Referendum costituzionale, da San Calogero ferma opposizione alla riforma
Il tema è stato al centro di un incontro promosso dal locale comitato per il “No” che ha ospitato le riflessioni di tecnici ed esponenti della società civile
“Le ragioni del No” al referendum costituzionale. Del tema si è discusso nella serata di domenica anche a San Calogero, nella sala convegni dell’ex Saub. A relazionare sull’argomento vi erano autorevoli esponenti della società civile e tecnici della materia come il docente Massimo Pietropaolo, gli avvocati Michele Pugliese e Pietro Naso e il docente universitario ed ex senatore della Repubblica Saverio Di Bella. L’iniziativa è stata coordinata dal Comitato per il “No” locale.
A fare gli onori di casa ci ha pensato il sindaco Nicola Brosio che – come si legge in un resoconto -, nel suo saluto d’apertura, sebbene «abbia puntualizzato di non avere ancora deciso cosa votare al referendum, non ha mancato di ironizzare sui tagli ai costi della politica che la riforma si propone di perseguire. Tagli irrisori a fronte di quelli ben più cospicui che si attuano a danno dei piccoli comuni, con l’aggravante che in quest’ultimo caso, non trattandosi di sprechi, la “sforbiciata di costi” potrebbe tradursi in un ridimensionamento dei servizi alla collettività».
Dunque la parola è passata ai tecnici del diritto. L’avvocato Michele Pugliese si è soffermato «sugli aspetti paradossali della riforma Boschi, tra i quali la propagandata scomparsa del bicameralismo paritario (in realtà più vivo e vegeto che mai), lo strombazzato abbattimento dei costi (in realtà minimo se si pensa agli scarni 50 milioni di euro del senato) e l’astruso calcolo dei seggi degli eletti in senato (alla regione Trentino spetterebbe lo stesso numero di senatori del Piemonte (3) sebbene abbia un sesto degli abitanti dell’altra)».
Mentre sui «rischi della deriva autoritaria, che la riforma Boschi porta in dote», ha posto l’accento l’avvocato Naso. «La riforma collegata all’Italicum – secondo Naso – potrà consegnarci due scenari contrapposti: o vi sarà un “regime” (con il Senato dello stesso colore della Camera) o vi sarà il caos (con una camera di diverso colore che farà da ostacolo all’azione dell’altra e del governo). Nel primo caso il presidente del consiglio, dominus del Parlamento, avrà un potere illimitato a scapito degli organi di controllo e garanzia (Consulta e presidente della Repubblica). Nel secondo caso l’azione di governo e del parlamento verrà gravemente compromessa».
Quindi la parola è passata agli storici. Il docente Pietropaolo ha tracciato il contesto storico che ha portato alla nascita della Costituzione del 1948 non mancando di ricordare i padri ispiratori di quella Costituzione e della “nuova”: «ai Calamandrei, ai Nenni e ai Dossetti di ieri fanno oggi da contraltare le banche d’affari e i club esclusivi di finanzieri internazionali. Tra i due gruppi – ha aggiunto Pietropaolo – mi tengo il primo».
Ha concluso l’incontro l’ex senatore Di Bella che si è detto favorevole alle riforme costituzionali ma solo se migliorative. «Con la riforma Boschi – ha chiosato l’ex parlamentare – si rischia di gettare il bambino con l’acqua sporca, buttiamo l’acqua sporca e teniamoci il bambino, votando No il prossimo 4 dicembre».