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Autismo, Comune di Vibo condannato, Miceli: «Sindaco chiarisca lo stato dell’arte dei Progetti di Vita»

Il consigliere comunale interroga il primo cittadino sul motivo per cui non ha provveduto a predisporre, per tempo, il progetto richiesto e chiede lumi su quelli in corso

Autismo, Comune di Vibo condannato, Miceli: «Sindaco chiarisca lo stato dell’arte dei Progetti di Vita»
Marco Miceli

“L’amministrazione comunale di Vibo Valentia è gravemente inadempiente dell’obbligo di predisposizione e/o di attuazione tempestiva del Progetti di Vita a favore dei soggetti con disabilità; in ragione di tanto, l’ente è stato definitivamente condannato, con sentenza del 12 febbraio 2024, emessa dal Consiglio di Stato, a rifondere, in favore di un minore affetto da autismo, i danni, patrimoniali e non patrimoniali, causati a quest’ultimo ed ai suoi familiari, una somma pari a euro 30.000,00, oltre alle spese legali, quantificate in euro 8.000,00, per aver predisposto il Progetto di Vita, richiesto dall’interessato nell’anno 2019, solo nell’anno 2022, ovvero con ben tre anni di ritardo ed esclusivamente a seguito di sentenza di condanna emessa, a conclusione del primo grado di giudizio, dal Tar per la Regione Calabria”. Il consigliere comunale Marco Miceli, capogruppo di “Vibo Democratica” si sofferma “sull’inerzia del Comune” in merito al Progetto individuale di Vita relativo a un minore disabile e per il quale l’ente è stato condannato. Miceli spiega che “considerato il precede giurisprudenziale – sopracitato – si presta a divenire volano per un’infinità di azioni giudiziarie tendenti ad ottenere il risarcimento del danno subito e subendo da tutti gli aventi, richiedenti progetti di Vita inattuati e/o inattuandi e/o intempestivi. Il contenzioso giudiziario, ad oggi, costituisce già una delle principali cause del grave indebitamento del Comune; ciò nonostante, – con riferimento alla tematica oggetto dell’interrogazione di Miceli -,  l’amministrazione comunale ha agito in totale dispregio non solo dei diritti fondamentali degli istanti, ma anche delle prevedibili conseguenze giudiziarie delle proprie omissioni; la sentenza di condanna pronunciata dal Consiglio di Stato è frutto della pervicacia con cui, nonostante le numerose diffide legali ricevute dal Comune per non aver realizzato ed attuato il Piano di Vita in questione e la successiva introduzione (nell’anno 2019) di ricorso giudiziario innanzi al Tar Calabria, l’amministrazione ha persistito nella propria inadempienza, ottemperando ai propri obblighi, con la predisposizione del dovuto Piano di Vita in favore del minore affetto da autismo danneggiato, solo a conclusione del primo grado di giudizio, definitosi, nell’anno 2022, con sentenza di condanna; il danno patito dal minore è stato infatti quantificato tenendo conto dei tre anni di ritardo (intercorrenti tra la conclusione del procedimento svoltosi innanzi al Tar e la definizione dello stesso, con la pronuncia emessa dalla somma autorità giudiziaria amministrativa; negli scorsi anni – aggiunge il consigliere – sono stati conferiti numerosi incarichi di consulenza esterna, lautamente retribuiti, che avrebbero dovuto consentire il regolare svolgimento, da parte del Comune, dei propri obblighi in materia di politiche sociali”.

E ancora, Miceli, aggiunge: “I Progetti di Vita in favore delle persone disabili sono strumento imprescindibile per garantire loro l’inclusione sociale e il diritto ad una vita autonoma, indipendente e consona alla realizzazione delle loro aspirazioni e inclinazioni e che ad ogni persona, all’interno di una società civile, deve essere garantita la possibilità di esercitare tali diritti, nell’interesse dell’intera collettività – il capogruppo dell’opposizione prosegue – il diritto alla dignità ed alla qualità della vita è diritto costituzionalmente garantito, anche a livello europeo ed internazionale e costituisce, pertanto, diritto soggettivo perfetto ed esigibile , quale strumento per l’esercizio del diritto alla vita indipendente ed all’inclusione all’interno della comunità, per tutte le persone disabili”. Marco Miceli rammenta che “la legge impone ai Comuni di realizzare i Progetti di Vita in favore dei soggetti che li richiedono” e al fine di consentire l’attuazione della norma di che trattasi, “vi sono fondi regionali e nazionali, disponibili ed erogabili attraverso gli appositi strumenti di programmazione previsti dal Piano Sociale regionale e dal Piano Nazionale per le disabilità e l’inclusione”. Pertanto, il consigliere interroga il sindaco Maria Limardo “sullo stato dell’arte dei Progetti di Vita richiesti e non ancora predisposti, sulle iniziative intraprese e che intende intraprendere per l’attuazione degli obblighi imposti al Comune dalla legge e sul motivo per cui non ha provveduto a predisporre ed attuare il Progetto di Vita richiesto dal sopra menzionato minore, nel più breve tempo possibile, onde evitare la condanna al risarcimento del danno del Comune, definitivamente sancita dal Consiglio di Stato, all’esito del secondo grado del giudizio precedentemente citato, iniziato nell’anno 2019 e conclusosi il 12 febbraio 2024″.

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