Ionadi, la maggioranza diserta il Consiglio su rischio sismico e piano di protezione civile
Duro affondo del gruppo d’opposizione: «Scena surreale, nessun membro della Giunta ha avuto il buonsenso di sostenere il confronto»
«Una maggioranza assente, in tutti i sensi». È questa la sintesi di quanto avvenuto ieri a Ionadi, dove per la seconda seduta consecutiva la maggioranza ha deciso di non presentarsi, ad accezione del presidente del Consiglio e di un consigliere autonomo, in consiglio comunale.
A farlo sapere è il gruppo consiliare d’opposizione “Progetto comune per Ionadi”, composto dai consiglieri Fortunato Gentile, Fabio Signoretta, Rosamaria Gullì e Saverio Cirianni, che in una nota parla di «una riunione, quella del consiglio comunale, che vedeva come punti all’ordine del giorno le interrogazioni del gruppo di minoranza sulla stabilità sismica delle scuole e degli altri edifici pubblici e sul piano comunale di Protezione civile».
Si tratta di due interrogazioni, presentate il 5 settembre scorso, «che dovevano assumere un carattere ancora più importante, visto il forte campanello di allarme costituito dalla scossa che ha subito il territorio vibonese. Per tale motivo il gruppo di minoranza “Progetto comune per Ionadi” non può che definire vergognosa la decisione di non sedersi, per due volte consecutive, in Consiglio per affrontare tali temi. Un atteggiamento superficiale e irresponsabile che tuttavia non ci sorprende più. D’altronde anche gli altri punti posti all’ordine del giorno, ovvero l’istituzione di due commissioni consiliari e la discussione della questione Gal, erano meritevoli di ampio e serio confronto politico».
Confronto che invece, a parere dell’opposizione, risulta «impossibile da realizzare perché al momento dell’appello, il gruppo di minoranza si è trovato di fronte ad una scena surreale: sette sedie vuote su nove e nemmeno un componente della Giunta presente. Indipendentemente dal fatto che questa scelta possa essere figlia dei problemi interni di numeri o della volontà di disertare il confronto, resta comunque una certezza: oggi avremmo dovuto parlare di scuole, di sicurezza, di piani di protezione civile e la maggioranza non ha avuto nemmeno il buon senso di sedersi».