Sede universitaria a Vibo, Pilegi: «È il momento di ripensare l’offerta includendo la nostra città»
Il vicepresidente dell'Ordine dei Medici e consigliere comunale invita i rappresentanti istituzionali, regionali e nazionali ad attivarsi per perorare la causa
“La storia culturale di Vibo è una storia antica e coincide da sempre con l’offerta scolastica che questa città ha saputo offrire nei secoli. Ricordiamo, su tutti, il Convitto nazionale e il Liceo classico Morelli. Grandi personalità si sono formate nei nostri licei, che erano da richiamo per nutrite frotte di studenti che vivacizzavano la città, sia da un punto di vista culturale che economico. Già nel 1968, gli studenti di allora, scendevano in piazza, gridando “Ateneo!”, perché già da allora si sentiva forte l’esigenza di fare quel salto di qualità che non poteva prescindere dall’avere una sede universitaria in città”. Così la vicepresidente dell’Ordine dei medici di Vibo Valentia e consigliere comunale – Liberamente progressisti -, Loredana Pilegi la quale osserva ancora che “qualcosa sembrò concretizzarsi negli anni novanta, quando si istituirono le Scuole mediche ospedaliere, per Scienze infermieristiche e fisioterapiche, unitamente ad un corso di laurea triennale in Protezione civile, collegato all’università di Cosenza. Nel tempo, però, tutto è scomparso, assorbito (scippato?) dalle università calabresi! Oggi assisto, con piacere, ad un vivace dibattito sull’apertura di nuove sedi universitarie, con facoltà di nuova istituzione come prevede la proposta per Crotone, ma con dispiacere noto che Vibo Valentia è completamente sparita da tale dibattito accademico e politico, l’unica voce che si è levata a livello regionale è quella del consigliere Antonio Lo Schiavo, pur avendo già una tradizione in tal senso”. Ed allora, “oggi, – prosegue la Pilegi – che sono caduti i paletti mentali che volevano sedi universitarie concentrate a Cosenza, Catanzaro e Reggio Calabria, penso sia venuto il momento di ripensare ad un’offerta universitaria che includa anche la nostra città. Ridateci, quindi, i corsi infermieristici e paramedici, accanto a corsi che siano aderenti alla vocazione turistica del territorio. Le professionalità e le strutture del Vibonese, sono in grado di soddisfare le richieste. In un territorio devastato da un punto di vista economico e culturale, avere una sede universitaria rappresenterebbe una linfa vitale e potrebbe fare la differenza anche e soprattutto per lo spopolamento dei giovani. Invito e sollecito, quindi, i nostri rappresentanti istituzionali, regionali e nazionali, affinché mettano in atto tutto il necessario perché questo si concretizzi. Se lo si può sognare, allora lo si può fare.”.
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