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Il Corsivo | Vibo e i conti in rosso, tra ciò a cui i cittadini non credono più e gli scenari politici futuri

Le ricostruzioni del sindaco Limardo hanno trovato credito solo nei propri sponsor di partito. Le coalizioni in vista delle comunali e i “tavoli” naufragati

Il Corsivo | Vibo e i conti in rosso, tra ciò a cui i cittadini non credono più e gli scenari politici futuri
Il sindaco Limardo in conferenza stampa
A sinistra Stefano Luciano, a destra Maria Limardo e Giuseppe Mangialavori

Da giorni è al centro del dibattito politico la posizione assunta dal sindaco in relazione al decreto del Ministero dell’Interno con il quale sono state stabilite le misure necessarie per il risanamento finanziario del Comune di Vibo. Come è noto il sindaco nel corso di un’apposita conferenza stampa annunciava con toni trionfalistici che il decreto di cui sopra, oltre a rappresentare il più bel regalo di Natale per i cittadini, attesta l’ottimo lavoro dell’esecutivo. Ovviamente in pochi, pochissimi, forse nessuno ha dato credito alle parole della Limardo poiché, dopo quattro anni di impegni disattesi, foto, sorrisi e soprattutto frottole, i cittadini non danno più peso a ciò che ella dice, in particolare su questo specifico tema considerato che da anni sono costretti a mettere le mani in tasca per pagare i tributi comunali con le aliquote al massimo. Le fantasiose ricostruzioni del primo cittadino hanno subito ceduto il passo alla cruda realtà fatta emergere con precisione ragionieristica da una nota sottoscritta da tutte le forze politiche e civiche che costituiscono il polo di centro, e da un intervento del direttore di questa testata, entrambi pubblicati il 22 dicembre (LEGGI QUI: “Dissesto” finanziario a Vibo e decreto del Ministero: ecco chi pagherà i conti in rosso  e QUI: Comune di Vibo e dissesto: «Ministero certifica incapacità dell’amministrazione Limardo di risanare i conti») e dalle successive repliche e controrepliche del 23 e 24 (LEGGI QUI: Comune di Vibo e conti in rosso: la Limardo difende il suo operato dai contestatori  e QUI: Vibo e i conti in rosso, le forze di Centro replicano al sindaco). Essendo gli “scritti”, ai quali rinviamo, particolarmente esaustivi in relazione ai fatti ed alle posizioni del sindaco e del polo di centro, preferiamo dedicare lo spazio ad altri aspetti. In questo contesto bisogna chiedersi se le “frottole” proferite dalla Limardo prima in conferenza stampa e poi nelle sue repliche, abbiano indebolito o rafforzato la sua ricandidatura. Paradossalmente riteniamo che la abbia addirittura blindata in quanto il suo “racconto” è stato asseverato dai massimi esponenti locali di Forza Italia, l’on. Mangialavori ed il consigliere regionale e coordinatore provinciale Michele Comito. Per il parlamentare il risultato (quale?) è il frutto del percorso di risanamento tracciato dal sindaco e dall’assessore Nardo, mentre per Comito sono stati centrati obiettivi di rilevante importanza per la città, che hanno dato ragione alla scelta di Forza Italia di proporre e sostenere la ricandidatura della Limardo, scelta che il partito continuerà a sostenere al tavolo degli alleati. Se a tutto questo si aggiungono gli encomi sui risultati amministrativi conseguiti e posti a suo tempo dai due politici a base della ricandidatura dell’attuale primo cittadino si comprende molto bene come a questo punto sia praticamente impossibile per Forza Italia fare un passo indietro. Ma se da un lato le dichiarazioni di Mangialavori e Comito hanno un effetto “benefico” sulle aspirazioni della Limardo, lo stesso effetto non si riverbera sulla loro credibilità politica. Due sono infatti  le cose: o ignorano quello che hanno scritto i giudici contabili calabresi (sono stati posti in essere artifici e raggiri contabili