Porto di Vibo Marina, Tavernise (M5s) chiede lumi alla Regione sui nove milioni destinati alla struttura
Il consigliere regionale ha depositato un'interrogazione in relazione al fondo già assegnato dal 2018 e ora spostato per la realizzazione di altri progetti
Il consigliere regionale del M5S, Davide Tavernise ha depositato l’interrogazione al presidente Roberto Occhiuto in relazione ai fondi destinati al porto di Vibo Marina che in totale ammontano a nove milioni di euro. L’esponente pentastellato, nell’interrogazione, ricorda che il porto di Vibo Marina è stato destinatario, nel 2018, di un finanziamento di 18 milioni di euro derivante dal Fondo per lo Sviluppo e la Coesione che contemplava interventi di risanamento e consolidamento delle Banchine Pola e Tripoli” per un importo di 6,5 milioni di euro e “Lavori di risanamento e consolidamento delle Banchine Papandrea e Buccarelli” per un importo di 11,5 milioni di euro. Dopo svariati anni in cui le risorse sono rimaste bloccate, nel 2022 la somma è stata messa a disposizione dell’Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio, che ha competenza sul porto di Vibo Marina. “L’Autorità del Sistema Portuale ha potuto bandire le gare – ha spiegato il consigliere regionale – e sono stati aggiudicati lavori per nove milioni, ma, a seguito di ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato delle ditte escluse, si è, al momento, in attesa della decisione dei giudici sul nome del definitivo assegnatario che dovrà poi effettuare i lavori sulle banchine. Per gli ulteriori lavori con l’altra metà del finanziamento, la gara è andata deserta e questo ha comportato l’esigenza di indire una nuova procedura. Non essendoci più il tempo necessario, a causa della scadenza a dicembre 2022, dovuta al ritardo della precedente assegnazione, non si è potuto più effettuare una nuova gara. A seguito di ciò la Regione Calabria ha chiesto e ottenuto dall’Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio la restituzione dei nove milioni già assegnati, per impiegare queste risorse in altri progetti con più immediata cantierabilità, senza specificare quali siano le finalità e l’ubicazione degli stessi. Lavori assolutamente necessari per ammodernare le banchine e ad assicurare condizioni di attracco più agevoli alla flotta peschereccia così come alle navi commerciali e a quelle a servizio del comparto industriale che utilizza l’infrastruttura vibonese”, ha proseguito Tavernise il quale ha ricordato “la relazione generale e tecnica dell’intervento di risanamento delle banchine portuali Pola e Tripoli che “ha fotografato le condizioni del porto in maniera impietosa” poiché emergeva che “le banchine del molo di sopraflutto, calate Pola e Tripoli, presentano situazioni di pericolo dovute a profondi aggrottamenti determinati nel tempo dall’accosto delle petroliere. Anche le banchine Papandrea, Buccarelli e Bengasi presentano fenomeni simili e la Banchina Fiume ha più punti di cedimento”. E questa situazione, – per come asseriscono i tecnici -, determina l’impossibilità di utilizzo da parte delle aziende dell’area industriale, anche per depositi temporanei e per operazioni di carico e scarico della merce”.
Il porto necessita di un adeguamento. “I piazzali sottesi le banchine stesse sono sicuramente sottodimensionati rispetto agli standard attuali, ma soprattutto rispetto alle esigenze dei traffici commerciali ed ancor più a quelli futuri. L’adeguamento degli spazi in banchina, il consolidamento dei moli esistenti e la necessità di attrezzare il porto con un molo da destinare anche all’attracco di mega yacht e navi da crociera, costituiscono i problemi attuali del porto di Vibo Marina, per le quali il presente progetto di fattibilità intende individuare le possibili soluzioni tecniche”, ha continuato Tavernise che ha ricordato l’intensa movimentazione commerciale del 2023 che “ha messo in evidenza l’inadeguatezza delle banchine e la necessità del reperimento di nuovi spazi da destinare alle attività portuali” e quanto un adeguamento delle stesse sia indifferibile vista le importanti aziende che usufruiscono dell’infrastruttura quali Baker Hughes, Snamprogetti-Tecnomare Eni e Amd in primis senza dimenticare le potenzialità che la stessa potrebbe avere in tema di crocieristica. “Questa fase di stallo e inefficienza, ha finora limitato la crescita dello scalo, determinandone l’impossibilità di attracco alle banchine e, quindi, lo scarso utilizzo delle stesse da parte di aziende della vicina area industriale oltre al mancato sviluppo turistico del porto e alla mancata valorizzazione del comparto pesca”. In conclusione, Tavernise domanda quali iniziative la Regione intenda assumere per mettere nuovamente a disposizione dell’Autorità Portuale i nove milioni assegnati fin dal 2018 al porto di Vibo Marina e poi spostati su altri progetti di cui non si conoscono le finalità e se si intende adoperarsi, anche nei confronti del Governo nazionale, per il reperimento delle altre risorse necessarie al rilancio dello scalo vibonese”.
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