Un polo tecnologico delle professioni a Vibo, Furci (M5s): «Proposta lungimirante»
L’idea di un Centro della formazione avanzata per le professioni tecno scientifiche dei settori produttivi nata dal contributo del leader dei pentastellati, Giuseppe Conte: « Prospettiva concreta per rilanciare l’economia vibonese»
«È bastato poco al presidente Giuseppe Conte e al professor Pasquale Tridico interpretare i veri bisogni dell’economia vibonese e perciò far maturare l’idea di un nuovo modello di formazione legata a un orizzonte economico capace di guardare al futuro e rilanciare le potenzialità del presente». Lo scrive Michele Furci, rappresentante del gruppo territoriale del M5s. L’esponente pentastellato evidenzia: «Con la proposta di realizzare proprio a Vibo Valentia il “Polo tecnologico delle professioni”, nata con grande concretezza e lungimiranza grazie al contributo del presidente del M5s, Giuseppe Conte, il capoluogo viene proiettato a recitare un ruolo inedito a livello regionale e nazionale. L’idea innovativa di concepire la formazione professionale alle moderne attività manifatturiere e con parametri di alta specializzazione, consente di avere una prospettiva concreta per rilanciare l’economia vibonese e calabrese in versione avanzatissima e secondo gli standard necessari per stare al passo con le tecnologie digitali della quarta rivoluzione industriale. La proposta non parte da astrattezze e mere ipotesi poco realistiche, bensì da ciò che è la storia secolare produttiva vibonese e dalla sua realtà attuale. Ciò perché, sebbene spesso dimenticata, l’economia vibonese ha il suo valore aggiunto nelle consolidate produzioni industriali eccellenti del suo distretto».
Furci aggiunge: «Si parte dal valore strategico di Baker Hughes Nuovo Pignone e delle sue produzioni di alta tecnologia e saldature meccaniche e come eccellenza mondiale nella produzione di turbine a gas, di Eni – Ex Snamprogetti, delle imprese turistiche, delle eccellenze che offre il settore della ristorazione, delle attività di diporto, dell’agroalimentare e l’artigianato avanzatissimo, dei siti culturali e quelli che rimembrano le attività marinaresche. Il tutto ruota intorno al Porto di Vibo Marina e la sua straordinaria logistica al centro del Mediterraneo. Nella storica giornata del M5s di Vibo Valentia, con il modo di calarsi nella concreta realtà umana, materiale e professionale dei luoghi in cui si cimenta, la presenza del presidente Conte evidenzia e valorizza almeno tre fondamentali peculiarità della città capoluogo e dal suo mondo associativo e rappresentativo del tessuto economico». Entrano nel dettaglio: «Il primo è stato rappresentato dal rilancio del dialogo sociale, poiché il presidente Conte ha voluto avere un incontro diretto con i cittadini e le rappresentanze associative che li rappresentano. Il secondo luogo ha valorizzato l’idea del gruppo dirigente del M5s vibonese e del Polo progressista, che per invertire la tendenza e bloccare il declino del comune di Vibo Valentia e della sua provincia rilancia lo sviluppo produttivo, partendo dalle sue risorse e dal suo tessuto economico. Infatti, nonostante tutto, la realtà economica vibonese continua a produrre ricchezza e valore aggiunto, competendo con i suoi prodotti a livello di mercati mondiali.
Il terzo, con la politica dell’ascolto e la valorizzazione del protagonismo delle parti sociali, il Movimento indica la strada della partecipazione dei cittadini e degli attori economici sociali la via della grande ripresa dello sviluppo della società vibonese. Dal M5s vibonese perciò va tutta la sua attenzione e il ringraziamento a Confindustria, Cna, Confartigianato, Fipe Confcommercio, alle organizzazioni confederali Cgil, Cisl e Cisal, se anche assente per un impedimento tecnico. Con le parti sociali, attraverso il rilancio di un nuovo metodo di dialogo sociale, l’incontro privato promosso dal Gruppo territoriale vibonese alla presenza del presidente Giuseppe Conte, del prof. Pasquale Tridico, del candidato a sindaco dei progressisti Enzo Romeo, del nostro deputato Riccardo Tucci, il Movimento ha avuto modo di approfondire i vari argomenti riguardanti le problematiche del lavoro, dell’occupazione e i grandi processi industriali che, per la miopia delle forze di maggioranza delle destre nazionali, regionali e locali rimangono tuttora in grande sofferenza. Esse, infatti, se non si afferma un nuovo modello di relazioni industriali, con le politiche della vecchia politica e con le destre rischiano di essere affossate definitivamente proprio dalla disastrosa autonomia differenziata portata avanti dal governo, con il consenso della Regione».
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