nel redigere il Piano di riequilibrio) e quelli romani (hanno ravvisato gravi violazioni di legge da parte del Comune trasmettendo gli atti alla competente autorità giudiziaria), oppure enfatizzano gli “inesistenti” risultati al fine di salvare se stessi dal fallimento politico derivante dall’aver sostenuto un sindaco ed un assessore totalmente inadeguati. Il punto però è che fin quando le “ricostruzioni fantasiose” appartengono al sindaco Limardo è un conto, quando invece vengono avvalorate da un parlamentare e da un consigliere regionale la mancanza di rispetto nei confronti dell’intelligenza dei cittadini è doppia. Chiuso questo  capitolo occorre affrontare un altro aspetto attinente alla circostanza che Comito fa continuamente riferimento al tavolo della coalizione di centrodestra senza mai indicare le forze politiche e civiche che lo compongono. Tale modus operandi rappresenta un inutile escamotage tendente ad occultare un dato di fatto invece  molto evidente ovverosia che la coalizione di centrodestra ormai non esiste più, almeno nel senso e nei termini in cui eravamo abituati a ragionare nel recente passato, oggi quell’imponente aggregazione è ridotta a due uniche formazioni politiche: Forza Italia e Fratelli d’Italia. Ampliando il discorso e guardando alle altre aggregazioni in campo va rilevato come questo tipo di problematiche non riguardano solo il centrodestra ma si registrano anche nell’area di sinistra dove l’alleanza tra M5S, Umanesimo Sociale, Liberamente Progressisti e Partito Ddemocratico è ormai naufragata. Solamente il polo di centro ha fin qui dimostrato una forte coesione confermata da ultimo dalla sottoscrizione da parte di tutti i componenti di quell’area – Italia Viva, Azione, Noi con l’Italia, Udc, Italia nel Meridione, Concretezza e Vibo ed Identità – delle note stampa con le quali sono state ridimensionate le iperboliche rivendicazioni del primo cittadino. Questa coesione rappresenta un dato politico che va colto poiché demarca una netta differenza con gli altri due poli, uno di fatto dissolto e l’altro impegnato in “sanguinosi” ed insanabili contrasti interni. Chiuso pure questo secondo capitolo bisogna chiedersi se rispetto al quadro sopra delineato possano verificarsi dei cambiamenti di portata tale da rimescolare le carte in tavola ed incidere sull’esito finale delle elezioni comunali. In proposito riteniamo che la situazione è pressoché consolidata, e sostanzialmente in linea con tutto quello che avevamo sostenuto in precedenti interventi. In particolare avevamo scritto: 1) che se il Pd non avesse ritirato la candidatura di Romeo, ipotesi per altro valutata molto remota, il tavolo progressista sarebbe saltato; 2) che Forza Italia non sarebbe riuscita a riportare al tavolo del centrodestra quei partiti che si erano allontanati per confluire e/o costituire l’area di centro; 3) che Stefano Luciano e Vito Pitaro si sarebbero alleati per dare vita ad una aggregazione di forze politiche e civiche che avrebbe avuto un ruolo significativo nella competizione elettorale. Oggi il terzo polo (area centrista) è una realtà consolidata ed importante, manca solo Vito Pitaro e la sua “Città Futura”, ma riteniamo, sulla scorta delle dichiarazioni rilasciate da Luciano a questo giornale (LEGGI QUI: Comunali a Vibo, Luciano: «Disponibili al dialogo con tutti coloro che si sentono alternativi alla Limardo»), che il loro ingresso sia ormai prossimo. Se così dovesse essere   sarà molto complicato per i progressisti ed il centrodestra far sventolare la propria bandiera su palazzo Razza. Solo su una circostanza non ci sentiamo di sbilanciarci e riguarda le scelte di Forza Italia: continuerà a sostenere la Limardo insieme a Fratelli d’Italia oppure ci regalerà qualche clamorosa sorpresa?

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