del Pnrr e nell’ambito degli interventi previsti dalla politica di coesione dell’Unione europea e nazionale per i cicli di programmazione 2014-2020 e 2021-2027». Per ambire a questo posto, però, i requisiti richiesti sono notevoli: deve essere «un giornalista/pubblicista», iscritto all’Ordine nazionale, che abbia «maturato esperienze in qualità di ufficio stampa e di direttore responsabile di testata», che possa ostentare una laurea in Scienze della comunicazione o Beni culturali, che abbia accumulato un’esperienza decennale «nel campo della comunicazione e dell’organizzazione di eventi e in ruoli apicali e di direzione d’impresa, con comprovata esperienza pluriennale, quanto a tecniche e strumenti, nelle relazioni pubbliche e nella progettazione di eventi e iniziative di rilievo pubblico e/o privato a diffusione pubblica».

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Il compenso ingolosirebbe chiunque: «Giornata/persona di € 400,00, al netto degli oneri accessori di legge e dell’IVA con una previsione di 65 giornate», cioè 26mila euro netti per due mesi e cinque giorni di lavoro. Tutto questo bendidio cercato e trovato in appena una settimana, la durata dell’avviso pubblico, con scadenza alle ore «23.59.59» di ieri, giovedì 26 settembre. Stesso giorno in cui era in calendario la nuova seduta del Consiglio comunale. L’opposizione, che a quanto pare non ne sapeva nulla, lo apprende da Il Vibonese e sobbalza. Ma sobbalza anche una parte della maggioranza, quella presa in contropiede, che da subito, appena esce la notizia, scuote la testa capendo immediatamente come andrà a finire. Nel frattempo la città parla, l’articolo passa di cellulare in cellulare, e l’incredulità cresce: “Ma davvero?”. Lo stesso interrogativo che sfocia in Consiglio comunale.

La seduta, fissata alle 15.30, inizia con un’ora di ritardo. Mentre gli scranni di giunta e maggioranza sono pieni, le sedie della minoranza restano a lungo vuote. «Stanno preparando la guerra», sussurra l’assessore Stefano Soriano mentre si avvia a prendere il suo posto. E in effetti l’opposizione si presenta in aula galvanizzata e compatta, con Domenico Console che porta con sé due fogli scritti a penna. Sarà lui, al momento giusto, a chiedere la parola per annunciare l’intenzione della minoranza di proporre l’inserimento nella discussione di un punto all’ordine del giorno “urgente”, che a norma di regolamento l’Assemblea deve valutare proprio per il suo carattere di indifferibilità.

Domenico Console durante il suo intervento dai banchi della minoranza

«Questo bando è uno scandalo», esordisce Console, lasciando capire subito dove andrà a parare. Snocciola il testo dell’avviso pubblico per il reclutamento del super consulente, mette l’accento sul fatto che si cerchi un professionista esterno per cose che potrebbero fare i dipendenti e i dirigenti comunali, evidenzia più volte l’entità del compenso per appena due mesi di lavoro e poi giunge alla conclusione chiedendo, a nome dell’intera opposizione, l’annullamento dell’avviso. «Almeno – precisa – vanno rivisti i termini e i requisiti richiesti. Se proprio si deve fare, si divida l’incarico in due. Meglio due incarichi da 30 giorni ciascuno anziché uno solo da 65». È il segnale che la minoranza non cerca lo scontro totale, anche perché tra le sue file in molti erano al governo durante la precedente Amministrazione ed episodi simili sono già accaduti, dunque sono in pochi quelli che possono scagliare la prima pietra.

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A chiudere il cerchio è Francesco Colelli, capogruppo del Pd, che dai banchi della maggioranza è il primo a replicare a Console: «È vero – ammette – la pratica va approfondita. Ma il nuovo punto all’ordine del giorno non ha i caratteri dell’urgenza e l’avviso pubblico non va annullato. Sviscereremo la questione lunedì, in quarta commissione, alla presenza dell’assessore al Personale e agli Affari generali, Marco Talarico, con il quale abbiamo già fissato la riunione. Se dovessimo rilevare irregolarità il bando potrebbe essere rivisto dall’Amministrazione in regime di autotutela, e il fatto che scada oggi (ieri, ndr) non pregiudica affatto questo iter». Si vota e il punto di discussione “urgente” non passa, dunque per ora finisce qui. Insomma, la breccia si è aperta ma la diga non cadrà, perché nessuno, a destra e a sinistra dell’emiciclo consiliare, ha la forza politica di prendere a picconate quel bando. Ma l’elefante nella stanza è ormai troppo evidente per ignorarlo e quindi una soluzione di compromesso si troverà, come lo spacchettamento dell’incarico ventilato non solo da Console, ma dallo stesso Colelli.

Dopo una seduta che sulla questione ha visto diversi interventi, nell’aria è restato il monito di Francesco Muzzopappa, l’avvocato che ha guidato come candidato a sindaco la coalizione di centro: «Riflettete su questa storia e non ne sottovalutate le conseguenze – ha detto rivolto al sindaco Romeo e alla maggioranza – perché su questo bando vi giocate la vostra immagine, la percezione che i cittadini avranno di voi nei mesi a venire. È una questione di principio, per questo dovreste essere molto più attenti».

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