Regione, Lo Schiavo: «Economia calabrese in grande sofferenza»
Nel corso dell'incontro affrontati i temi dell’Autonomia differenziata, della relazione della Corte dei conti e dell’ultimo report della Banca d’Italia
«C’è un’opposizione in Consiglio regionale. Un’opposizione che vuole dare un contributo serio e responsabile e che cerca di compensare lo strapotere della Giunta regionale. Il presidente Occhiuto ama molto la comunicazione diretta con i cittadini attraverso i social e predilige una narrazione dinamica e positiva. Alla stessa, però, non sempre corrisponde la realtà dei fatti e noi abbiamo il dovere di contrapporre a questa narrazione una visione più aderente a ciò che oggi vivono realmente i cittadini calabresi. Riportando il dibattito alla realtà incontrovertibile che emerge dai numeri». Lo ha detto il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo, presidente del Gruppo misto a Palazzo Campanella, nel corso della conferenza stampa congiunta dei capigruppo d’opposizione che si è tenuta oggi, a Lamezia Terme, e che ha visto inoltre la partecipazione del capogruppo del Partito democratico, Mimmo Bevacqua, e del capogruppo del Movimento 5 Stelle, Davide Tavernise, incentrandosi in particolare sui temi dell’Autonomia differenziata, della relazione della Corte dei conti e dell’ultimo report della Banca d’Italia sull’economia calabrese. Su quest’ultimo punto Lo Schiavo ha detto: «Ciò che emerge è che dopo la pandemia, la Calabria subisce un nuovo arretramento della crescita economica, qui più lenta che altrove, che ci riporta indietro a problemi atavici e strutturali. Il quadro non è infatti differente rispetto agli anni precedenti: tasso di disoccupazione altissimo, specie nella componente femminile e giovanile; meccanismi di lavoro precario legati per lo più ai servizi e al turismo stagionale; un’industria che arretra nuovamente; l’export che non decolla. In altre parole: una regione ferma nonostante l’enorme flusso di denaro pubblico frutto dei fondi Pnrr e della programmazione comunitaria, che avrebbero dovuto produrre un moltiplicatore di ricchezza che, nella realtà, non c’è e non produce ricadute positive nell’economia reale. Il dato politico è che questa mancata crescita non è più una congiuntura, non è una parentesi momentanea: il governo del centrodestra va avanti ormai da quasi cinque anni, quindi oggi chi governa deve assumersi la responsabilità di prendere atto della situazione reale della nostra regione, leggendo i dati in maniera oggettiva. E i dati dicono che c’è una grande sofferenza economica, che si è indietro sulla spesa del Por, che c’è un livello occupazionale drammatico con un tasso di disoccupazione al 16,8 per cento. Cosa farà la maggioranza? Chiederà il contributo all’opposizione o continuerà a ritenersi autosufficiente? Sull’Autonomia differenziata, infine, è chiara la richiesta a Occhiuto che noi da tempo facciamo: vuole rappresentare la sua parte politica o la sua regione e i suoi concittadini? Ce n’è abbastanza affinché parta una grande mobilitazione della società civile, dei corpi intermedi calabresi, in una regione che deve necessariamente cambiare davvero passo a partire dal riconoscere la realtà delle cose oltre ogni narrazione e propaganda».
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