Incidente istituzionale al Comune, Lo Schiavo: «Così il partito rischia l’isolamento»
Per il già candidato a sindaco «è venuto meno il galateo politico». Vicinanza a Costa, ma il sindaco «vive una contraddizione che può essere soggetta a incidenti di percorso»
L’incidente politico-istituzionale consumatosi ieri nell’aula del consiglio comunale di Palazzo Luigi Razza tra il parlamentare Bruno Censore (promotore di un’iniziativa referendaria alla presenza del sottosegretario Cosimo Maria Ferri) e il sindaco Elio Costa seguita a suscitare reazioni e prese di posizione.
Sul “casus belli” che tiene banco in queste ore a Vibo Valentia, dopo le prese di posizione di Michele Soriano, Enzo Insardà, Gianluca Callipo e Giovanni Russo, si registra anche quella del consigliere comunale d’opposizione e già candidato a sindaco del centrosinistra Antonio Lo Schiavo, il quale ha affidato al suo profilo Facebook alcune considerazioni.
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Lo stesso ha spiegato in premessa di non condividere «le iniziative fatte da esponenti del governo dove troppo spesso vengono superati i confini istituzionali e si traducono in campagne più o meno velate per il “Si” al referendum».
In merito all’episodio, per Lo Schiavo «la politica ha delle forme da rispettare, nei ruoli e nei modi, e vi è un galateo istituzionale che non può essere disatteso: il sindaco della Città di Vibo, per il ruolo che ricopre, ha quindi la mia vicinanza; la sala del consiglio comunale deve essere concessa e usata solo ed esclusivamente per iniziative istituzionali e non di partito».
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Detto ciò, arriva la considerazione prettamente politica riferita al Pd. «Alcuni modi di ostentazione di forza, tra l’altro non isolati – ha scritto il già candidato sindaco -, sono controproducenti e portano solo all’isolamento politico del Pd a livello cittadino e alla sua incapacità di porsi, anche per il futuro, alla guida di un’alternativa al centrodestra».
Quindi l’appunto al sindaco di Vibo, il quale, a suo parere, «sta vivendo una forma di contraddizione politica che prima o poi doveva, inevitabilmente, portare ad incidenti di percorso. È difficile infatti essere nello stesso tempo espressione di una maggioranza civica di centrodestra e dialogare, anche apertamente, con frange istituzionali del Pd».
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Lo Schiavo non manca di rammaricarsi per l’accaduto «anche perché – ha spiegato -, provocando un moto unanime di indignazione verso il Pd, si rischia di far passare in secondo piano i risultati insoddisfacenti di questa amministrazione verso tutte le grande questioni amministrative, in primis quelle legate all’urbanistica, alla riorganizzazione burocratica, ai rifiuti ed alla qualità dell’acqua». Quindi il monito: «consiglio a tutte le parti in causa, di abbassare i toni e ritornare a parlare dei problemi della città».
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