Comunali a Vibo: Luciano boccia la Limardo ma apre a Città Futura e “salva” l’ex assessore Russo
Il capogruppo di Azione delinea le strategie politiche del suo partito e le alleanze per costruire un Polo di centro alternativo alla destra e alla sinistra. E sulla situazione economica del Municipio dichiara: «Il sindaco racconta bugie, è stata bocciata dalla Corte dei Conti e l’ente è già in dissesto»
Bocciatura su tutta la linea per il sindaco Maria Limardo ma aperture a “Città Futura”, il gruppo guidato dall’ex consigliere regionale Vito Pitaro che è uscito dalla maggioranza di centrodestra nel luglio scorso ed ha deciso di ritirare i suoi assessori dalla giunta comunale di Vibo Valentia. Il capogruppo di Azione a “palazzo Luigi Razza”, Stefano Luciano, nel corso della trasmissione radiofonica “Pagina protetta” ha delineato il percorso che intende seguire per la creazione di un Polo di centro capace di correre autonomamente alle prossime elezioni comunali di Vibo Valentia, in alternativa sia al centrodestra che alla colazione progressista (o centrosinistra che dir si voglia). “La nota dolente è che il sindaco Limardo non ha fondamentalmente cambiato il volto della città – ha spiegato Luciano – e non ha portato nessun elemento di novità, non incidendo in maniera strutturale per cambiare i fattori economici, sociali e culturali in positivo. La Limardo ha fatto una campagna elettorale molto roboante, basti vedere il programma che era stato depositato, e che ancora è presente sul sito del Comune, e confrontarlo con lo stato attuale della città per capire che quanto scritto e quanto detto in campagna elettorale è rimasto solo ed esclusivamente un proclama che non ha trovato realizzazione concreta. Voglio fare un esempio su tutti – ha affermato Luciano – anche perché oggetto di una grande strumentalizzazione, e lo dico con senso di responsabilità e non perché voglia contrappormi al sindaco, ed è il problema economico. Qui il sindaco racconta una bugia e la invito ad un confronto che abbia ad oggetto solo la situazione economica del Comune di Vibo poiché la Limardo ripete in ogni circostanza e con quell’enfasi che spesso non si addice ad un rappresentante istituzionale di essere riuscita a risolvere il problema delle finanze a Vibo, che Vibo non è in dissesto grazie alla sua attività. Ma questa è una grande bugia – ha sottolineato Luciano – e la città deve invece sapere la verità, bastando prendere le sentenze delle Sezioni riunite della Corte dei Conti e anche le sentenze di primo grado che rappresentano la vera situazione: il Comune di Vibo si trova in uno stato di dissesto che non può essere dichiarato solo perchè c’era già un dissesto in corso e quindi non si può dichiarare un dissesto su un dissesto; la seconda realtà è che le politiche economiche messe in campo dal sindaco attraverso i Piani di riequilibrio ufficialmente depositati presso la Corte dei Conti sono stati sonoramente bocciati in quanto erano pieni di artifici contabili, così dice la Corte dei Conti, con errori contabili talmente evidenti e gravi da spingere la Corte dei Conti ad avvisare la Procura della Repubblica di Vibo Valentia. Questa è la situazione e bisogna smetterla di strumentalizzare e capire che bisogna invece prima di tutto fare in modo che il Comune di Vibo diventi un Comune virtuoso dal punto di vista economico perché non si può – ha aggiunto Luciano – da un lato vessare i cittadini con tasse che sono al massimo e dall’altro lato non garantire i servizi pubblici essenziali. Dall’altro lato si dice che si è evitato il dissesto e che Vibo vive una situazione economica positiva quando la situazione in realtà è assolutamente diversa. Questo è stato il primo grande deficit strutturale di questa amministrazione: andare dietro ad una comunicazione esasperata per strumentalizzare alcune situazioni di fondo senza in realtà risolverle. Invece il problema doveva essere risolto perché il sindaco aveva garantito che avrebbe risolto il problema economico, mentre oggi i cittadini si ritrovano con un Comune sostanzialmente in dissesto anche perché dal punto di vista tecnico-giuridico affinchè un Comune sia in dissesto non c’è bisogno della dichiarazione di dissesto poiché lo è in quanto c’è un disavanzo e i conti sono in rosso, non riuscendo a garantire alcuni servizi. Non essendo stato chiuso il primo dissesto, questo nuovo dissesto non si può giuridicamente dichiarare ma non cambia la sostanza delle cose e i cittadini pagano l’acqua e la spazzatura con aliquote che sono tra le più alte d’Italia proprio perché non è stato risolto il problema strutturale. Ci vuole serietà – ha sottolineato Luciano – e il sindaco non ha raggiunto gli obiettivi che si era posta in campagna elettorale”.
