Acque agitate al Comune di Nicotera, si dimettono tre consiglieri del gruppo Movi@Vento
Passo indietro per D’Agostino, Pagano e Buccafusca: «Abbiamo necessità di segnare la nostra protesta e la nostra distanza rispetto a questo modo di essere e di amministrare»
Acque agitate a Nicotera. I consiglieri di minoranza Antonio D’Agostino, Salvatore Pagano e Maria Adele Buccafusca hanno rassegnato le dimissioni dalla carica assunta a seguito delle elezioni amministrative del 2019. I tre fanno parte del gruppo Movi@Vento e, in una lunga lettera, hanno riportato le motivazioni che hanno spinto al passo indietro.
«Consapevoli dell’importanza del mandato conferitoci dai nostri numerosi elettori – spiegano – ci siamo imposti di rappresentarli al meglio, sviluppando nel tempo le nostre azioni nel Consiglio comunale sulla base dello studio continuo delle tante problematiche presenti nel nostro territorio e, di conseguenza, esercitando, sia pure dai banchi della minoranza, un continuo controllo sugli atti prodotti dalla maggioranza e al contempo un pungolo all’attività amministrativa, criticando costruttivamente molti di quegli atti e proponendone altri, tutti finalizzati all’avanzamento sociale e civile della nostra comunità. Ciò è avvenuto in quasi tutti gli ambiti amministrativi. Ne ricordiamo i principali: la gestione dei rifiuti e il decoro urbano, ampiamente trascurati malgrado la nostra proposta di adozione di un modellosperimentato a Vibo e risultato vincente; ne è risultata la progressiva diminuzione della raccolta differenziata dal promettente 65,13% del 2020 al 54,55% nel 2023; la gestione delle risorse idriche, rimasta immutata nel tempo nonostante la presenza di perdite nella rete di circa il 90%, e segnata da inefficienze e trascuratezze che hanno colpito non solo le tasche ma anche la salute dei cittadini, cui non s’è dato in più occasioni avviso tempestivo della non potabilità dell’acqua; la depurazione, direttamente correlata all’inquinamento marino, per il quale nulla si è fatto, malgrado le nostre proposte concrete e percorribili, con la conseguenza che il fenomeno continua ad affliggere la popolazione, producendo notevoli danni alla nostra economia segnatamente turistica».
E ancora «la pubblica illuminazione, (sarebbe meglio chiamarla “pubblica oscurità”), con interi quartieri lasciati al buio; le strutture per la ricreazione, lo sport e l’aggregazione sociale, totalmente assenti, pur essendofondamentali per la crescita equilibrata dei ragazzi; praticamente uguali a zero le relative poste inserite nel bilancio, col paradosso di non aver neppure accettato la cessione del campo di calcio di proprietà dell’Ente Provincia, come da noi insistentemente chiesto anche per evitare che continui ad essere vandalizzato e trasformato in discarica pubblica; la mobilità cittadina e i parcheggi pubblici, entrambi penalizzati dalla mancanza di un piano della viabilità e dei trasporti, con strade sempre più insicure, parcheggi pubblici totalmente inadeguati, isole pedonali sul lungomare mai sperimentate e con l’assenza nei dodici mesi dell’anno sia pure di un semplice mezzo di trasporto pubblico di collegamento con lo scalo ferroviario». L’impegno del sodalizio è stato anche indirizzato alla «salvaguardia della pineta della Marina, confinante con il pregevole impianto paesaggistico del famoso arch. Porcinai all’interno dell’ex villaggio Valtur, che proprio in queste ore rischia di andare in fumo a causa di incendiari che perseguono probabilmente un interessato progetto criminale. Non si sono contati i nostri appelli e le nostre interlocuzioni con i vari proprietari delle aree e con il Consorzio di Bonifica di Vibo Valentia, disposto a dar seguito ad una convenzione per le operazioni di manutenzione, atte a prevenire proprio gli incendi e predisposta a suo tempo dagli ex commissari prefettizi; un atto importantissimo che però l’attuale amministrazione non ha mai inspiegabilmente inteso sottoscrivere».
Quindi il tema della «riscossione dei tributi, il cui esame ci ha consentito di appurare la cospicua evasione (dei grandi contribuenti, non dei cittadini, in grandissima parte adempienti) con particolare riguardo all’imposta di soggiorno e che ha visto sottrarre alla nostra comunità rilevanti introiti, fondamentali per la valorizzazione del nostro patrimonio culturale, materiale e immateriale e per il supporto agli operatori turistici e commerciali; la gestione finanziaria ampiamente inadeguata, con bollettazione dei principali servizi e dell’Imu ricorrentemente errata, che ha prodotto gravi disagi ai cittadini; le problematiche della sanità, in cui si sono privilegiati gli annunci spot e i rapporti di subornazione, mentre si veniva meno sia all’impegno istituzionale nella conferenza dei sindaci sia all’impegno politico di portare avanti i risultati ottenuti da un comitato sorto a questo fine e che aveva avuto interlocuzioni con la Dirigenza dell’Asp per pretendere legittimamente che venissero attuati i LEA a partire dalla realizzazione di un punto Servizio di Emergenza Urgenza (118) presso il nostro presidio sanitario; la gestione delle opere pubbliche che vede ancora aperti i cantieri della maggior parte delle opere appaltate, malgrado gli obblighi contrattuali e le nostre segnalazioni di anomalie negli affidamenti professionali e negli appalti».
