mercoledì,Novembre 27 2024

“No” a referendum e “Buona scuola”, Sinistra italiana contro le riforme renziane

Iniziativa congiunta con i “Partigiani della scuola pubblica” per condannare «un disegno di accentramento di poteri, verticismo e dirigismo»

“No” a referendum e “Buona scuola”, Sinistra italiana contro le riforme renziane

Migliaia di studenti giovedì 17 hanno manifestato in tutta Italia contro la “Buona Scuola” e per il “No” al referendum costituzionale del 4 dicembre. Nel pomeriggio alla Biblioteca comunale di Vibo Valentia, proprio su queste tematiche si è tenuta un’iniziativa organizzata dai Partigiani della Scuola Pubblica e da Sinistra Italiana.

Il prof. Vincenzo De Filippis ha aperto i lavori ricordando, tra la commozione generale, il compianto preside Pasquale D’Agostino, «un amico, un maestro di vita e, con il suo esempio, un vero riformatore della scuola». De Filippis è stato fortemente critico nei confronti della “sedicente Buonascuola” e ha annunciato il suo “No” al referendum costituzionale.

Gernando Marasco, insegnante e coordinatore cittadino di Sinistra Italiana, ha poi illustrato le ragioni dell’iniziativa: «scuola e referendum non sono una semplice somma di argomenti – ha detto -, ma sono due elementi di un quadro generale di “riforme” renziane che, dietro i puerili slogan di “cambiamento” e “innovazione”, nascondono un disegno di accentramento di poteri, verticismo, dirigismo e controllo dall’alto dello Stato».

Non sono mancati gli strali verso la visita che sabato 19 la ministra Boschi farà al Liceo Classico di Vibo Valentia. «E’ proprio necessario, a quindici giorni dal referendum, inaugurare una palestra già attiva da tempo di fronte al ministro che più si può associare, anche per la sua città di origine, alle modifiche costituzionali su cui ci esprimeremo il 4 dicembre?» è stato fatto notare.

La professoressa Bianca Laura Granato dei “Partigiani della Scuola pubblica”, ha esaminato la legge 107/2015, mettendone in risalto «gli aspetti incostituzionali o comunque più nefasti: il caos senza precedenti di questo anno scolastico, con cattedre ancora vacanti o sulle quali si sono avvicendati già diversi docenti; il mancato adeguamento del contratto nazionale, fermo dai tempi di “Tremonti & Gelmini”; l’alternanza scuola-lavoro, che in alcuni casi porterà gli studenti delle superiori a “sviluppare competenze” da McDonald; il “bonus di merito” e altri provvedimenti che hanno dato uno sproporzionato potere ai presidi e messo i docenti l’uno contro l’altro; la chiamata diretta dei dirigenti e la contestuale soppressione delle graduatorie, quella che è in assoluto il comma più inquietante e che nelle scuole genererà conflitti, clientelarismi e vessazioni».

Il parlamentare Costantino Fittante e il docente dell’Unical Walter Nocito, attivissimi con i Comitati per il “No”, si sono soffermati sugli aspetti più tecnici della riforma costituzionale, «nata male fin dall’inizio, perché imposta a colpi di fiducia da una maggioranza di governo eletta con una legge elettorale, il Porcellum, dichiarata incostituzionale. Nell’analisi referendaria non si può prescindere dal giudizio sulla legge elettorale Italicum, che potrebbe a sua volta essere dichiarata incostituzionale e che comunque con il suo insensato ballottaggio consegnerà il Paese a un unico partito, di qualunque colore politico esso sia, dal consenso limitato in questo quadro di frammentazione dell’elettorato».

Ha chiuso i lavori il senatore Francesco Campanella di Sinistra Italiana, partito in fase di costruzione e di forte opposizione alle riforme del governo Renzi: «dice “No” non solo al referendum del 4 dicembre e alla “Buona scuola”, ma anche al Jobs Act e a quasi tutta l’azione politica e propagandistica di questo governo, cui non può bastare il giudizio positivo della legge Cirinnà sulle unioni civili e della legge contro il caporalato nelle nostre campagne».

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