Comunali a Vibo, Consoli: «Questo Pd è poco democratico, sto dialogando con l’area di centro»
Intervista al fondatore di Umanesimo sociale dopo le dichiarazioni del segretario cittadino del Partito democratico a favore del proprio candidato a sindaco Romeo. L’ex primario: «Tavolo progressista ormai frantumato, guardo al centro per fare sintesi sui problemi della città»
Arriva a stretto giro la presa di posizione del fondatore del movimento politico-culturale Umanesimo Sociale Domenico Consoli dopo l’ultima presa di posizione del segretario cittadino del Pd, Francesco Colelli, che ha di fatto aperto la campagna elettorale con il candidato a sindaco Enzo Romeo. Contattato dalla nostra testata, l’ex primario non si nasconde e non le manda a dire. Con la schiettezza che lo contraddistingue, risponde alle nostre domande e chiarisce la posizione del movimento del quale è fondatore e guida.
Dottore Consoli, cosa ci dice delle ultime dichiarazioni del segretario cittadino del Pd Francesco Colelli?
«Non mi sorprendono perché negli ultimi tempi il Pd vibonese ha adottato metodi che ritengo poco democratici. Uscire in questa fase con dichiarazioni pubbliche in ordine all’avvio di una campagna di ascolto dei cittadini sottolineando che il proprio candidato a sindaco è e resta Enzo Romeo, di fatto va a frantumare il tavolo del campo progressista. Già inizialmente dialogare con questo Pd al tavolo ci ha creato imbarazzo come Umanesimo Sociale poiché da quattro forze politiche iniziali si voleva allargare il tavolo ad altri movimenti che possono anche avere un peso culturale in città, ma non dispongono di nessun peso elettorale. Si è in sostanza tentato di cambiare in corsa le regole del gioco».
E quindi il vostro percorso come è maturato?
«Il Pd ha scelto Enzo Romeo quale candidato a sindaco, una persona che apprezzo sul piano personale ma ne contesto le modalità con le quali è stato designato e che si volevano imporre anche al tavolo progressista. Come Umanesimo sociale siamo stati sempre contrari ad allargare il tavolo progressista, così come ci siamo dichiarati contrari alle primarie proposte dal Pd per la scelta del candidato a sindaco. In ogni caso il Pd con le ultime dichiarazioni di Colelli ha rotto di fatto l’alleanza e le ragioni dello stare insieme, dimostrando un atteggiamento politico poco aperto e poco rispettoso delle altre forze politiche».
Quale la colpa maggiore del Pd a suo avviso?
«Alla fine, se si guarda bene, il nome di Enzo Romeo l’ha bruciato proprio il Partito democratico con questo modo di fare. Hanno sbagliato tutto e la mia impressione è che il partito sia in mano a persone inesperte nella gestione dei processi politici, democratici e di rispetto degli interlocutori. L’impressione è che ci si trovi dinanzi ad un partito senza regole e io, francamente, sono abituato a sedermi in ben altri tavoli culturali. Ho anche chiesto al segretario regionale del Pd, Nicola Irto, che logica è mai questa, ma non ho avuto sinora nessuna risposta».
E quindi cosa farà ora Umanesimo sociale?
«Io ho già avviato delle interlocuzioni alla luce del sole con l’area di centro per trovare uno spazio di agibilità politica possibile dinanzi alla condivisione di un progetto che ponga come paletti imprescindibili solo alcuni valori etici, come la legalità, ma abbia in comune una visione della città e dei suoi problemi. Naturalmente, Umanesimo sociale in questo senso si trova a guardare al centro avendo in comune con tale area politica una visione della città antitetica alle forze del centrodestra ed allo stesso Governo Meloni. Ne parlerò con i miei di Umanesimo sociale, ma occorre ora guardare con interesse all’area del centro per servire la città e per fare sintesi unendo anche sensibilità diverse per costruire un’ampia aggregazione al fine di contrastare alcune dinamiche della politica cittadina e del centrodestra che ha regalato alla città servizi inesistenti. Occorre fare squadra con il centro affinchè la città di Vibo conti di più sui tavoli regionali e nazionali».
Con il Pd è rottura definitiva quindi?
«Non ci sono più le condizioni per poter dialogare con questo Pd e io non sono per queste diatribe e queste logiche. Io sono diretto e senza dietrologie. Al tavolo progressista si è esasperato tutto e si è personalizzato tutto. Noi siamo invece per affrontare i problemi e dialoghiamo pure con la sinistra, ma non con chi si dice di sinistra e però nei fatti ha dimostrato di non rappresentarla. A questo punto auspico che si apra un grande dibattito con l’area di centro per poter dialogare e, in tal senso, ho già avviato le prime interlocuzioni».
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