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Filandari, il sindaco Fuduli non procede al rimpasto di giunta e si accentua il divario con Maccarone e Guerrera: «Deluse e amareggiate»

Le due consigliere appartenenti al gruppo autonomo "Liberi per Filandari" hanno preso le distanze dal primo cittadino quasi un anno fa. Ora affondano il colpo

Filandari, il sindaco Fuduli non procede al rimpasto di giunta e si accentua il divario con Maccarone e Guerrera: «Deluse e amareggiate»
Le consigliere di maggioranza Mary Maccarone e Gilda Guerrera

Le consigliere di maggioranza Mary Maccarone e Gilda Guerrera, appartenenti al gruppo autonomo di maggioranza “Liberi per Filandari” che lo scorso anno ha dato uno “scossone” al sindaco di Filandari Rita Fuduli, hanno scritto una nota nella quale si accentua ancora di più il divario politico in seno alla maggioranza per il mancato rimpasto di giunta pattuito ogni 15 mesi di consiliatura. Per le due consigliere, è «ormai indifferibile la necessità di ribadire e rimarcare la più totale e decisa presa di distanza politica dal gruppo di maggioranza consiliare e dalla versione dei fatti assolutamente distorta e non veritiera che il sindaco sta continuando a portare avanti, ragion per cui si manifesta non più procrastinabile la necessità di far chiarezza nei confronti della cittadinanza e dell’elettorato intero».

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«Com’è noto – proseguono Maccarone e Guerrera -, alcuni mesi fa abbiamo deciso di formare un nostro gruppo consigliare autonomo inizialmente composto da ben quattro consiglieri (e che ha portato addirittura anche alle dimissioni di Maccarone dalla carica di presidente del Consiglio), per prendere le distanze dal sindaco e dal resto del gruppo di maggioranza. Tale esigenza nasceva da un’incompatibilità evidente nel modus di amministrare con la giunta». Per le due consigliere, il sindaco Rita Fuduli è una figura «ancorata al passato e alle costanti interferenze esterne, non avvezza al dialogo ed affatto incline a valorizzare i suggerimenti provenienti da fonti più esperte», quindi «non può essere sensibile al tanto proclamato rinnovamento». Da qui la loro «decisione ponderata che nasce dalla consapevolezza di voler portare avanti il programma elettorale che ha caratterizzato la scelta di candidatura nell’amministrazione Fuduli, ad oggi accantonato ed attuato in maniera più che insoddisfacente».

«Una scelta diretta – sottolineano – anche a spronare la giunta che ha invece preferito “accordarsi” e applicare la politica del passato». Per dare «attuazione degli obiettivi politico-amministrativi prefissati – aggiungono Maccarone e Guerrera -, recentemente ci eravamo rese disponibili a fare un passo in avanti per il bene del Comune chiedendo legittimamente di entrare in giunta, onde poter dare un diretto e concreto contributo, e ciò anche tenuto conto dell’accordo preso dal sindaco sin dall’avvio della consiliatura con tutto il gruppo per il pacifico rimpasto di giunta ogni 15 mesi. Ebbene, ancora ad oggi il sindaco, non rispettando la parola data, dopo più di un mese non si è degnata né di convocare il resto della maggioranza, né conseguentemente di fornire una riposta a due consigliere che forse le stanno scomode perché dotate di testa pensante».

Maccarone e Guerrera si dicono quindi «deluse e amareggiate dall’atteggiamento del sindaco che vuole soffocare qualsiasi forma legittima di dissenso, additando come nemico pubblico chi intraprende iniziative per tutelare un diritto che ritiene violato, ci ritroviamo pubblicamente a far luce su una situazione che ora sta toccando l’assurdo e invitare il sindaco ad esercitare il proprio ruolo che non si esplica facendo parate. Qualcuno – incalzano – dovrebbe spiegare al sindaco, se mai sarà in grado di recepirlo, che un’amministrazione comunale attenta, oculata e competente non agisce improvvisando, pure maldestramente, ma programma a breve, medio e lungo termine la propria azione politico-amministrativa». 

«Ma che il primo cittadino non abbia la più pallida idea delle responsabilità che ha nei confronti del territorio che è chiamata ad amministrare – aggiungono -, si desume dalle iniziative (poche) che assume nella totale confusione, in sfregio alla logica umana e a quella di diritto e al fatto che si contorna di continue presenze esterne piuttosto che, ragionevolmente, dar spazio a persone legittimamente elette per fornire un concreto contributo alla crescita del benessere della nostra comunità».

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