Elezioni, Scrugli (con Romeo): «Basta chiamarle “frazioni”, la città è una e deve avere pari dignità ovunque»
La consigliera uscente, candidata in una lista civica di matrice progressista, è pronta a ribadire il suo impegno politico, orientato soprattutto sulle tematiche sociali: «In caso di ballottaggio tra noi e il centrodestra è impossibile sapere cosa farà Muzzopappa, bisognerebbe avere capacità paranormali»
«Si respira un clima di fiduciosa attesa nella reale consapevolezza di poter scrivere, grazie al voto dei vibonesi e alla loro voglia di cambiamento, una pagina completamente nuova per la nostra città». Lorenza Scrugli, 54 anni, consigliere comunale uscente, ci riprova. Candidata con la lista civica Centro Studi Vibo Valentia, una delle quattro a sostegno del candidato a sindaco del centrosinistra, Enzo Romeo, è pronta a ribadire il suo impegno politico, orientato soprattutto sulle tematiche sociali, sulle quali è impegnata da sempre.
A Vibo il campo largo ha preso forma. L’alleanza con i cinquestelle è destinata a durare o rischia di essere soltanto un accordo elettorale?
«Sono convinta che c’è la maturità necessaria a far sì che questo campo largo possa tenere. Innanzitutto perché, seppur nella diversità e con le diverse sensibilità, c’è stata una reale condivisione e partecipazione sui temi, ma anche perché si avverte forte il desiderio e la necessità di offrire a questa città realmente e concretamente quell’alternativa e quella visione che, per quanto mi riguarda, ad esempio, è totalmente discordante da quella fin ora proposta».
In caso di ballottaggio tra voi e il candidato di centrodestra, come ritiene si comporterà il Polo di centro?
«Guardi, capire la logica “illogica” della nostra politica è un qualcosa che va davvero oltre ogni mia capacità ma in aggiunta percepire le scelte di quella grande fetta del polo di centro che fino a ieri è stata pilastro portante dell’amministrazione Limardo ma al contempo fino a pochi anni fa gruppo di forza del Pd cittadino, richiederebbe capacità paranormali. Temo che le scelte saranno operate, come spesso accade, solo e soltanto sulle promesse di poltrone di peso».
E in caso di ballottaggio tra Muzzopappa e Cosentino, sosterrete il Polo di centro?
«Partendo dal presupposto che i cittadini non consentiranno mai un ballottaggio con Enzo Romeo fuori dai giochi io, come rivendico la mia libertà e chiedo rispetto per le mie convinzioni, allo stesso modo non posso che averlo per i nostri cittadini che sapranno operare le scelte più giuste per il bene di questa città».
Enzo Romeo, candidato a sindaco del centrosinistra, in un suo comizio ha gridato forte “noi non vogliamo i voti della mafia”. In questa campagna elettorale, però, il tema della lotta alla ‘ndrangheta è spesso restato sullo sfondo…
«Per il mio modo di pensare, il No alle mafie e ai loro voti dovrebbe essere urlato ogni giorno, ancor di più da chi riveste ruoli istituzionali, ed esplicitato attraverso fatti, atti ed esempi integerrimi».
Quali sono a suo parere le criticità che lascia l’amministrazione uscente e quali sono le priorità da affrontare nei primi 100 giorni dal nuovo sindaco e dal nuovo Consiglio comunale?
«Da anni affermo che questa amministrazione ha fallito. Ha fallito sotto l’aspetto umano chiudendosi totalmente al confronto e all’ascolto dei cittadini e delle loro necessità. Potrei fornire mille esempi. Abbiamo intitolato mille vie, a volte anche con scelte divisive, ma mai aggredito il problema della toponomastica e conseguentemente dei tributi; nonostante l’opportunità offerta dal Pnrr nulla è stato pensato per il sistema idrico, che, è il caso di dirlo, fa acqua da tutte le parti; nulla è stato fatto sul piano del trasporto urbano; nulla è stato fatto per rendere fruibile lo splendido patrimonio storico culturale di cui Vibo è dotata; nulla, per anni e nonostante i fondi, è stato fatto per il verde cittadino; e, capitolo ancor più doloroso, davvero poco o nulla è stato fatto nel campo del sociale, settore che non ha mai rendicontato milioni di euro, che è stato condannato per la sua inerzia nella redazione dei progetti vita. Settore il cui fallimento è certificato dall’avvicendamento di ben 5 assessori in 5 anni».
Qual è il suo bilancio della esperienza in Consiglio comunale in questi ultimi 5 anni?
«Di questa esperienza mi resta la consapevolezza e la serenità di sapere di avere sempre agito per il bene comune col massimo senso di responsabilità e con una libertà nell’agire che ho capito essere un dono raro e prezioso. Credo, e per me è la cosa più bella, mi resti anche la stima di tante persone che in questo periodo me la stanno testimoniando e che ringrazio con tutto il cuore e che mi fanno sentire davvero ricca e fortunata».
La caduta del Sistema bibliotecario vibonese ha profondamente segnato la città. Crede che una soluzione si possa trovare? In che modo può rinascere questo importante polo culturale?
«Sul Sistema bibliotecario ritengo, una volta chiarita ogni situazione dall’organo competente, che dovrebbe essere volontà di ogni amministratore tentare e fare di tutto per consentire la rinascita di questo importante polo culturale. Non sono in grado oggi, non conoscendo con esattezza tutta la situazione, di permettermi di indicare una via ma sicuramente dovrà essere tentato il possibile».
Le frazioni cittadine scontano una grave marginalizzazione, sia in termini di servizi che di interventi infrastrutturali. Come invertirete questa deriva?
«A me piace poco parlare di frazioni perché Vibo va intesa nella sua totalità e senza divisioni. Non possiamo pensare di abbattere barriere quando le prime le poniamo anche fra di noi. Giudico assurde le attese di chi da anni invoca sacrosanti diritti e che non può che sentirsi quindi totalmente abbandonato da una politica attenta più che altro a sé stessa e ai propri privilegi e non ai bisogni veri dei cittadini. Io ho ancora speranza che qualcosa in questo territorio possa cambiare per tuti noi ma ancor di più per i nostri figli e mi auguro che i vibonesi tutti con il loro voto vogliano portare a questo cambiamento».