Il M5S interviene sulla diffida del prefetto per la mancata convocazione del Consiglio di Vazzano
Per la coordinatrice Luisa Santoro «è inaccettabile, che al giorno d’oggi, possa ancora un primo cittadino contravvenire alle regole della democrazia»
Il coordinatore provinciale del Movimento Cinque Stelle Luisa Santoro interviene in merito alla decisione del prefetto Paolo Giovanni Grieco di diffidare il presidente del consiglio comunale di Vazzano per la convocazione del Consiglio comunale. «È notizia di questi giorni – scrive Santoro – che il Prefetto di Vibo Valentia, su impulso di alcuni consiglieri di minoranza, abbia dovuto diffidare il sindaco del Comune di Vazzano alla convocazione del Consiglio comunale, che gli stessi consiglieri, nel previsto numero legale previsto dal vigente T.U. sugli Enti Locali, avevano provveduto a richiedere al Sindaco, con esito negativo, su importanti tematiche riguardanti la comunità dei cittadini di Vazzano». Per il coordinatore provinciale del Movimento Cinque Stelle, «è assolutamente inaccettabile, che al giorno d’oggi, possa ancora un primo cittadino, contravvenire alle prime regole di democrazia imposte dal nostro legislatore proprio con l’intento di garantire quel pluralismo politico rappresentativo dei cittadini, all’interno di un consesso civico.
Il tempestivo intervento repressivo da parte dell’organo territoriale di Governo Vibonese ha consentito l’immediato ripristino della legalità e ci fa comprendere come sia fondamentale – prosegue Luisa Santoro- per la nostra provincia, avere presidi di legge fisicamente presenti sul territorio, che siano in grado di troncare sul nascere, tentativi di gestione poco trasparenti ed in difetto dell’ applicazione delle leggi, all’interno delle amministrazioni comunali vibonesi. Sono proprio questi gli atteggiamenti di “chiusura” che lasciano spazio e facilitano le infiltrazioni della malavita organizzata nelle amministrazioni comunali, dove trasparenza e legalità diventano opzioni di scelta per gli amministratori di turno e finiscono poi sotto le lenti di ingrandimento della Prefettura per il tramite delle famigerate Commissioni di accesso. Ma vigileremo sul seguito delle questioni», conclude.
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