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Il Corsivo | Comunali a Vibo: con la Lega nel polo di Centro la riconferma della Limardo diventa più problematica

Il ruolo di Forza Italia in città, la perdita di almeno dieci consiglieri e la coalizione di centrodestra frantumata. Ecco come è mutato lo scenario politico a pochi mesi dalle elezioni

Il Corsivo | Comunali a Vibo: con la Lega nel polo di Centro la riconferma della Limardo diventa più problematica
Nel riquadro a sinistra Mino De Pinto e a destra Tilde Minasi e Maria Limardo
Maria Limardo e Giuseppe Mangialavori

La scelta della Lega di non sostenere la candidatura della Limardo e di collocarsi nell’area di centro chiude la parabola discendente del centrodestra vibonese oggi composto unicamente da Forza Italia e Fratelli d’Italia. Tale quadro stride fortemente con quella che era la situazione nella precedente tornata elettorale quando invece le forze politiche sgomitavano e facevano la fila per schierarsi al fianco di Forza Italia. Le cause di una metamorfosi del genere vanno collegate senza alcun dubbio al corposo fallimento politico amministrativo della Limardo che da un lato non è  riuscita a risolvere i problemi della città e delle frazioni le cui condizioni sono sotto gli occhi di tutti, e dall’altro ha dissipato una maggioranza politica bulgara facendo perdere a Forza Italia circa dieci consiglieri comunali, riducendo l’esecutivo ad un insieme di personaggi che rappresentano solo se stessi e non un progetto politico ed infine portando le forze che avevano concorso alla sua elezione a spostarsi prima nei banchi dell’opposizione ed oggi ad abbandonare il centrodestra vibonese per collocarsi nel polo di centro. Ciò posto bisogna essere altrettanto chiari nel dire che, per quanto concerne il tratto finale della parabola discendente (uscita dal centrodestra ed adesione al polo di centro dei vecchi alleati), le responsabilità della Limardo sono più attenuate rispetto a quelle da ascrivere a Mangialavori. La prima può essere tacciata solo di egoismo nei confronti di FI e della coalizione per non aver fatto un passo indietro nel momento in cui ha constatato che sul suo nome non c’era condivisione, il parlamentare invece dopo aver creato il casus belli con la riproposizione dell’attuale primo cittadino sulla scorta della sua apodittica ed ingiustificata ( i segnali erano già chiari) convinzione che sarebbe stata accettata e sostenuta da tutti gli alleati, non ha poi fatto nulla per evitare che la coalizione si frantumasse. Ritornando alla presa di posizione della Lega vanno evidenziati alcuni aspetti. Va riconosciuto a De Pinto ed alla dirigenza cittadina di aver dato al partito con la loro determinazione una dimensione diversa da quella di semplice vassallo di Forza Italia, ruolo che evidentemente Mangialavori e la Limardo ritenevano di potergli, ancora una volta, far ricoprire.

Tilde Minasi e Maria Limardo

Inutili in tal senso si sono rilevate le pressioni esercitate sui responsabili regionali (Saccomanno e Minasi) per indurre De Pinto e soci a rivedere le proprie determinazioni. Sul punto va ricordato quanto dichiarato in tono perentorio da Saccomanno: “se la Limardo dovesse essere candidata a sindaco la Lega la sosterrà”, ed ancora peggio la Minasi “esibita” in Comune dal sindaco quale prova della propria “capacità” di scavalcare la dirigenza cittadina ostile. Sappiamo come è andata a finire: Saccomanno e Minasi hanno rimediato una figura poco brillante, che ha contribuito ad ingigantire l’immagine della classe dirigente vibonese. In particolare De Pinto ha dimostrato di possedere oltre alla tempra pure “l’intelligenza politica” di scegliere il momento opportuno (la presenza in città dell’europarlamentare Valentino Grant) per mandare un chiaro segnale, a chi si era speso in favore della Limardo, riassumibile nei seguenti termini: a Vibo solo la dirigenza cittadina ha la capacità di predisporre una lista competitiva, infastidirla ulteriormente potrebbe avere effetti negativi anche sulle elezioni europee. Chiuso questo capitolo va aggiunto che lo stesso discorso può essere fatto anche con riferimento agli altri partiti della vecchia coalizione di centrodestra che ancor prima della Lega, ma sempre per le stesse motivazioni, avevano deciso di aderire al polo di centro. Ci riferiamo a Noi Moderati ed all’Udc i cui rispettivi responsabili provinciali, Maria Rosaria Nesci e Salvatore Bulzomì hanno saputo resistere alle pressioni provenienti dall’alto. Messi insieme tutti questi passaggi emerge un dato inequivocabile: in città Forza Italia ha perso la capacità di imporre le proprie scelte a quei partiti che un tempo più che alleati rivestivano il ruolo di vassalli. Se questo cambiamento sia dovuto alle capacità della nuova classe dirigente degli ex alleati, oppure al fatto che oggi il vecchio re è ormai nudo, poco importa; quello che conta è la conferma del dato di fatto, da noi già evidenziato nel commentare gli eventi del recente congresso provinciale di Forza Italia, che a Vibo, diversamente dal resto del territorio regionale, il partito non ha più la leadership del centrodestra. Tornando al quadro generale delle alleanze, nell’ambito delle tre aggregazioni che si contenderanno la conquista di palazzo Razza, non c’è dubbio che la posizione di forza in questo momento, in attesa delle evoluzioni nell’area progressista e della verifica sulla presunta capacità dell’attuale centrodestra di preparare ben sette liste a sostegno della Limardo, appartiene al polo di centro. In questa aggregazione sono già confluite tutte le forze politiche che hanno lasciato la coalizione di centrodestra, novero nel quale va inclusa a pieno titolo anche la formazione di Vito Pitaro “Città Futura” pur non avendo quest’ultima ancora ufficializzato la sua adesione, poiché dall’analisi dei fatti non possono sorgere dubbi in tal senso; l’ultimo indizio, o meglio chiara prova, la si è potuta cogliere la sera del 30 gennaio presso il 501 hotel in occasione dell’incontro organizzato dall’europarlamentare della Lega Valentino Grant, dove il leader di Città Futura era presente, insieme agli altri esponenti del polo centrista, per “omaggiare” i nuovi arrivati In attesa delle “evoluzioni e verifiche” di cui sopra riteniamo di poterci fermare qui.

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