domenica,Novembre 24 2024

Il Corsivo | Comunali a Vibo, centrodestra unito su Cosentino ma non senza contraddizioni

La mancata candidatura della Limardo porta nella coalizione due forze politiche in precedenza schierate con il polo di centro. I ruoli di Comito, Mangialavori e Daffinà

Il Corsivo | Comunali a Vibo, centrodestra unito su Cosentino ma non senza contraddizioni

Il pubblico delle grandi occasioni ha caratterizzato la serata in cui il centrodestra ha presentato il proprio candidato a sindaco, Roberto Cosentino. Per la cronaca ed i particolari dell’evento rinviamo ai numerosi resoconti giornalistici, preferendo invece soffermarci su alcuni dati politici che meritano di essere approfonditi per fare definitivamente chiarezza su tematiche che sono state oggetto di svariate discussioni ed accese polemiche. In questo contesto, il punto di partenza non può che essere l’intervento dell’on. Mangialavori, il quale – dopo essersi  lungamente soffermato sui grandi risultati che avrebbe conseguito il sindaco uscente – si è dichiarato contento del ritorno nel perimetro della coalizione di alcune forze politiche che, a suo dire, si erano sbagliate nel collocarsi altrove, e si è infine chiesto cosa mai potrebbero dire contro la coalizione quelle forze politiche che fino a ieri hanno sostenuto l’esecutivo ed oggi fanno parte del polo centrista. In relazione al primo aspetto, la nostra impressione è che il parlamentare, sotto le mentite spoglie della difesa dell’operato del sindaco, abbia invece tentato di assolvere sé stesso da un fallimento politico inoppugnabile, consistente nell’aver prima imposto la Limardo, poi averla sostenuta nel corso dell’intero mandato senza pretendere un cambio di passo dall’esecutivo e, da ultimo, averla riproposta per il prossimo quinquennio. D’altro canto, se le capacità possedute ed i risultati conseguiti dalla Limardo fossero effettivamente quelli intravisti da Mangialavori, non si comprenderebbe il perché della mancata ricandidatura. La verità è che se fossero state seguite le indicazioni del parlamentare, il centrodestra non avrebbe raggiunto neppure un eventuale turno di ballottaggio; non va infatti dimenticato che a far compagnia a Forza Italia a sostegno della Limardo era rimasto solo il partito della Meloni. Se oggi le cose sono cambiate e intorno alla coalizione, ed a FI in particolare, i vari oratori hanno percepito il ricrearsi di un clima di entusiasmo ed ottimismo, lo si deve al coordinatore provinciale Michele Comito ed ancor più al suo vice Tonino Daffinà, i quali, con la candidatura di Cosentino hanno creato le condizioni per un ritorno nel perimetro del centrodestra delle forze politiche che fanno capo a Bevilacqua e Luciano, impedendo così un suicidio politico. Si è passati dalle difficoltà di FI e FdI a chiudere le rispettive liste per mancanza di candidati disposti ad immolarsi per la causa della Limardo, a sei liste, di cui tre messe in campo dal solo partito di Berlusconi, operazione quest’ultima resa possibile, è giusto dirlo, anche grazie al fattivo apporto di Mangialavori.

Roberto Cosentino

I fatti sono questi, tutto il resto rappresenta un’inutile retorica, dalla quale va enucleata e riportata sul piano della realtà la specifica vicenda relativa a Bevilacqua e Luciano. Contrariamente a quanto sostenuto dal parlamentare, il loro rientro non sta a significare il riconoscimento dell’errore di essersi in precedenza collocati altrove, bensì l’esatto opposto, ovverosia l’aver intuito ab origine, ed a ragione, che la candidatura della Limardo nella scorsa tornata elettorale non era una scelta oculata, circostanza, questa, che li ha indotti a tenere una posizione di distanza per tutta la consiliatura e fino a  quando, con la discesa in campo di Cosentino, sono venuti meno i motivi della loro presa di posizione. Va invece condiviso quello che Mangialavori ha sostenuto in relazione a quelle forze politiche che oggi stanno nel polo centrista, ma che fino a ieri stavano nel centrodestra. Pur non essendo stato fatto alcun nome, risulta facilmente individuabile l’imputato principale, quel Vito Pitaro che, attraverso la sua formazione “Città Futura”, è stato, fino all’ultimo miglio, il compagno di viaggio, se non addirittura il socio di maggioranza, dell’esecutivo Limardo. Sul punto non ci possono essere dubbi poiché, nel variegato mondo delle formazioni politiche che compongono il polo centrista, quelle che nella quasi totalità della realtà nazionale stanno nel centrodestra – ossia Udc, Noi Moderati e Lega – a Vibo non sono mai state coinvolte nell’amministrazione dell’ente comunale. Tornando dunque a Pitaro ed alla sua squadra, va detto che Mangialavori ha tutte le ragioni del mondo per chiedersi come facciano ad avanzare riserve e critiche nei confronti dei risultati conseguiti dall’esecutivo Limardo se proprio essi detenevano gli assessorati più importanti. In particolare, le critiche più feroci attengono al comparto dei lavori pubblici, il cui assessore per quattro anni è stato proprio l’uomo di punta di Pitaro, cioè quel Giovannino Russo che ad ogni piè sospinto sosteneva di stare per risolvere problematiche ad oggi però non risolte: scala mobile, sottopasso di Vibo Marina, piazza di Triparni, strade di accesso alle frazioni di Longobardi e San Pietro, captazione delle acque del torrente Sant’Anna di Bivona, rifacimento del tetto della scuola di Portosalvo e potremmo continuare a lungo.

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