Il lavoro del Movi@Vento ha interessato anche «la pianificazione urbanistica con il testa il Psc e il Piano spiaggia, i cui percorsi di approvazione si sono inspiegabilmente arenati nonostante la iniziale collaborazione spiegata dal nostro gruppo e finalizzata a rimettere sui binari l’iter inceppato; il piano di emergenza, redatto e riposto nei cassetti senza alcuna attuazione, malgrado i due fenomeni alluvionali del 2018 e l’elevato rischio sismico che caratterizza la nostra area dal punto di vista geofisico; la nuova toponomastica, anch’essa utilizzata come mero pennacchio di facciata, ma ovviamente inattuata per lo scontento e lo sconcerto provocati e per i criteri che ne avevano guidato la redazione, in alcuni casi amicali se non addirittura familistici e clientelari; la pubblica istruzione, che ha visto il dimensionamento scolastico danneggiare notevolmente il nostro territorio per l’accorpamento operato presso gli istituti di altri comuni; le strutture ricreative, di aggregazione e per il tempo libero, totalmente assenti, come certificato da un cartello all’ingresso dell’abitato di Marina, che reca la scritta “In questo paese i bambini giocano ancora per strada”, ma che intende dire che nel nostro Comune i bambini giocano solo per strada, e a loro rischio e pericolo, perché nulla è stato fatto per loro; i bilanci preventivi e i rendiconti di gestione approvati con notevole ritardo, dopo le sistematiche diffide della Prefettura, e con sistematica violazione dell’obbligo di trasmettere tempestivamente i relativi atti a tutti i Consiglieri; il sistematico ricorso alla gestione in conto provvisorio; l’elaborazione dei documenti unici di programmazione senza alcuna visione prospettica…e potremmo continuare a lungo».
In tutto questo. aggiungono «il ruolo della minoranza è stato sempre calpestato da comportamenti contro legge, come quello della mancata attivazione di quasi tutte le Commissioni consiliari previste dallo Statuto; della vanificazione del lavoro fatto proprio nel caso dell’elaborazione del nuovo Statuto, in cui non è stata rispettata né la procedura prescritta, né il contenuto obbligatorio per legge, e cui è mancata la redazione dei regolamenti attuativi che potessero consentire il funzionamento degli istituti di partecipazione democratica. Gli accessi agli atti sono stati inoltre resi sempre complicati, a causa della mancata collaborazione degli uffici e per la pervicace omissione dell’obbligo di mettere a disposizione una stanza per noi consiglieri di opposizione come previsto dal regolamento. Le violazioni di legge – fano presente i consiglieri – sono state la costante di questa amministrazione e tra queste sono da evidenziare la nomina di un consigliere di sesso maschile (il terzo su quattro) in spregio alla norma che ne prevede due per ogni sesso, e la mancata decadenza, contravvenendo al Regolamento, di un consigliere risultato assente nella quasi metà delle adunanze consiliari, malgrado il suo ruolo di presidente del Consiglio».
Da ultimo, «l’ulteriore gravissimo episodio consistente nell’aver negato artatamente il diritto di discutere in una seduta consiliare la mozione di sfiducia al sindaco, sottoscritta dai sei consiglieri della minoranza. Una mozione la cui principale motivazione verteva sull’ordinanza di demolizione di opere abusive riguardanti proprio la casa di abitazione del sindaco, un fatto tutt’altro che “personale e privato”, come rivendicato proprio da Marasco, ed invece emblematico dell’idea di legalità che ne permea l’azione, a lui che dovrebbe esserne il garante soprattutto in territori come il nostro. Un fatto che per noi toglie credibilità e dignità alla sua rappresentanza e che scredita l’intera amministrazione, che solo attraverso la mozione di sfiducia avrebbe potuto ritrovare una sua dignità. Ma questa maggioranza, ancora una volta, si è servita di trucchetti di bassa lega per negare anche un dibattito su un fatto così grave ed inquietante; cosi confermando che, se il pesce puzza dalla testa, finisce poi per puzzare comunque tutto quanto.
È questo ultimo episodio che ci ha convinto a rassegnare le nostre dimissioni, non potendo più restare in un consesso così inquinato, neppure per l’ordinaria amministrazione; a rassegnarle come atto simbolico, per la necessità di segnare la nostra protesta e la nostra distanza rispetto a questo modo di essere e di amministrare, dopo aver invano svolto ogni tentativo di riportare a normalità quel che è accaduto e accade nel nostro comune.
Un tentativo portato avanti in perfetta solitudine istituzionale; a nulla infatti sono valsi i ripetuti appelli e le segnalazioni all’Ufficio territoriale di Governo affinché intervenisse a ripristinare l’agibilità democratica impedita e attivasse, nell’ottica della “leale collaborazione” prevista ex lege, i suoi poteri di controllo su alcuni atti al fine di scongiurare ulteriori derive; poi rivelatesi concrete, se è vero com’è vero che è dovuta intervenire, purtroppo tardivamente, la Commissione prefettizia di accesso agli atti. Una Commissione del cui esito ancora oggi, a convocazione dei comizi aperta, nulla è dato sapere, con la conseguenza che ci si avvia a una campagna elettorale probabilmente priva di concorrenti, col grave effetto collaterale di una sospensione del percorso democratico finalizzato alla scelta del nuovo governo cittadino».
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