La Satel di Mileto riapre ma la campagna elettorale si arroventa, Rombolà: «Dal sindaco uso strumentale della vicenda»
Il candidato di Eppur si muove, competitor nelle elezioni comunali del primo cittadino uscente Salvatore Fortunato Giordano, esprime solidarietà a proprietari e operai della ditta: «A rischio il lavoro, l'unica cosa capace di combattere mafia e criminalità»
«Gli ultimi avvenimenti a cui abbiamo assistito in questa parte finale della campagna elettorale e che hanno indotto l’impresa “Satel” (la più grande impresa presente sul nostro territorio) a dichiarare attraverso i loro proprietari la decisione di una probabile chiusura con eventuale dislocazione della stessa in altro territorio, non può non indurre in tutti noi un dilaniante sconforto. Quando una simile attività produttiva, capace di dare lavoro a molti padri di famiglia, corre il rischio di alzare “ bandiera bianca”, a perdere non sono solamente i titolari ma anche un’intera comunità ed il suo territorio».
Inizia così l’intervento con cui Michele Rombolà, candidato a sindaco di Mileto alle elezioni di sabato e domenica prossima, commenta i recenti accadimenti che hanno coinvolto la ditta di telecomunicazioni dei fratelli Carmelo e Salvatore Salimbeni, con sede nella cittadina normanna. Una realtà imprenditoriale che dà lavoro a quasi un centinaio di dipendenti, presa di mira nei giorni scorsi da persone che, nascondendosi dietro l’anonimato, hanno pensato bene di divulgare nei suoi confronti dei volantini con accuse di vicinanza alla criminalità. Ieri, la clamorosa protesta dei titolari, che non hanno aperto i cancelli della fabbrica perché esasperati dal contesto ambientale. Cancelli che oggi, però, erano regolarmente aperti per consentire all’azienda di far fronte alle scadenze delle varie commesse.
«In tal senso – prosegue al riguardo il capolista di “Eppur si muove” – la nostra solidarietà, nei suoi aspetti più umani, non solamente è rivolta alla proprietà e agli operai che rischiano il loro futuro e delle loro famiglie, ma anche a una intera comunità che viene privata sempre di più dell’unico elemento capace di combattere mafia e criminalità: il lavoro! E allora è moralmente doveroso che ogni cittadino, unitamente alle istituzioni locali e non, si domandino perché tutto questo e se ogni cosa possibile è stata fatta per evitare l’ipotesi di un tale dramma sociale! Dobbiamo concludere che questo nostro territorio sia senza futuro e senza speranza? Noi non abbiamo intenzione di arrenderci difronte ad una simile prospettiva deturpante per la coscienza di ogni cittadino perbene. Ed è con questo spirito che continueremo a lottare strenuamente affinché un tale rischio possa cessare per l’intera comunità e per ogni lavoratore dipendente della Satel. Perché siamo convinti che la solidarietà non si può esprimere solamente a parole!».
A seguire Rombolà esprime anche la convinzione «dell’uso strumentale di questa vicenda da parte del sindaco attuale e della sua amministrazione tutta, considerato che nessuno dei suoi componenti si sia dissociato da un tale atteggiamento mistificatore. Le sue dichiarazioni, da noi valutate approfonditamente in ogni suo aspetto e per le quali ci riserviamo di adoperare ogni decisione che possa fornire verità ai cittadini tutti e tutela alle nostre persone – sottolinea facendo riferimento alle parole espresse a LaC Tv da Salvatore Fortunato Giordano, ripropostosi alle elezioni alla guida di “Città futura” – sono offensive e calunniose non solamente per noi componenti la lista “Eppur si Muove” , ma anche per i cittadini! Ed in modo particolare per quelli che hanno deciso di sostenerci con coscienza in questo nostro percorso. A parte l’aspetto diseducativo che si intravede chiaramente da parte del primo cittadino in questo contesto, vi sono anche aspetti legali che vanno considerati nella loro interezza ed al fine di scongiurare effetti sociali aberranti. Per tutte queste ragioni e nel rinnovare la nostra più piena solidarietà alle “ vere vittime” di questa vicenda – conclude il capolista di “Eppur si muove” – vogliamo annunciare una serie di provvedimenti a tutela della dignità dell’intera comunità iniziando dalla richiesta, già inoltrata, di un incontro con il signor Prefetto e le Autorità’ territoriali». Con l’approssimarsi del ritorno delle urne, diventa sempre più incandescente il clima a Mileto, già alle prese con il lavoro della commissione di accesso agli atti, inviata dalla Prefettura di Vibo Valentia per cercare di individuare eventuali condizionamenti della criminalità all’interno del Comune. Tra le possibilità, anche quello dello scioglimento dell’Ente territoriale, “incubo” che la cittadina normanna ha già vissuto alcune consiliature fa.
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