Comuni sotto i cinquemila abitanti, via il limite dei tre mandati per i sindaci: le ripercussioni nel Vibonese
In provincia di Vibo sono 14 i centri dove i cittadini sono chiamati alle urne per il rinnovo degli organi elettivi, ma su tre Comuni si attendono le conclusioni delle Commissioni di accesso agli atti nominate per accertare la presenza di infiltrazioni mafiose. Ecco la situazione complessiva
Via libera dal Consiglio dei ministri al decreto legge per l’election day, cioè l’abbinamento di elezioni amministrative ed europee per sabato 8 e domenica 9 giugno. Nello stesso provvedimento cambiano anche i limiti di mandati per i sindaci dei Comuni: tra 5mila e 15mila abitanti si potrà arrivare al terzo mandato, sotto i 5mila viene eliminato ogni limite. I capoluoghi di provincia chiamati al voto sono 27, tra cui Vibo Valentia. Si voterà anche per le elezioni regionali in Basilicata, Piemonte e Umbria. Via libera, quindi, dal Consiglio dei ministri per guidare i piccoli Comuni – la cui popolazione non supera i cinquemila abitanti – senza limiti di mandato. Sulla carta sono 14 i Comuni del Vibonese chiamati alle urne nel giugno prossimo, dovendo rinnovare i rispettivi Consigli comunali e scegliere il sindaco. Questi gli enti locali che rinnoveranno i propri organi elettivi: Vibo Valentia, Cessaniti, Drapia, Mileto, Mongiana, Nicotera, Pizzoni, Rombiolo, Simbario, Sorianello, Soriano Calabro, Tropea, Vallelonga e Zungri.
La situazione del Vibonese
Sono tre, in particolare, i primi cittadini già al terzo mandato nel Vibonese. Si tratta di: Sergio Cannatelli, sindaco del Comune di Sorianello dal giugno del 2009; Francesco Galati primo cittadino già al terzo mandato nel Comune di Zungri; Egidio Abdon Servello, sindaco del Comune di Vallelonga. Ancora prematuro in tali tre paesi affrontare l’argomento di nuove candidature da parte dei sindaci uscenti, ma di certo l’eliminazione del limite dei mandati rimette in gioco gli equilibri politici a Sorianello, Zungri e Vallelonga dove gli attuali primi cittadini potranno valutare l’opportunità di ricandidarsi (possibilità sino a ieri preclusa). Ancora diversa la situazione a Cessaniti. Qui il 18 agosto scorso il sindaco Francesco Mazzeo si è dimesso dopo una lunga riflessione scaturita a seguito di alcune inchieste della nostra testata (LEGGI QUI: Inchiesta Maestrale, la Dda: «Amministrazione comunale di Cessaniti da tempo in mano alla ‘ndrina» e QUI: Inchiesta Maestrale: gli agganci del capoclan negli uffici del Comune di Cessaniti), su possibili infiltrazioni mafiose nell’ente locale per come emerse nell’inchiesta Maestrale-Carthago. Alla guida del Comune di Cessaniti c’è quindi attualmente il commissario prefettizio Sergio Raimondo. Scongiurato, almeno allo stato e per ora, l’invio di una Commissione di accesso agli atti, anche Cessaniti è dunque chiamata alle urne per il rinnovo degli organi elettivi e nulla vieta quindi al sindaco uscente, Francesco Mazzeo, di ricandidarsi.
Commissioni di accesso agli atti per accertare la presenza di ingerenze della criminalità organizzata nella vita degli enti locali – o eventuali rapporti contrindicati da parte degli amministratori – sono invece attualmente già insediate nei Comuni di Nicotera, Tropea e Mileto, anche questi chiamati alle urne. Nel caso dei Comuni di Nicotera e Tropea si è già alla proroga dei lavori delle Commissioni di accesso agli atti – che potrebbero quindi terminare i propri lavori prima dell’indizione dei comizi elettorali con l’eventuale scioglimento degli organi elettivi che andrebbe di fatto a “paralizzare” e annullare il turno elettorale. Stessa situazione a Mileto dove l’attuale Commissione di accesso agli atti – insediata l’11 dicembre scorso – potrebbe non aver bisogno di alcuna proroga per arrivare alle proprie conclusioni già nel mese di marzo. Andrà invece al voto Soriano Calabro, Comune che esce proprio da una gestione commissariale dopo lo scioglimento dei precedenti organi elettivi per infiltrazioni mafiose. Qui in teoria qualunque politico uscente potrebbe ricandidarsi, atteso che dopo il commissariamento dell’ente non è stata avanzata alcuna procedura di incandidabilità per nessuno dei precedenti amministratori, sia di maggioranza che di minoranza. In totale in Calabria saranno 135 i comuni chiamati alle urne per il rinnovo dei propri organi elettivi: 64 in provincia di Cosenza, 27 nel Reggino, 19 in provincia di Catanzaro, 11 nel Crotonese e 14 nel Vibonese.
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