Vibo, Romeo su Baker Hughes: «Disinteresse del Comune per la zona in cui opera»
Il candidato a sindaco del Pd cittadino per le prossime amministrative fa il punto sull'interesse manifestato dall'attuale amministrazione nei confronti dell'importante stabilimento di Vibo Marina
“Notizia di queste ore: la Baker Hughes investe in un nuovo insediamento industriale nel porto di Corigliano e nello stabilimento di Vibo Marina. Bene, ottima notizia. Ma per Vibo Valentia lo è veramente?” Così Enzo Romeo, presidente del Centro Studi e Ricerche ‘Progetto Vibo Valentia, nonchè candidato a sindaco del Pd cittadino per le prossime amministrative. “La Baker Hughes è un’eccellenza di Vibo Marina, un’azienda di primissimo valore internazionale. Dobbiamo essere orgogliosi di averla sul nostro territorio e guardare con
ammirazione alle sue performance, grati per questo nuovo investimento destinato all’espansione del sito produttivo attuale. Ma la nostra città, – spiega Romeo – in particolare la sua attuale amministrazione comunale, cos’ha fatto per migliorare le condizioni logistiche nelle quali opera quest’importantissima realtà produttiva che resiste nel deserto? A me risulta che non abbia fatto davvero nulla. Ma proprio nulla. La viabilità, il collegamento stradale comunale con la banchina commerciale del porto è un vero inferno per il passaggio dei trasporti speciali che necessitano di giungere in banchina per essere imbarcati: perchè non ha agito almeno su quest’esigenza elementare? E l’Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio, in cosa ha favorito l’azienda proprio in attinenza ad altre necessità logistiche, ampliando la capienza della banchina “Bengasi” attraverso l’abbattimento del vecchio capannone ex Civam?”, si domanda ancora Romeo il quale aggiunge “Qui, le competenze non sono tutte da imputare all’autorità portuale. E dunque, sono in parte ancora riferibili all’amministrazione comunale e al Consorzio Asi ex nucleo industriale. Certamente, – osserva ancora Enzo Romeo – occorre considerare che il passaggio di consegne dalla Capitaneria di Porto all’Autorità di Sistema Portuale riguardante il porto vibonese è avvenuta nel corso del 2021 e questo ha segnato i primi interventi d’investimento: dal Pot (Piano Operativo Triennale) 2021-2023, Vibo Valentia è rimasta esclusa. Nel successivo Piano, quello relativo agli anni 2023-2025, per il porto di Vibo Marina si è previsto poco e comunque investimenti di scarso impatto: appare evidente che lo scalo di Corigliano risulti una meta appetibile perchè interessata, invece, da risorse significative e mirate rispetto a Vibo. Questo dato, inoppugnabile, fa il paio con gli ormai celebri 18 milioni “fantasma” stanziati a suo tempo per il risanamento e consolidamento delle banchine “Pola”, “Tripoli”, “Papandrea” e “Buccarelli”. In sostanza, – prosegue – un’azienda che per sua natura debba sempre guardare in prospettiva, non può che rendersi conto di come lo scalo portuale di Vibo non sia al centro di un programma d’investimenti infrastrutturali adeguato. Dunque, legittimamente, guarda altrove. E quest’altrove può essere Corigliano. Che si presenta come un porto emergente destinato a crescere”. In conclusione, la preoccupazione di Romeo è la seguente: “Potrebbe accadere con la Baker Hughes, in un prossimo futuro, quel che è accaduto con la Italcementi? Nessuno, tranne gli amici più attenti di Vibo Marina, sembra essersi posto assieme
a me quest’interrogativo angoscioso. E la cosa peggiore è che questa domanda non se la sia posta, in cinque lunghi anni, l’attuale amministrazione comunale. La quale, in generale, verso il porto, verso Vibo Marina e verso tutti gli altri quartieri della città, ha mostrato un atteggiamento sprezzante, di plateale disinteresse. A scapito di tutta Vibo Valentia. Io e tanti altri amici, abbiamo idee molto diverse: o la città è un insieme oppure non è. E se non diventerà un insieme non potrà mai essere”.
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