Commissione d’accesso a Nicotera, la Consulta del commercio: «Attendiamo gli esiti»
La presidente Luciana Ceravolo e il direttivo si dichiarano sorpresi dall'invio e provano ad analizzare la situazione che vede il Municipio "attenzionato" per la quarta volta e la politica locale pronta a ripetere sempre gli stessi errori
«La notizia dell’invio dell’ennesima commissione di accesso agli atti al nostro municipio ci ha assolutamente colti di sorpresa». Inizia così una nota della Consulta comunale del commercio di Nicotera condivisa dal presidente Luciana Ceravolo e dal consiglio direttivo. «Ovviamente massimo rispetto per le valutazioni che hanno indotto il prefetto ad un simile passo, peraltro a otto mesi dalla scadenza naturale della consiliatura aperta con il voto della primavera del 2019 ma non possiamo, nello stesso tempo, non esprimere la nostra tristezza per questo che ormai rischia di configurarsi come un caso unico in Italia, un autentico primato negativo e cioè quello di un Comune dove da quasi venti anni, esattamente dal 2005, pur cambiando i sindaci e le tipologie di coalizioni, nessuna amministrazione non solo non riesce a concludere il mandato e non riesce a ripresentarsi davanti al corpo elettorale per essere confermata o sconfessata ma viene mandata a casa. Nessuno di noi nega che Nicotera e il suo hinterland si trovino al centro di due importanti comprensori criminali quali quello del Vibonese e quello della Piana di Gioia Tauro e di dinamiche criminali che sono attestate da diverse e importanti inchieste giudiziarie e che quindi non è un territorio facile dal punto di vista ambientale, ma ci viene sommessamente da chiedere come mai, i vari commissariamenti che si sono succeduti – e che ricordiamo vengono decisi soprattutto con l’obiettivo di risanare l’ente esposto alle infiltrazioni – non siano mai riusciti anche a creare le condizioni minime affinché la parte onesta, della Nicotera che vive, lavora, suda nella più totale legalità e che costituisce sicuramente la maggioranza della popolazione cittadina, possa accedere, con il supporto, il monitoraggio e il sostegno dello Stato, alla guida di una comunità dove peraltro non mancano individui e professionalità validissime che potrebbero dare un contributo attivo per inaugurare una nuova stagione democratica, forse anche sfruttando quegli strumenti di partecipazione che lo Statuto cittadino prevede e che hanno ad esempio consentito la nascita della nostra realtà».
E ancora: «La Commissione di accesso indaghi pure, sia sul contesto territoriale che su quello che è stato prodotto in termini di atti amministrativi e sia su quello che forse doveva essere fatto – e ci mancherebbe pure che dicessimo il contrario – anche perché in fondo è un organismo di garanzia che non necessariamente deve dare un parere negativo sull’operato dell’amministrazione comunale o che anche quando lo dà, a volte, come nel caso di Limbadi e di Joppolo, pochi anni fa, si ritrova il suo verdetto ribaltato dagli organi di governo centrale o dai giudici amministrativi (Tar e Consiglio di Stato). Anzi attendiamo fiduciosi di capire sia le motivazioni poste alla base del suo invio a Palazzo Convento e soprattutto gli esiti finali a cui arriverà tramite il metodico e imparziale esame degli atti amministrativi». Nel contempo «diamo la nostra vicinanza umana a tutto il consiglio comunale – perché, è bene ricordarlo, in caso di un nuovo scioglimento, non è solo l’amministrazione ad andare a casa ma tutto il civico consesso – perché comprendiamo non solo quanto sia difficile amministrare un paese di quasi seimila anime disperse su cinque distinti nuclei urbani, che sconta problemi mai risolti negli ultimi quarant’anni e che anzi si sono incancreniti nel corso del tempo – dissesto idrogeologico, inquinamento marino, questione sanitaria, legalità, assenza di partecipazione, mancato sviluppo turistico, adeguata progettualità in campo culturale e sociale, ecc. – per colpa di una classe dirigente evidentemente inadeguata ma anche il senso di scoramento di chi, nel bene o nel male, poco o tanto, si è trovato ad amministrare un Comune, con un dissesto finanziario, con un manipolo di impiegati e con le sempre più scarse risorse che lo stato invia e nonostante anche qualche attrito che pure non è mancato». La consulta fa rilevare: «Che qualcosa non va del resto, lo testimonia il continuo drenaggio che la popolazione nicoterese ha subito, poichè negli ultimi settanta anni, non solo, è in pratica sparito un nicoterese su tre ma il nostro si è trasformato da un paese di giovani in un paese di anziani con tutto l’impatto negativo che questo ha avuto e sta avendo, un dramma la cui entità catastrofica non ci deve lasciare neanche il tempo di respirare perchè pochissimo è il tempo che è rimasto per invertire la rotta attivando quelle politiche di sviluppo che la città può realizzare viste le sue tante potenzialità. Una battaglia di civiltà che tutti i commercianti devono condurre e fare propria».
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