I lavori pubblici
Passando al capitolo dei lavori pubblici e delle opere pubbliche, Stefano Luciano si è detto “contrario allo stile di questa amministrazione in quanto non ha più senso presentarsi davanti ai cittadini dicendo farò, realizzerò, questa sarà la città del futuro. Bisogna parlare con il presente e il verbo dovrebbe essere quello presente, non quello futuro. Ci si presenta ai cittadini dicendo: sto facendo oppure ho fatto, e si fanno le iniziative quando le opere sono realizzate perché non si può fare una campagna elettorale perenne. Il sindaco continua invece a presentare solo progetti ma mai progetti realizzati e questo non è un modo di fare serio”.
Luciano e il giudizio su Giovanni Russo
E’ a questo punto che Stefano Luciano ha però voluto “salvare” l’operato dell’assessore ai lavori pubblici Giovanni Russo (espressione di Città Futura) che sino al luglio scorso ha fatto parte dell’amministrazione Limardo. “Non lo dico perchè oggi c’è un dialogo che va nella direzione di progetti politici possibili con soggetti che hanno fatto parte di questa amministrazione, – ha dichiarato Luciano – ma l’assessore Russo si è comunque impegnato da questo punto di vista, cioè ha tentato tra mille difficoltà di portare avanti un’azione amministrativa che potesse essere un’azione efficiente ed efficace. Quindi non è il mio un giudizio di negatività sull’operato di Russo. Io dico che è un giudizio complessivo ed obiettivo che va nella direzione di prendere atto che alcune opere pubbliche non sono state effettivamente realizzate, ma io ritengo che l’impegno profuso dall’assessore Russo potrà trovare una concreta realizzazione nel futuro prossimo nella misura in cui, avendo seminato bene, io ritengo che alcuni obiettivi possano essere comunque realizzati”. Ma la responsabilità su un’amministrazione ritenuta comunque fallimentare – stando così le cose secondo Luciano – può essere attribuita solo al sindaco Limardo e non all’assessore Russo preposto alla realizzazione proprio delle opere pubbliche e urbanistiche non ancora partite? In altre parole: come si fa a salvare l’assessore dinanzi a lavori pubblici non partiti? Questa la risposta di Luciano: “Cerco di essere obiettivoe prendo atto che le opere pubbliche che sono state annunciate dall’amministrazione comunale non sono state realizzate e ho detto che non sono state realizzate perché è mancata da un lato la capacità di porre in essere quell’insieme di attività tecniche che erano necessarie per la realizzazione delle opere e dall’altro lato è mancata anche la capacità politica e amministrativa di fare in modo che quelle risorse annunciate e proclamate potessero essere effettivamente in cassa. Rispetto a questo c’è una responsabilità politica e amministrativa. Dall’altro lato – e non è una dichiarazione diretta ad assolvere qualcuno perché la premessa ed il cuore del ragionamento è questo che ho appena fatto – dico solo che ho preso atto nel corso di questi anni dell’entusiasmo e della volontà positiva da parte di un giovane assessore, che peraltro è anche un tecnico perché è un ingegnere, di volere realizzare con forza alcune opere essenziali per lo sviluppo della città e che, verosimilmente, non sono state realizzate pur salvaguardando quel buono che è stato fatto e che probabilmente sarà percepibile tra qualche anno; questo non significa – ha aggiunto Luciano – voler assolvere qualcuno, ma significa volere cogliere l’aspetto della buona volontà e la nota positiva di un assessore che ha tentato di mettere in campo un certo impegno in una certa direzione”.
