Comunali a Vibo: ancora senza soluzione i contrasti nelle aggregazioni di destra e sinistra
Quadro politico in continua evoluzione in vista delle elezioni amministrative. Tiene banco la situazione della Lega cittadina che potrebbe approdare nel polo centrista
In un quadro politico in continua evoluzione un solo dato sembra definitivamente acquisito ed attiene alla ricandidatura della Limardo per il centrodestra. Intorno a questo dato nascono, si evolvono e si consumano le strategie e le prese di posizione all’interno delle tre coalizioni che alla fine si contenderanno la conquista di palazzo Razza. Iniziando dal centrodestra dove Forza Italia e Fratelli d’Italia sono schierati a sostegno della ricandidatura dell’attuale sindaco e la dirigenza locale della Lega è invece fermamente contraria, il punto di domanda è se il segretario cittadino Mino De Pinto e l’intero gruppo dirigente rivedranno le proprie valutazioni, uniformandosi alle “chiare indicazioni” provenienti dalla senatrice Minasi e dal consigliere regionale Mancuso, ed ancor prima dal commissario regionale Giacomo Saccomanno, oppure manterranno la barra dritta fino alle estreme conseguenze già annunciate. In politica, dove tutto è possibile e nulla deve meravigliare, le risposte nette rappresentano un azzardo che rende preferibile fare un ragionamento di più ampio respiro per fornire ai lettori più spunti per le proprie riflessioni. E’ vero che ubi maior minor cessat, ma è pur vero che a favore della dirigenza locale giocano due fattori: 1) la loro capacità di comporre una lista competitiva cosa che difficilmente potranno fare la senatrice, il consigliere regionale ed il commissario Saccomanno; 2) l’invito formulato da Maria Rosaria Nesci, responsabile provinciale di “Noi Moderati”, tendente a prendere in considerazione l’idea di approdare nel polo centrista con o senza simbolo di partito. Se questo dovesse essere l’esito della diatriba interna alla Lega, saremmo di fronte ad un risultato che andrebbe a confermare l’opportuna intuizione di coloro che hanno dato vita alla coalizione di centro, consistente nel rinviare ogni discussione sulla scelta del candidato a sindaco, che sta invece creando attriti e divisioni sia a destra che a sinistra, privilegiando l’aggregazione di altre forze politiche ed associazioni interessate alla soluzione delle problematiche che attanagliano l’intero territorio comunale. In questo contesto, l’aver rinviato la discussione sul candidato a sindaco, trasforma i nuovi arrivati in compartecipanti e non in degli ospiti costretti a sedersi ad una mensa dove il posto di capotavola è stato già assegnato. Sul punto è stato molto chiaro nei giorni scorsi Stefano Luciano leader locale di Azione, partito che insieme ad Udc, Noi Moderati, Italia Viva ed i movimenti civici Concretezza e Vibo ed Identità, rappresenta l’area di centro. In particolare l’esponente di Azione ha chiarito che il cosiddetto terzo polo nasce dopo una serie di incontri preliminari nel corso dei quali, onde evitare fisiologici distinguo, si è deciso di mettere da parte le differenze ideologiche per concentrarsi sulle soluzioni dei problemi. Questo è stato il collante che ha consentito, a sensibilità diverse, di poter stare insieme. Sempre in questa ottica si è anche deciso di rinviare e porre in secondo piano la scelta del candidato a sindaco concentrando lo sforzo verso la ricerca di nuove adesioni tra coloro che intendono porre al primo posto gli interessi della città. Questa nuova formazione è disposta a dialogare con tutti senza alcuna preclusione, né a destra e né a sinistra, pur di porre alle spalle l’esperienza Limardo. Una tale apertura, che oggi consentirebbe agli esponenti locali della Lega di avere quel ruolo di primo piano che invece gli si vuole negare nel centrodestra, in un futuro molto prossimo potrebbe essere guardata con interesse sia da Città Futura oltre che in caso di una probabile spaccatura della coalizione di sinistra, da qualche componente di quest’area. Per quanto concerne in particolare la posizione di Città Futura va osservato come i suoi margini di manovra si stiano progressivamente riducendo: la ricandidatura della Limardo rende improbabile un suo ritorno nella coalizione di centrodestra, farebbe la figura di quel tale che uscito a testa alta dalla porta principale poi, smentendo sé stesso, rientra a capo chino dalla finestra. Analogo discorso potrebbe essere fatto per quanto concerne l’area di sinistra, anzi in questo caso sarebbe ancora più complicato atteso il veto posto dal segretario cittadino del Pd verso coloro che hanno amministrato insieme alla Limardo. Più probabile, nel caso in cui non dovesse decidere di presentarsi agli elettori con un proprio candidato a sindaco, un avvicinamento al polo di centro nel quale la chiave d’ingresso è rappresentata principalmente dalla condivisione della necessità di evitare alla città il rischio di una Limardo bis. D’altro canto questa formazione politica ha già dato prova di ritenere inadeguato l’attuale primo cittadino facendo dimettere i propri assessori. Per quanto concerne l’area progressista la situazione è ormai giunta ad un punto di non ritorno, il M5S ed il Pd sono divisi su tutto e gli incontri programmati sono ormai saltati attesa l’inconciliabilità delle rispettive posizioni. Stando così le cose bisogna chiedersi come sia possibile che di fronte ad una situazione così incancrenita i responsabili regionali dei due partiti, Anna Laura Orrico (M5S) e Nicola Irto (Pd) non abbiano trasferito a livello regionale, sottraendola alle dirigenze cittadine, la tematica inerente alla scelta del candidato a sindaco. Vibo è pur sempre una città capoluogo di provincia, ed in tutta Italia, in analoghe circostanze, si sono sempre registrati gli interventi dei responsabili regionali tendenti a rendere possibile l’operatività del “campo largo”. In Calabria invece l’immobilismo della Orrico e di Irto sta facendo sì che a Vibo il “campo largo” si trasformi in un “campo santo”.
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