Acque agitate nel M5s, Furci replica a Santoro: «Per la giunta il sindaco sia libero di scegliere, nessuno può credersi indispensabile»
La stoccata dei pentastellati all’ex capogruppo in Consiglio comunale: «Non saremo mai disponibili a fare parte di giochi e giochetti pur di elemosinare qualche incarico»
Non si è fatta attendere la replica del Gruppo territoriale del M5s di Vibo Valentia alle esternazioni dell’ex capogruppo cinquestelle in Consiglio comunale, Domenico Santoro. In particolare, i pentastellati rappresentati da Michele Furci, hanno risposto alle accuse dell’ex consigliere che, in merito alla formazione della giunta di Palazzo Razza, aveva sottolineato la mancanza di confronto, accusando il vertice cittadino del Movimento di atteggiamenti «massonici».
Nella replica, il Gruppo territoriale si è rivolto innanzitutto al neo sindaco Enzo Romeo: «La straordinaria vittoria della coalizione progressista ha bisogno di segnare discontinuità sin da subito e lei, per il consenso ricevuto e le speranze che ha acceso, deve praticarla per come prescrive la legge sin da subito con la formazione della Giunta. Si assuma in piena libertà la responsabilità di determinare la svolta utilizzando il meglio delle forze che ritiene utili al progetto politico cui è chiamato a svolgere».
«Ognuno – rimarcano – deve sentirsi parte e onorato di potere contribuire a portare avanti il programma per il quale è stato investito di tanta responsabilità, ma allo stesso tempo non può pensare di soddisfare pretese individuali di chi ritiene di essere per forza indispensabile o vantare alcunché sul piano personale. Noi da sempre abbiamo contribuito spassionatamente a servire in ogni modo e con il proprio sapere la città nella quale ci sentiamo in primo luogo cittadino impegnato esclusivamente al servizio del bene comune in un orizzonte sociale di giustizia, pace, avanzamento culturale e di totale rispetto della dignità di ognuno».
Entrando nel nodo della questione, i 5 stelle evidenziano: «Leggiamo esterrefatti che il Gruppo territoriale che ci onoriamo di rappresentare non avrebbe favorito la più ampia discussione in merito al contributo cui è chiamato a dare, con idee e persone, affinché la sua amministrazione attiva possa partire alla grande. È una rappresentazione non vera, giacché proprio il 5 luglio scorso il Gt di Vibo Valentia ha tenuto la sua riunione, peraltro allargata ai componenti della lista che non fanno parte come gruppo dirigente».
Affrontando l’argomento, il Gruppo ha confermato l’intenzione di «sostenere il sindaco con slancio e con tutta la sua forza organizzata. Lo ha fatto attraverso l’impegno del suo gruppo dirigente nel pieno rispetto delle leggi, ad iniziare delle libere ed autonome prerogative del primo cittadino affinché la città possa finalmente realizzare la svolta tanto auspicata dai suoi cittadini con l’impiego delle migliori forze disponibili».
E ancora: « Il M5S, proprio per le ragioni politiche di cui è portatore con il suo programma innovativo, il suo statuto e il suo codice etico, sostiene che la svolta, in particolare nella formazione della squadra di governo di cui il sindaco è chiamato a dotarsi, non può avere soltanto il manuale Cencelli e men che meno il mediocre criterio dei numeri del consenso individuale e di lista, giacché senza la coalizione e l’esistenza di ogni formazione collettiva, nessuno avrebbe avuto la possibilità di sedersi in consiglio comunale. Il Movimento sottolinea perciò che ognuno dove sentirsi coinvolto ma mai ritenersi indispensabile. E noi personalmente siamo tra questi ultimi. Giacché non saremo mai disponibili a fare parte di giochi e giochetti pur di elemosinare qualche incarico».
Pertanto, «faccia in libertà le sue scelte signor sindaco, noi – chiosano i pentastellati – contribuiremo a servire la causa del M5s e la coalizione progressista spassionatamente. Non bramiamo ad alcuno incarico e perciò, proprio perché fedeli alla causa del bene comune, ci tiriamo fuori da questo stucchevole dibattito che parte, per chi naturalmente lo fa proprio, da una visione bassa della politica e da un orizzonte che non potrà mai fare bene ad alcuno e men che meno a realizzare la svolta di cui noi invece come movimento siamo portatori».