Errore sulle schede elettorali, Mileto attende con il fiato sospeso la decisione del Tar
Clima d’incertezza sul destino della consiliatura dopo il ricorso del già candidato sindaco Gianfranco Mesiano il cui nome è stato trascritto in maniera errata. Ogni dubbio verrà fugato il prossimo 15 ottobre
Si avvicina il giorno in cui il Tribunale amministrativo regionale di Catanzaro dovrà stabilire se ci sono i presupposti per invalidare o meno le elezioni comunali svoltesi a Mileto lo scorso 26 maggio. E meno male, viene da dire, se non altro per allontanare quel clima di incertezza che, checché se ne dica, nella cittadina normanna si respira ininterrottamente da quattro mesi. La seconda sezione del Tar si riunirà il prossimo 15 ottobre, per discutere il ricorso del capogruppo di “Ripartiamo insieme” Gianfranco Mesiano, sconfitto per 95 voti dall’attuale sindaco di “Città futura” Salvatore Fortunato Giordano. Alla base della richiesta di annullamento dell’atto di proclamazione degli eletti, il marchiano errore di trascrizione sulle schede elettorali del nome di Mesiano, divenuto nell’occasione Gianfranco Vincenzo. Proprio quello che il 30 aprile, 5 giorni dopo la presentazione delle liste, l’Ufficio elettorale provinciale della Prefettura aveva cercato di scongiurare con una missiva inviata ai Comuni interessati. Una lettera, in cui l’organismo territoriale di Governo dava disposizioni in merito agli adempimenti relativi ai manifesti recanti le candidature, evidenziando anche “che l’indicazione errata delle generalità dei candidati nei manifesti in parola” poteva dar luogo “a gravissimi inconvenienti ai fini del regolare svolgimento delle elezioni comunali”. Nonostante ciò l’errore a Mileto c’è stato. Cosa strana, senza che nessuno proferisse parola, se non dopo le elezioni, come se tutti i contendenti avessero deciso di attendere il risultato per potersi poi giocare questa carta come asso nella manica. E così è stato per Mesiano, che spinto dal suo gruppo all’indomani della sconfitta ha inoltrato il ricorso al Tar adducendo la presunta confusione generata dall’errore, per poi decidere provocatoriamente di non sedere sul proprio scranno d’opposizione, se non dopo che gli enti preposti gli avranno spiegato con documenti ufficiali che ad essere eletto “è stato lui e non un’altra persona con nome Gianfranco Vincenzo”.
Risultato, quattro mesi con un consiglio comunale, nella sostanza privato di una unità e con un’opposizione, salvo qualche eccezione, sostanzialmente in attesa. Sia dalle parti della maggioranza e sia da quelle dei ricorrenti si ostenta in queste ore sicurezza, paventando presunte sentenze espresse in casi simili dai giudici, pro e contro i ricorsi. La verità, tuttavia, è che sino alla data fatidica del 15 ottobre nessuno potrà dormire sonni tranquilli. Nel frattempo il sindaco Giordano e gli altri componenti di maggioranza continuano ad operare per garantire l’ordinario e per programmare il futuro, in una sorta di inconscia corsa contro il tempo che funga da atto propiziatorio per scongiurare l’eventuale invalidazione delle elezioni. Con quali risultati è ancora presto per dirlo. L’azione amministrativa dunque prosegue, e per domani alle 15 il presidente Antonio Direnzo ha convocato a Palazzo dei normanni una seduta del consiglio comunale. Tra gli argomenti all’ordine del giorno, la discussione di due interpellanze del capogruppo di minoranza di “IdeaMileto” Giulio Caserta, le variazioni d’urgenza al bilancio di previsione, la modifica del Piano triennale delle opere pubbliche e l’esame e la discussione delle osservazioni al Piano strutturale comunale e la conseguente approvazione delle linee guida. Un tema caldo, questo del Psc, su cui, di fatto, sono cadute anticipatamente tutte le amministrazioni elette negli ultimi decenni a Mileto.