Aumento delle indennità massima dei sindaci: il sindaco di Serra rinuncia
Per il primo cittadino Alfredo Barillari si tratta di una scelta responsabile: «Dimostriamo con i fatti di rinunciare a migliaia di euro»
Con la legge di Bilancio 2022, il Parlamento è intervenuto aumentando le indennità dei componenti delle giunte comunali. Si tratta di un aumento considerevole che in diversi casi ha raddoppiato gli importi precedentemente ricevuti dagli amministratori locali. Tra le ragioni che hanno portato a tale provvedimento è stata evidenziata la motivazione secondo la quale le “indennità eccessivamente basse” rappresenterebbero un disincentivo alla partecipazione politica a tempo pieno. Inoltre “i sindaci, a maggior ragione dei Comuni più grandi, sono figure con responsabilità molto importanti che, al contempo, non dispongono delle tutele giuridiche previste invece per i parlamentari e i membri del Governo”. La legge di Bilancio 2022 ha decretato quindi – secondo quando votato dal Parlamento – un incremento già applicato per il 45% nel 2022, per il 68% nel 2023 e l’indennità massima (calcolata per il numero degli abitanti) dal 2024. La legge stabilisce l’indennità lorda attribuita ai sindaci in proporzione alla popolazione e alle funzioni specifiche del Comune. Dall’indennità del sindaco è possibile determinare le indennità degli altri amministratori e la cifra massima percepibile dai consiglieri comunali attraverso i gettoni di presenza. Nello specifico, l’indennità dei sindaci metropolitani è integralmente equiparata a quella dei presidenti di Regione (13.800 euro lordi al mese), l’indennità attribuita ai sindaci di capoluoghi di regione è pari all’80% e via via a diminuire fino al 16% dei sindaci di comuni fino a tremila abitanti. Insomma, la legge di Bilancio 2022 ha aumentato considerevolmente le indennità previste per i sindaci arrivando, in alcuni casi, al raddoppio.
L’innalzamento delle indennità fino alla soglia massima consentita dalla legge di Bilancio 2022 implica la copertura delle risorse mancanti attingendo al bilancio comunale. Scelta che non è stata adottata dall’amministrazione comunale di Serra San Bruno guidata da Alfredo Barillari al fine di non pesare sulle casse dell’ente. Il Comune versa infatti in una situazione di dissesto finanziario e per il primo cittadino sarebbe stato un gesto incosciente optare per l’innalzamento massimo delle indennità. “La scelta di non aumentare al massimo le indennità della giunta è un messaggio più che simbolico: dimostriamo con i fatti, rinunciando a migliaia di euro, l’empatia amministrativa verso l’ente in dissesto. Al tempo stesso – osserva il sindaco Barillari – credo si debba aprire un dibattito sulle enormi responsabilità alle quali va incontro chiunque scelga di amministrare un Comune, perchè c’è un rapporto rischi/benefici che non può essere sottovalutato”. Pertanto, il mancato adeguamento dell’indennità massima del sindaco ha comportato minori spese per 9.847,32 euro per il 2022 e per 5.729,40 euro per il 2023. Per quanto riguarda il vicesindaco, i minori costi ammontano a 4.923,66 euro per il 2022 e a 2.864,70 euro per il 2023, mentre in riferimento a un assessore il risparmio è di 4.431,36 euro, cifra da moltiplicare per il numero di assessori, cioè 3, per il 2022 e di 2.578,20 euro, anche in questo caso da moltiplicare per 3, per il 2023. In sostanza si tratta di un risparmio di quasi 50mila euro per le casse del Comune.
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