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Il Corsivo | Comunali a Vibo: il polo centrista e i problemi interni non risolti

Neppure l’individuazione del candidato a sindaco pone fine alle contese in Azione. La mancata adesione della Lega, le “esigenze” dell’ex consigliere regionale Vito Pitaro, il ruolo di Città Futura e la copertura di partiti nazionali come Udc e Noi Moderati

Il Corsivo | Comunali a Vibo: il polo centrista e i problemi interni non risolti
Nei riquadri Francesco Muzzopappa e Vito Pitaro
Francesco Muzzopappa

Con la designazione di Francesco Muzzopappa quale candidato a sindaco del terzo polo si chiude la prima fase di questa lunga campagna elettorale. Nelle ultime settimane molto si è detto e scritto, spesse volte a sproposito, in relazione agli eventi che hanno interessato questa aggregazione politica e riteniamo pertanto opportuno effettuare una ricognizione dei fatti per riportarli nel loro giusto alveo. Il punto di partenza non può che essere quello che noi riteniamo l’unico dato certo ed inequivocabile cioè quel famoso “documento” sottoscritto da tutte le nove forze politiche e civiche (Noi Moderati, Italia Viva, Udc, Lega, IdM, Azione, Città Futura, Indipendenza, Vibo Identità) che fino al 22 febbraio costituivano il polo centrista, poiché da quel momento in poi è cominciata una girandola di uscite ed entrate di sigle che neppure oggi consente di avere alcuna certezza su chi sostiene effettivamente Muzzopappa. Per comprendere quale sia la situazione occorre chiarire le posizioni di Azione, Lega e Vito Pitaro. La prima forza politica a prendere le distanze dal polo di centro è stato il partito di Azione, la cui sigla paradossalmente compare ancora tra le forze che sostengono Muzzopappa. Nel partito di Calenda è in atto un braccio di ferro che vede contrapposti il circolo cittadino e il segretario regionale Francesco De Nisi. Il circolo cittadino, di fronte alle pretese di egemonia politica di Vito Pitaro, venuta meno la “pregiudiziale” costituita dalla presenza della Limardo, ed in ossequio alla linea indicata dal segretario nazionale Carlo Calenda: “…il partito in Calabria sostiene Occhiuto” ha deliberato, alla presenza di De Nisi e con un solo voto contrario, di aderire al centrodestra. Successivamente tale decisione veniva contestata dal segretario regionale il quale perentoriamente affermava che Azione a Vibo è al centro e lì sarebbe rimasta,  aggiungendo  che la scelta di Luciano (che in verità appartiene invece al circolo cittadino) di aderire al centrodestra è da intendersi a titolo personale. La responsabile cittadina, Claudia Gioia, nel replicare a De Nisi, puntualizzava i seguenti aspetti: 1) lo statuto del partito riserva alle articolazioni locali le scelte in campo comunale,  pertanto sono arbitrarie le ingerenze del segretario regionale; 2) lo statuto non riconosce al segretario regionale il potere di interdire l’uso del simbolo del partito, facoltà riservata esclusivamente al segretario nazionale. Ciò posto occorre capire chi rappresenta la sigla di “Azione” che compare nel documento del polo di centro e quanto vale in termini di voti. In ordine al primo aspetto non è possibile sbilanciarsi poiché all’interno della coalizione solo Noi Moderati ha asseverato, attraverso il segretario regionale e provinciale, la propria sigla pertanto ad oggi la sigla di Azione è senza alcuna paternità, quasi un figlio negletto. In relazione al peso elettorale, dopo che il circolo cittadino ha deciso di aderire al centrodestra e sostenere Cosentino, riteniamo che esso sia molto scarso, totalmente ininfluente sulle sorti di Muzzopappa.

Giacomo Saccomanno

Passando alla Lega va evidenziato come il partito non viene menzionato tra i sostenitori di Muzzopappa, anzi è stata pubblicamente abiurata dal candidato a sindaco in cambio del sostegno di Mimmo Consoli ed Anthony Lo Bianco. Non è dato sapere che fine abbia fatto il simbolo, certamente di fronte alla presa di posizione di cui sopra, riteniamo che il responsabile regionale, Giacomo Saccomanno, non possa più far finta di nulla e qualche decisione a breve dovrà pur prenderla. Per quanto concerne Vito Pitaro non deve sorprendere la circostanza che tra i firmatari del documento a sostegno della candidatura di Muzzopappa non ci sia Città Futura. La scelta, per come vedremo, è perfettamente in linea con le esigenze dell’ex consigliere regionale e non deve far pensare ad un suo disinteresse nei confronti del candidato a sindaco. Se non si affronta in modo chiaro il tema delle “esigenze di Pitaro” non si può comprendere tutto quello che è avvenuto, sta avvenendo ed avverrà nell’area centrista. L’ex consigliere regionale ha l’assoluta necessità di ricrearsi uno spazio di agibilità politica dopo quanto scritto dai magistrati della Dda di Catanzaro. Inizialmente Pitaro ha tentato di raggiungere l’obbiettivo attraverso il riconoscimento della sua “idoneità” alla candidatura a sindaco da parte delle forze politiche e civiche che avevano sottoscritto il documento dal quale siamo partiti.

Vito Pitaro

Fallito quel tentativo in seguito alla presa di distanza prima di Stefano Luciano in rappresentanza del circolo cittadino di Azione e poi a seguire di Franco Bevilacqua, Elio Costa e Michele Ranieli, riteniamo che oggi Pitaro per raggiungere il suo obiettivo non abbia alcuna alternativa a quella di entrare in un partito nazionale che possa “garantire” per lui. Ovviamente un passo del genere è incompatibile con “l’esistenza in vita” di Città Futura: nessun partito avrebbe l’interesse a farsi carico delle problematiche che accompagnano Pitaro, senza il beneficio dei “numeri” delle sue truppe. Tutto questo spiega perché Città Futura non ha sottoscritto il documento a sostegno della candidatura di Muzzopappa, mancata sottoscrizione che si pone come il logico preludio di un suo imminente scioglimento. Stando così le cose, non resta che capire quale potrebbe essere, nell’attuale contesto, il “porto sicuro” per Pitaro. Nel polo di centro attualmente potrebbero soddisfare le sue esigenze solamente Udc e Noi Moderati ma riteniamo che alla fine sarà quest’ultimo partito ad accoglierlo a braccia aperte.

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