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Mozione di sfiducia contro il sindaco di Nicotera: «Non è più il garante della legalità»

Antonio D’Agostino per il gruppo Movi@Vento e Antonio Macrì per la Lega uniti nel chiedere la convocazione urgente di un Consiglio per mandare a casa il primo cittadino: «E’ destinatario pure di un’ordinanza di demolizione per abusivismo edilizio e sinora ha scelto la via del silenzio»

Mozione di sfiducia contro il sindaco di Nicotera: «Non è più il garante della legalità»
Il Comune di Nicotera e da sinistra: Antonio D'Agostino, Antonio Macrì e Giuseppe Marasco
Giuseppe Marasco

Mozione di sfiducia nei confronti del sindaco di Nicotera, Giuseppe Marasco. A presentarla sono entrambe le forze politiche di opposizione con il capogruppo di Movi@Vento, Antonio D’Agostino, e il capogruppo della Lega Antonio Macrì. Una mozione che pone in rilievo diversi aspetti politici che investono il primo cittadino (già alle prese con l’invio della Commissione di accesso agli atti da parte della Prefettura di Vibo al fine di accertare eventuali infiltrazioni mafiose nella vita dell’ente) e che mira ad “evitare ogni ulteriore escamotage da parte della presidenza del Consiglio comunale, volta ad eludere – evidenziano dalle opposizioni – il necessario dibattito e la conseguente determinazione, nella sede istituzionalmente più propria, che non può che essere l’assemblea consiliare”. Fra le motivazioni alla base della sfiducia la “più grave riguarda l’abuso edilizio contestato al capo dell’amministrazione che – aggiungono le opposizioni – per tale causa è stato destinatario di un’ordinanza di demolizione emessa dal dirigente dell’Area tecnica comunale. Da evidenziare inoltre che la stessa mozione, quale atto dovuto e urgente – e nel perdurante e imbarazzante silenzio del sindaco – è stata preceduta da una richiesta di dimissioni avanzata attraverso i giornali dal capogruppo della “Lega – Salvini premier”, mentre analoga richiesta, a firma del gruppo Movi@Vento, è stata inserita al primo punto dell’ordine del giorno di un Consiglio comunale, richiesto in data 10 marzo e ad oggi non convocato malgrado siano trascorsi i venti giorni prescritti dal Tuel”.

Antonio D’Agostino

Questo il testo della mozione di sfiducia contro il sindaco di Nicotera sottoscritta da Antonio D’Agostino e Antonio Macrì: “Molteplici sono stati i motivi delle contestazioni nei confronti del sindaco e della sua maggioranza, portate avanti in questi quasi cinque anni di amministrazione, come peraltro risulta sia dai verbali delle adunanze consiliari, sia dai numerosi comunicati stampa attraverso i quali i sottoscritti gruppi hanno puntualmente informato la comunità; esse hanno riguardato sia il metodo che il merito dell’azione amministrativa, distintasi per la estrema chiusura ad ogni collaborazione della minoranza, che si è vista rigettare le proposte migliorative dei provvedimenti assunti dalla maggioranza o, peggio, vanificare diversi deliberati consiliari adottati addirittura all’unanimità”. Per Movi@Vento e Lega, quindi, tra i comportamenti più gravi occorre evidenziare: la mancata attivazione di quasi tutte le commissioni consiliari previste dallo statuto; la nomina, in sostituzione della vice sindaco e assessora dimissionaria, di un assessore al bilancio di sesso maschile al posto di uno di sesso femminile, portando a tre maschi su quattro la composizione della Giunta e così violando il dettato normativo di cui all’art. 1 comma 137 della legge 56/2014, che così recita: “Nelle giunte dei Comuni con popolazione superiore a 3000 abitanti, nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura inferiore al 40 per cento, con arrotondamento aritmetico“; quanto sopra, e molto altro, ha di fatto compromesso l’agibilità democratica dell’opposizione spesso costretta a ricorrere al prefetto per tentare di vederla ristabilita”.

Antonio D’Agostino e Antonio Macrì ricordano poi che: vi è in atto un processo a carico del sindaco e dell’ex dirigente tecnico, entrambi imputati per omissione d’atti d’ufficio; le disfunzioni amministrative e le illegittimità verificatesi avrebbero potuto formare già da tempo oggetto di una mozione di sfiducia che non si è voluta azionare per non sommare danno a danno, sapendo quali sarebbero stati gli effetti dannosi di uno scioglimento del Consiglio comunale, che, ahinoi, non è peraltro all’attualità escluso, attesa la presenza della commissione prefettizia di accesso agli atti, ma che si spera venga scongiurato avendo già subito la nostra città l’onta di tre scioglimenti per infiltrazioni criminali nell’arco di dieci anni”. 

Antonio Macrì

I consiglieri di minoranza ricordano inoltre che “a seguito dell’indagine svolta dalla Legione carabinieri “Calabria”, in data 1 marzo è stata emanata l’ordinanza n. 13 avente ad oggetto la “Demolizione delle opere abusivamente realizzate con variazioni essenziali dei titoli autorizzativi, site alla località “Passo” della frazione Badia di Nicotera”. Dagli estremi catastali si deduce univocamente e con assoluta certezza che l’immobile oggetto dell’abuso edilizio è di proprietà del sindaco Giuseppe Marasco”. Malgrado, quindi, “tale gravissima vicenda sia diventata di dominio pubblico, nessuna replica è arrivata dal primo cittadino che, oltre all’inquietante silenzio, ha deciso di non presentarsi al primo Consiglio comunale seguito alla notizia e precisamente quello dell’8 marzo. Alla luce di quest’ultimo fatto, è fin troppo evidente che ci si trova di fronte a una palese figura antitetica del sindaco a ricoprire ancora la sua carica dal momento che è venuta meno la sua funzione primaria di garante della legalità, assunta col proprio giuramento, con il quale si era impegnato a “osservare lealmente le leggi dello Stato e la Costituzione italiana”, ed in particolare l’articolo 54 della Carta che così recita: “I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore”. Alla luce di tutto quanto sopra esposto, i consiglieri comunali Antonio D’Agostino per il gruppo Movi@Vento e Antonio Macrì per la Lega, hanno depositato la mozione di sfiducia in forza dell’articolo 52 del Tuel, facendo presente che la stessa dovrà essere portata per la discussione e la votazione del Consiglio comunale non prima di dieci e non più tardi di trenta giorni.

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