Comune di Vibo, Nesci: «Dall’amministrazione Limardo continui errori»
La coordinatrice provinciale di “Noi moderati”: «Le misure straordinarie che dovranno essere adottate dal Ministero dell’Interno si sono rese necessarie per risanare anche il disavanzo prodotto da questa compagine amministrativa»
La coordinatrice provinciale di “Noi moderati”, Maria Rosaria Nesci, interviene in tema di conti pubblici dopo le recenti dichiarazioni del sindaco di Vibo Valentia, Maria Limardo. In particolare, il primo cittadino aveva recentemente dichiarato: «La città di Vibo Valentia non è più in dissesto, non è più in predissesto anzi è in attesa di avere da parte del Governo un decreto ministeriale per il c.d. caso Vibo che porterà a risolvere definitivamente la situazione profondamente deficitaria che abbiamo trovato nel momento del nostro insediamento». Sull’argomento, Nesci replica: «Le sue affermazioni, quantomeno nella parte iniziale, contrastano fortemente con quanto dalla stessa sostenuto in ogni sua precedente dichiarazione e tesa sempre a negare che il Comune di Vibo Valentia fosse in dissesto. Dal tenore di tali recenti dichiarazioni, invece, sembrerebbe che il nostro sindaco abbia finalmente preso coscienza dello stato di dissesto in cui versa l’ente locale anche se, però, non riesce a riconoscere che il disavanzo incompatibile con la gestione ordinaria (vale a dire il c.d. dissesto funzionale), secondo quanto, peraltro, dichiarato dalla Corte dei Conti, si sia replicato, senza soluzione di continuità, proprio nel corso della sua amministrazione».
La coordinatrice di “Noi moderati” sottolinea: «Le misure straordinarie che dovranno essere adottate dal Ministero dell’Interno, pertanto, si sono rese necessarie per risanare anche il disavanzo prodotto da questa Amministrazione che, in tema di conti pubblici, purtroppo, ha commesso un errore dietro l’altro, rendendo lo stesso risanamento un vero e proprio miraggio. In tal senso, d’altra parte, si ricorda dapprima un prfp predisposto dalla Giunta Limardo e giudicato inidoneo dalla Corte dei Conti perché non affidabile e non fattibile; poi, la violazione dei termini previsti dalla legge per la rimodulazione dello stesso; successivamente la sua dichiarata nullità per come approvato dal consiglio comunale in quanto adottato da un organo carente di potere in assoluto ed in concreto (con contestuale attestazione delle gravi violazioni commesse dall’ente ai sensi dell’art. 268 Tuel e trasmissione degli atti all’Autorità Giudiziaria competente per l’accertamento di ipotesi di reato) e da ultimo, l’adozione di un nuovo prfp che, anche questa volta, sarebbe stato certamente dichiarato illegittimo dalla Corte dei Conti per carenza di potere in assoluto ed in concreto e che il sindaco e la sua giunta hanno compreso di dover revocare in estremo ritardo, esponendo così il comune, ancora una volta, al serio rischio di subire la dichiarazione di un ennesimo fallimento nel fallimento».
Nesci aggiunge: «Nonostante l’invito che la scrivente, in occasione del consiglio comunale del 7 giugno scorso, ha rivoto a questa amministrazione affinché non si adottasse un nuovo prfp perché illegittimo e nonostante le successive sollecitazioni della scrivente affinché si revocasse la delibera di adozione, il sindaco e l’assessore al bilancio, navigando a vista, hanno scelto di far adottare comunque un nuovo prfp e, solo in data 9 agosto, dopo aver ricevuto una comunicazione del Ministero dell’Interno, volta a precisare che l’ente non rientrasse nelle fattispecie normativa prevista dall’art. 243 bis del Tuel (vale a dire nell’ipotesi che consentirebbe all’ente di adotta un prfp), bensì in quella di cui all’art. 268, comma 2, Tuel (vale a dire nelle ipotesi in cui, stanti le gravi violazioni di legge, l’unico organo competente sarebbe lo stesso Ministero), forse hanno compreso di aver commesso l’ennesimo errore procedurale».
E, però, «come se tutto ciò non fosse sufficiente, anziché attivarsi immediatamente per proporre la revoca della citata delibera di adozione del nuovo prfp, irresponsabilmente, stante la crisi politica in atto, sindaco ed assessore al Bilancio hanno deciso di formulare una tale proposta solo nel mese di settembre e di convocare a tal fine il consiglio comunale nel penultimo se non addirittura l’ultimo giorno utile perché si scongiurasse l’ennesima dichiarazione di “fallimento nel fallimento”. Questo, dunque, il quadro politico-amministrativo in tema di conti pubblici che raffigura, senza alcuna possibilità di mistificare la realtà, il fallimento di Maria Limardo». Nesci chiosa: «Le misure che saranno adottare dal Mi per il risanamento, diversamente da quanto possa pensare il nostro sindaco – che sembrerebbe sponsorizzare le stesse come fossero una grande occasione per il comune di Vibo – invero, non faranno altro che comportare ulteriori imposizioni e sacrifici in capo ai cittadini, e potranno tradursi anche in una delibera di adozione un Prfp con tutte le relative conseguenze e finanche prevedere lo svolgimento di funzioni in forme associative con altri comuni. Una debacle insomma, che imporrebbe al sindaco di dimettersi».
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