Il Polo di centro a Vibo
Alla domanda di un radio-ascoltatore che si chiedeva come si possa costruire un’alternativa concreta a Vibo Valentia con un nuovo soggetto politico quando all’interno vi è un gruppo che si chiama “Città Futura” che, comunque, ha gestito la città sino a ieri, Stefano Luciano ha così risposto: “E’ facile dall’esterno emettere sentenze in politica nei riguardi di chi ha fatto amministrazione in questi ultimi anni. Anche io ho fatto parte di una maggioranza quando governava Elio Costa e devo dire che le cose sono molto più complesse di quelle che possono apparire e le semplificazioni in politica non vanno mai bene. La politica – ha affermato Luciano – è l’arte di aggregare e trovare punti di condivisione che possano dare forza e vigore ai progetti politici con dei limiti che sono ovviamente limiti di natura etica, deontologica ma anche comportamentale. Non si può rispetto ad un’esperienza politico-amministrativa esprimere un giudizio negativo sic et sempliciter che investa tutto e coinvolga tutti. Bisogna essere prudenti da questo punto di vista e bisogna avere la capacità di saper dialogare anche con chi è stato parte avversa ed ha amministrato la città e con chi si è sporcato le mani nell’attività quotidiana di gestire effettivamente un ente difficile. Se queste figure hanno la possibilità di catalizzare questo entusiasmo e questa voglia di fare in un progetto politico più complessivo, io dico che non bisogna chiudersi ma bisogna aprirsi. Bisogna essere realisti in politica e rimettersi in gioco con dei limiti che sono importanti ma non ci si può arroccare in una posizione dando giudizi contro tutti e pensare che non si possa mai ripartire. Bisogna partire dai punti che uniscono, non da quelli che dividono, altrimenti non è politica”. Il Polo di Centro, dunque, ad avviso di Luciano – che ha ricordato la tradizione socialista della sua famiglia e l’area liberal progressista nella quale si riconosce – si propone di scendere in campo alle prossime elezioni comunali di Vibo Valentia ponendosi in alternativa tanto alla destra quanto alla sinistra ed accanto ad Azione ci saranno “Noi Moderati” (e Luciano ci ha tenuto a ringraziare il segretario provinciale Maria Rosaria Nesci), l’Udc, il movimento “Concretezza” (rappresentato dal consigliere comunale Pietro Comito vicino all’ex senatore di destra Franco Bevilacqua), un’area civica che fa capo alla consigliera comunale Elisa Fatelli (vicina all’ex sindaco Elio Costa) ed Italia Viva che fa capo a livello nazionale a Matteo Renzi. “Città Futura non ha partecipato ai nostri incontri preliminari – ha concluso Luciano – essendo appena uscita dalla maggioranza della Limardo e si sta strutturando ancora meglio nella propria posizione politica già nell’emiciclo comunale. Resta un nostro interlocutore con il quale si sta tentando di costruire questa nuova area di centro ed un progetto per le prossime ammnistrative con un chiaro accordo politico”. Chi vivrà, vedrà.
LEGGI ANCHE: Verso le comunali a Vibo, Verdi e Sinistra italiana: «Si riprenda il dialogo interrotto»
Comunali a Vibo: il Pd rinuncia alle primarie per il sindaco ma chiede apertura ad altri partiti
Comunali a Vibo: ancora senza soluzione i contrasti nelle aggregazioni di destra e sinistra
Strutture sportive di Vibo, Soriano (Pd): «Con l’amministrazione Limardo si è toccato il fondo»
“Maestrale”: l’asse Catanzaro-Napoli e le indagini sul Ministero del Lavoro e il leader della Cisal
Le cene di Vito Pitaro con boss e politici del Vibonese agli atti dell’inchiesta Maestrale