Reparti Prevenzione Crimine, il gruppo del Pd interroga la giunta regionale
Il Partito democratico interviene dopo le polemiche sul trasferimento del Rpc di Vibo Valentia e la paventata chiusura di quello di Rende
“Stiamo per oltrepassare la metà della legislatura e il trend non cambia: il governo regionale annuncia investimenti e riforme, mentre sul territorio si registrano soltanto tagli e nuove crisi. Basta pensare a quanto sta avvenendo con il riordino dei Reparti di Prevenzione Crimine sul territorio calabrese. Dopo le polemiche di campanile in ordine al possibile trasferimento del Rpc di Vibo Valentia, che ha provocato una ferma presa di posizione dei sindacati di Polizia, adesso si paventa la chiusura del Rpc di Rende, inaugurato soltanto nel 2018”.Così si esprimono i consiglieri regionale del gruppo del Pd in Consiglio regionale tramite una nota stampa.“Va fatta chiarezza su quanto sta avvenendo sul territorio senza alcuna concertazione con le forze sindacali e con i rappresentanti del territorio, rischiando di mettere a rischio la sicurezza del territorio e disperdere i brillanti risultati ottenuti fin qui dai Reparti di Prevenzione Crimine che erano stati dislocati con la massima attenzione dopo il decreto del Ministero dell’interno del 2013, con il quale erano state fatte le più opportune valutazioni in ordine alla loro collocazione territoriale. Valutazioni che avevano portato il Ministero dell’interno a stabilire che il trasferimento nella sede di Vibo Valentia del Rpc di Rosarno presso la struttura che ospita la locale Scuola Allievi Agenti avrebbe consentito un più incisivo controllo del territorio, segnatamente nella Calabria, garantendo un più razionale impiego delle risorse e minori costi di esercizio. Così come era stato deciso di puntare sul Rpc di Rende per un presidio efficace sul territorio più a Nord della Calabria e che copriva così quasi il 50% del territorio calabrese. Ci attiveremo dunque in tutte le sedi competenti – concludono i consiglieri dem – per tutelare e difendere tali fondamentali presidi di legalità. Ben vengano ulteriori investimenti e insediamenti sul territorio che da parte nostra troverebbero consenso e condivisioni. Sarebbe grave se ciò avvenisse smantellando quelli esistenti: costituirebbe un segnale pericoloso per i cittadini calabresi che si aspettano invece segnali di vicinanza e sostegno, a partire dai temi legati alla sicurezza e al lavoro. Come gruppo del Pd presenteremo nei prossimi giorni un’apposita interrogazione al governo regionale per fare luce sulla situazione e capire quali iniziative intenda adottare la giunta per tutelare i presidi di legalità sul territorio regionale”.
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