Nicotera, l’ex consigliere D’Agostino contesta l’ingresso in Assemblea di Giuseppe Saladino
Si tratta dell'ultimo dei non eletti dopo che i primi hanno rinunciato a ricoprire i posti lasciati liberi dai tre membri del gruppo Movi@Vento, che si sono dimessi a fine aprile
Continua anche fuori dal Consiglio comunale di Nicotera l’opposizione dell’ex consigliere Antonio D’Agostino, che il 30 aprile scorso si è dimesso insieme ai colleghi del gruppo Movi@Vento, Maria Buccafusca e Salvatore Pagano.
Con una nota, D’Agostino stigmatizza la procedura di surroga che ha consentito l’ingresso tra i componenti dell’Assemblea consiliare di Giuseppe Saladino, dopo che gli altri “primi non eletti” avevano di volta in volta rifiutato di subentrare ai dimissionari.
«Quello che è avvenuto l’altro ieri nel Consiglio comunale di Nicotera, rappresenta il superamento di ogni limite nel fare strame delle cosiddette regole del gioco – scrive D’Agostino, ricostruendo quanto accaduto -. Dopo le note e motivate dimissioni dei tre consiglieri costituenti il gruppo di opposizione Movi@Vento, sono seguite inizialmente le rinunce dei primi non eletti in lista: Mazzitello, Isaia e Ionadi; e, a seguire, quelle di Campisi, Floccari e Corigliano. Restavano nell’elenco dell’originaria lista, Mollese, Bellocco, Rascaglia e Saladino. Di questi, i primi tre, convocati per il Consiglio del 16 maggio avevano anch’essi presentato preventiva rinuncia. Nella seduta consiliare l’assemblea ne ha preso atto e, a seguire, ha proceduto sia alla loro surroga in favore di Giuseppe Saladino, ultimo della lista elettorale, sia all’approvazione del rendiconto finanziario 2023».
Un subentro che secondo l’ex consigliere comunale di minoranza sarebbe inficiato dal mancato rispetto delle regole: «Sino a che punto è da ritenere lecito il conferimento di ufficio della carica di consigliere a Saladino, dato che la surroga che lo riguardava non risultava inserita nell’ordine del giorno? Se, come in effetti è, il neo nominato entra in carica al momento dell’adozione del provvedimento (art.38 comma 4 del d.lgs. 267/2000), perché mai non è stato convocato per la trattazione dell’approvazione del rendiconto di gestione? Ma, a ben vedere, sino a che punto è legittima la stessa surroga, in mancanza di qualsiasi accertamento (atto dovuto) sulle condizioni di eleggibilità di Saladino? E perché mai non è stata adottata nei suoi confronti la procedura già in precedenza esperita per gli altri?». A queste domande D’Agostino prova a dare anche una risposta: «Parrebbe per la necessità di una immediata ricostituzione del Consiglio comunale e per ottemperare così alla diffida prefettizia di approvazione del Rendiconto; così non è perché, per quanto ci risulta, è a tutt’oggi lontana la scadenza imposta dalla diffida prefettizia». «La conventicola di Palazzo convento – conclude – ha insomma saputo dare il meglio di sé in termini di superficialità e tracotanza istituzionale».
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