Il silenzio della politica vibonese sui Comuni “attenzionati” per mafia
Nicotera e Mileto chiamati alle urne. Si attende l’esito del lavoro delle Commissioni di accesso agli atti anche per Stefanaconi e Filadelfia, mentre alta rimane l’attenzione su Soriano Calabro chiamato al voto dopo la fine del commissariamento per infiltrazioni mafiose. Riflettori puntanti pure su Vibo Valentia, Cessaniti e altri centri. Ecco lo scenario
E’ una politica incapace di fare i conti con sé stessa quella vibonese e, all’indomani del silenzio scelto da quasi tutti i rappresentanti politici provinciali rispetto allo scioglimento degli organi elettivi di Tropea per infiltrazioni mafiose (non pervenute reazioni da parte dei vertici di Forza Italia, del Pd, di Fratelli d’Italia, del M5S e degli altri partiti e neanche da parte dell’ex sottosegretario Dalila Nesci che pure è una tropeana doc), l’attenzione si sposta sui Comuni di Nicotera, Mileto, Stefanaconi e Filadelfia. I primi due – Nicotera e Mileto – figurano tra gli enti chiamati al voto per scadenza naturale del mandato e, quindi, entro le ore 12 di giorno 11 maggio dovranno essere depositate le liste con i nomi dei candidati che intenderanno concorrere per il rinnovo del Consiglio comunale e per l’elezione del sindaco. A Nicotera al momento – sul fronte della presentazione delle liste – tutto tace in attesa delle decisioni del Governo (Ministero dell’Interno in primis) in ordine al possibile scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose. Per Nicotera sarebbe un record nazionale con il quarto scioglimento degli organi elettivi per infiltrazioni della criminalità organizzata. La conferma, in tal caso, della presenza di una politica locale che non riesce a fare pulizia al proprio interno e a tenere lontani dalla gestione della cosa pubblica personaggi che – per legami familiari, di affari o altro – semplicemente non dovrebbero fare politica poiché finiscono di fatto per non garantire il buon andamento dell’azione amministrativa da un lato, e per svilire il prestigio che un Comune deve sempre conservare all’esterno dall’altro. Naturalmente un’operazione di “pulizia” richiede vertici provinciali dei partiti a loro volta puliti, cosa che – come testimoniato da diverse inchieste antimafia – in molti casi non si riscontra. A Nicotera, quindi, è ancora da vedere se il sindaco uscente Giuseppe Marasco (vicino a Forza Italia) ripresenterà la propria candidatura a primo cittadino o preferirà farsi da parte in attesa della decisione del Governo sulla sua amministrazione. La Commissione di accesso agli atti a Nicotera è stata inviata dal prefetto di Vibo Valentia, Paolo Giovanni Grieco, il 5 ottobre scorso e quale risposta il sindaco Marasco si era subito dimesso per poi ritornare sui propri passi dopo neanche una settimana.
Chi pare voler essere della “partita” è invece il sindaco di Mileto Salvatore Fortunato Giordano la cui amministrazione è finita sotto la “lente d’ingrandimento” della Commissione di accesso agli atti dall’11 dicembre scorso. La discesa in “campo” di Giordano e di alcuni consiglieri della sua maggioranza pone naturalmente a forte rischio l’esito del turno elettorale nel caso in cui gli attuali organi elettivi dell’ente dovessero essere sciolti per infiltrazioni mafiose. Soprattutto in caso di riconferma dell’attuale primo cittadino, ben pochi dubbi dovrebbero sorgere in ordine all’insediamento nel Comune di Mileto di una terna commissariale prefettizia disposta a seguito di un eventuale scioglimento. Situazione tutta da vedere, invece, nel caso in cui a Mileto dalle urne dovesse uscire una maggioranza totalmente diversa da quella uscente e con personaggi non citati nel lavoro della Commissione di accesso agli atti. Anche qui, quindi, la responsabilità delle scelte nella selezione dei candidati da far partecipare al turno elettorale ricade interamente sulla politica locale (con un eventuale controllo da parte di quella provinciale sinora mancato).
Stefanaconi e Filadelfia
Situazioni diverse, invece, in altri due Comuni dove sono state inviate delle Commissioni di accesso agli atti. I Comuni di Stefanaconi e Filadelfia, infatti, non rientrano nel prossimo turno elettorale di giugno e, dunque, si attende l’esito delle “ispezioni” senza dover fare i conti con candidature e presentazione di liste. A Stefanaconi il Comune è guidato dal sindaco Salvatore Solano, il cui coinvolgimento nell’inchiesta Petrolmafie (all’epoca era presidente della Provincia di Vibo) ha finito di fatto per accendere i “riflettori” anche sul Municipio alla cui guida è stato rieletto. A Filadelfia, invece (sindaco Anna Bartucca), la Commissione di accesso agli atti è al lavoro dal 15 febbraio scorso e sta vagliando atti, documenti, delibere e determine prodotte dall’amministrazione comunale. Se restano commissariati per infiltrazioni mafiose i Comuni di Capistrano ed Acquaro, alle urne ritorna pure Soriano Calabro, dopo lo scioglimento – sempre in base alla legge antimafia – dell’ultima amministrazione guidata dal sindaco Vincenzo Bartone. Particolarmente delicata, sul fronte della presentazione delle liste, la situazione proprio a Soriano Calabro dove la probabile presenza di alcuni candidati mette di nuovo a rischio il turno elettorale e la futura gestione del Comune. Non bisogna dimenticare, tra l’altro, che nell’ultima relazione di scioglimento degli organi elettivi di Soriano, la Commissione di accesso agli atti è andata a “spulciare” anche tra i sottoscrittori delle liste presentate alle comunali trovando alla fine di tutto fra i firmatari: avvisati orali di pubblica sicurezza, personaggi con precedenti per produzione di sostanze stupefacenti e sottoscrittori con parentele compromettenti e con controlli sul territorio in compagnia di pregiudicati ed esponenti dei clan.
Chiamati al voto nel Vibonese anche i Comuni di Cessaniti, Drapia, Mongiana, Pizzoni, Rombiolo, Simbario, Sorianello, Vallelonga e Zungri. Da ricordare che a Cessaniti il 18 agosto scorso il sindaco Francesco Mazzeo si è dimesso a seguito di alcune inchieste della nostra testata che davano conto delle risultanze emerse nell’operazione Maestrale-Carthago. L’attenzione della Prefettura e delle forze dell’ordine è naturalmente massima su tutti i Comuni chiamati al voto, compreso quello del capoluogo di provincia – Vibo Valentia – il cui turno elettorale presenta i medesimi rischi di enti locali finiti sotto il commissariamento per infiltrazioni mafiose. La politica locale è dunque chiamata ad operare scelte chiare e nette per contrastare l’infiltrazione mafiosa nei Comuni, compito dal quale sembra al momento voler sfuggire limitandosi a criticare una legge – quella sullo scioglimento per infiltrazioni mafiose – che dimostra di non aver capito e di non voler accettare, finendo di fatto per svilire il ruolo stesso della politica (che a livello nazionale ha fortemente voluto e difeso tale legge sulla quale esiste una giurisprudenza chiara da parte dei Tar e del Consiglio di Stato) ed anni di contrasto nella lotta alla mafia da parte della magistratura, delle forze dell’ordine e di chi la legislazione antimafia l’ha pensata e varata anche a costo della propria vita.
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