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Vibo, Enzo Romeo: «Per rinascita della città serve recuperare un quindicennio di degrado»

Secondo il candidato a sindaco proposto dal Pd per le prossime comunali il capoluogo «langue dopo una consiliatura di errori». Stilata una lista delle cose più immediate da realizzare

Vibo, Enzo Romeo: «Per rinascita della città serve recuperare un quindicennio di degrado»
Veduta di Corso Umberto a Vibo e, nel riquadro, Enzo Romeo

“Il tempo non basta quasi più: bisogna correre per recuperare un quindicennio di degrado. E di discorsi vuoti, imbellettati e fasulli. La città langue dopo una consiliatura di errori, disattenzioni, sprechi. Progetti slegati da una visione d’insieme: il regno della confusione e della vanità. Cosa fare, adesso?”. E’ quanto dichiara Enzo Romeo, candidato a sindaco proposto dal Pd per le prossime comunali di Vibo. “Correre, correre come dannati. Ma su due binari: il primo è quello delle cose immediate come pulizia, ripristino di strade, marciapiedi, scalinate, illuminazione pubblica, cura e incremento del verde, primi interventi sull’acqua e sulla viabilità, accelerazione sulle opere pubbliche e primi passi per la riorganizzazione del personale comunale; il secondo riguarda la programmazione delle iniziative di medio e lungo periodo per dotare la città di una nuova identità, – prosegue Romeo – a cominciare dal tema dei temi che è Vibo Marina e il Porto; poi le aree industriali e le forme d’incentivazione per riportare imprese e investimenti; quindi la concreta funzionalità del rapporto tra le frazioni e la città; il rilancio del commercio attraverso eventi periodici “veri”, stabili e di prospettiva; quindi un nuovo sistema di viabilità, trasporti e parcheggi. Senza dimenticare un nuovo piano strutturale concertato con tutte le forze economiche e sociali della città, avendo ben presente il rapporto, tralasciato, con l’autorità di sistema per le aree demaniali la cui destinazione riveste notevole importanza. E ancora, gli investimenti per la messa in sicurezza della rete idrica: Vibo non dovrà più avere il problema dell’acqua, sia per erogazione che per potabilità. Come? Attraverso tre interventi: triplicare, come minimo, le riserve a monte attraverso la realizzazione di nuovi invasi, per evitare che le carenze periodiche debbano essere pagate dai cittadini con enormi disagi nelle loro abitazioni e dalle imprese nello svolgimento della loro attività (bar, pub, ristoranti, alberghi); raddoppiare la condotta di adduzione per poter sempre contare sull’erogazione ordinaria qualora si verifichino rotture su quella principale; dare celere avvio ai primi lavori di una programmazione pluriennale di totale rifacimento della rete idrica cittadina, dal centro fino a Vibo Marina, per ottenere in pochi anni l’auspicata potabilità dell’acqua”.

Secondo Enzo Romeo i fondi ci sarebbero. “Eccoli, tratti dal Rapporto del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili intitolato: “Gli investimenti e le riforme Pnrr per le infrastrutture idriche”: […] 3 ottobre 2022 – Ammontano a 3,9 miliardi di euro gli investimenti nelle infrastrutture idriche definiti nel corso degli ultimi 19 mesi, di cui 2,9 miliardi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), finalizzati a potenziare e migliorare l’efficienza del sistema idrico nazionale e fare fronte agli effetti della crisi climatica. Il 60% dei fondi complessivamente ripartiti, pari a circa 2,3 miliardi di euro, è destinato alle regioni del Mezzogiorno. In particolare, con riferimento ai fondi Pnrr, circa due miliardi di euro sono destinati a finanziare progetti per le infrastrutture idriche primarie. Il 44% degli interventi riguarda il potenziamento delle
infrastrutture (991 milioni), il 41% l’adeguamento delle infrastrutture esistenti (779 milioni), il 10% l’adeguamento sismico e la messa in sicurezza delle infrastrutture (121 milioni), mentre il restante 5% prevede la realizzazione o il potenziamento del volume degli invasi (108 milioni). Il 38,4% delle risorse è destinato a progetti per l’utilizzo potabile della risorsa idrica, con la realizzazione di 1.282 km di infrastrutture, di cui 975 per nuove condotte. Il restante 61,6% è destinato all’utilizzo irriguo o misto, con un’incidenza sulle superfici irrigue interessate pari a circa il 15% del totale nazionale. Ulteriori 900 milioni sono destinati a progetti per il potenziamento della rete di distribuzione idrica, con l’obiettivo di ridurre le perdite e aumentarne l’efficienza. […]. Quale migliore sintesi dei numeri – afferma Romeo – e delle risorse per indicare la soluzione amministrativa più idonea? L’attuale giunta comunale di Vibo Valentia, ci ha pensato? E se non l’ha fatto, con quale giustificazione e con quali proposte si presenterà agli elettori senza essersi occupata innanzitutto di un tema così decisivo per le sorti di tutti i vibonesi?”.

Tra i programmi di Romeo, l’Università di Vibo

“Da presidente della Provincia ero riuscito ad avviare quest’iniziativa alla quale ho creduto e credo tuttora. Ma con metodo e concretezza – precisa Enzo Romeo – per dare solidità a un ateneo è indispensabile che divenga “sistema” con l’area urbana e le peculiarità del nostro territorio. Turismo. Piccola e media industria. Mare. Porto. Commercio. Eventi. Verde e ambiente. Efficienza della macchina amministrativa comunale attraverso un nuovo modello organizzativo basato su “task force”. Ma non solo. Esiste una risorsa straordinaria sulla quale molti “miopi” fanno ancora ironia: l’enorme patrimonio culturale della nostra città che, letteralmente, poggia su un tesoro ancora nascosto nel sottosuolo, dal centro fino alla marina. Un tesoro che può facilmente, con la giusta volontà e le competenze professionali adeguate, divenire uno straordinario volano di sviluppo: per questo occorre chiedere a gran voce una Soprintendenza Speciale per Vibo Valentia. Per pianificare la coesistenza dell’antico con la città contemporanea, per valorizzare le testimonianze del passato e farne strumento di attrazione per il presente. Un tesoro che è anche visibile nei palazzi e nelle chiese, nelle aree archeologiche e nelle vestigia della città antica e medievale. La nostra è davvero la “città di tutte le epoche”. A partire da questi concetti nascerà la “nuova Vibo Valentia”.

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