Sistema bibliotecario vibonese chiuso, l’appello di Vibo Unica: «Serve battaglia politica credibile, si attinga ai finanziamenti europei»
Il responsabile provinciale Francesco Belsito auspica un dibattito in Consiglio comunale e sottolinea che palazzo Santa Chiara «merita una tutela concreta al netto di proclami da campagna elettorale»
Nel dibattito sulle sorti della Sistema bibliotecario vibonese, travolto dai debiti e da una bufera giudiziaria che ha costretto l’ente a non riaprire più i battenti dopo la pausa estiva, interviene ora anche il responsabile provinciale di Vibo Unica, Francesco Belsito. «Affinché la battaglia per difendere il Sistema sia pienamente credibile e, soprattutto, sostenibile – ha affermato in una nota – è necessario che l’attuale interesse della politica e della classe dirigente della città si concentri sugli sforzi per il rilancio del presidio culturale, che non può e non deve rimanere ostaggio di situazioni passate e che non può, altresì, subire le conseguenze negative di eventuali responsabilità individuali».
Punto focale per Belsito «è, ovviamente, il reperimento delle risorse finanziare», senza «dimenticare i numerosi finanziamenti europei sulla cultura». L’invito che il responsabile provinciale di Vibo Unica rivolge anche al Consiglio comunale, dove auspica che venga «avviata una discussione» promossa dalla consigliera Claudia Gioia, si basa su una riflessione precisa. «La questione – afferma ancora nella nota – presenta due aspetti fondamentali di interesse collettivo: da un lato l’aspetto culturale, inteso come presidio espressione di iniziative culturali di valore e contenitore di un patrimonio librario di pregio, che supera i cinquantamila volumi; dall’altro, l’aspetto relativo all’utilizzo di palazzo Santa Chiara, presso cui insiste il Sistema stesso». Per Belsito, infatti, sia l’aspetto culturale che la fruizione del luogo «meritano tutela politica in concreto, al netto di proclami da campagna elettorale».
Palazzo Santa Chiara, di fatto «è espressione del patrimonio pubblico, è un bene comune della città e deve mantenere il suo giusto decoro con la fruizione e l’inserimento nel circuito della socialità. Questa esigenza – ha sottolineato Belsito – può essere garantita solo aprendo il palazzo a realtà come quelle oggetto di discussione. Ed infatti, sino ad oggi solo l’attività del Sistema bibliotecario, al suo interno, garantisce un normale utilizzo del palazzo, consentendo alla comunità vibonese di poterne usufruire».
Per Belsito, il tema è così importante che «deve essere affrontato con estrema chiarezza, anche alla luce di tutte le recenti vicende che hanno interessato il Sistema ed alcune sue gestioni, pertanto occorre distinguere due questioni: l’istituzione culturale, che in quanto tale deve essere difesa e garantita per il bene ed il progresso della città, e la gestione del Sistema, che ha suscitato un vasto dibattito prima sul piano politico e poi sul piano giudiziario che – ha sottolineato – non può e non deve essere oggetto né di difesa, né di interferenze di sorta rispetto all’operato che sta egregiamente svolgendo la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vibo Valentia».
«Per il resto – ha poi concluso -, non possiamo che esprimere la più ampia fiducia nei riguardi della magistratura, con la consapevolezza che per evitare degenerazioni in molti, tra osservatori e politici, avrebbero potuto intervenire ben prima negli anni evitando che le questioni amministrative potessero poi sfociare poi in questioni giudiziali».