Comune Vibo, Nesci: «Il risanamento decantato dal sindaco frutto di una sua fantasiosa ricostruzione»
La coordinatrice provinciale di “Noi moderati”: «Si può parlare solo del fallimento politico-amministrativo dell’attuale primo cittadino al quale, nell’interesse collettivo, chiedo di voler rassegnare le dimissioni»
«Ancora una volta il sindaco di Vibo Valentia, nel corso di un’intervista, ha sostenuto di aver reso possibile il risanamento economico dell’ente per come, a suo dire, risultante dagli atti. Ebbene, invero, non mi pare che vi siano atti, men che meno provenienti dalle autorità giudiziarie, che protendano in tal senso». Lo scrive Maria Rosaria Nesci, coordinatore provinciale “Noi moderati” che aggiunge: «Come già sottolineato in un precedente intervento, sono state proprio le autorità giudiziarie, ed in particolare la massima ag in tema di conti pubblici, vale a dire le Sezioni Riunite della Corte dei Conti, ad aver sentenziato in ordine allo stato di dissesto in cui permane il comune di Vibo Valentia. Che il risanamento decantato da Maria Limardo sia, quindi, solamente il frutto di una fantasiosa ricostruzione che si vuole raccontare ai cittadini, peraltro, lo dimostra la scelta dello stesso sindaco e dell’assessore al bilancio di adottare lo scorso 7 giugno un nuovo Prfp».
Maria Rosaria Nesci analizza: «Presupposto normativo per l’adozione di un tale Piano è, infatti, l’esistenza di uno squilibrio economico rilevante sicché, non si vede come si possa anche solo accennare ad un risanamento economico e nello stesso tempo adottare uno strumento che, invece, presuppone un deficit economico così grave. Ma vi è di più. Ed infatti, il Comune di Vibo Valentia, in persona dell’attuale sindaco, ha chiesto al Ministero dell’Interno l’adozione di misure straordinarie a norma dell’art. 268 Tuel proprio perché le Sezioni Riunite della Corte dei Conti hanno accertato la sussistenza di fattori di squilibrio, intervenuti successivamente alla chiusura del precedente dissesto e della riunificazione del bilancio, tali da aver determinato un disavanzo incompatibile con la gestione ordinaria (dissesto funzionale). E si badi bene, che tali misure straordinarie non comporteranno oneri a carico dello Stato ma dell’ente locale e, quindi, degli stessi cittadini sicché, direi che la strada verso il risanamento è ancora lunga e tortuosa, ma soprattutto, gravosa per la città di Vibo Valentia».
Tuttavia «il primo cittadino di Vibo Valentia omette volutamente di raccontare questa verità e si limita a riferire che la “Relazione sulla Gestione finanziaria degli enti locali per gli esercizi 2020-2022” approvata dalla Sezione autonomie locali della Corte dei Conti avrebbe certificato la validità della linea tenuta dall’amministrazione comunale nell’opera di risanamento del bilancio. Ebbene, innanzitutto, quanto alla citata relazione mi pare il caso di sottolineare preliminarmente che, diversamente da quanto sostenuto dal nostro Sindaco in un precedente comunicato stampa, la Sezione autonomie locali della Corte dei Conti non è un organo che svolge funzioni giudiziarie, bensì un organo che relaziona al Parlamento sull’andamento economico degli enti locali e che, nel caso di specie, in relazione al capitolo dedicato al caso di Vibo Valentia afferma meramente che il Comune stia faticosamente cercando la via del risanamento».
La coordinatrice di “Noi moderati” rileva: «Invero, nella citata relazione si parla anche di resilienza del Comune, che sarebbe andato avanti nel percorso di risanamento fin dall’avvio del mandato. Epperò, stanti le gravissime censure mosse dagli organi giudiziari in ordine all’operato dell’amministrazione comunale di Vibo Valentia in questi anni (e cioè, la dichiarata idoneità del Prfp adottato ed approvato dall’ente perché non capace di superare il grado di affidabilità e fattibilità, la violazione dei termini previsti dalla legge per la rimodulazione di detto stesso Piano, la dichiarata nullità del Piano di Riequilibrio approvato dall’ente in quanto adottato da un organo carente di potere in assoluto ed in concreto con contestuale attestazione delle gravi violazioni commesse dall’ente ai sensi dell’art. 268 Tuel e trasmissione degli atti all’Autorità Giudiziaria competente per l’accertamento di ipotesi di reato), più che di resilienza, parlerei di autolesionismo. Ogni singola battuta d’arresto subita in attuazione di quanto disposto dalle autorità giudiziarie è, infatti, da attribuire in via esclusiva all’erronea applicazione delle norme da parte dell’amministrazione comunale. Se quest’ultima avesse correttamente operato sin dall’insediamento, d’altra parte, il bilancio dell’Ente Locale si sarebbe già risanato da un pezzo».
Invece «ancora oggi si cerca la via d’uscita. Una via d’uscita che, nell’esclusivo interesse pubblico, ritengo non possa trovarsi se si deliberasse l’approvazione del Prfp adottato il 7 giugno scorso. Competente a decretare anche l’adozione di un Prfp, da intendersi eventualmente quale misura straordinaria, è infatti ora il solo Mi, sicché il Comune di Vibo Valentia, al fine di non incorrere in una ulteriore dichiarazione di inammissibilità del Prfp, dovrebbe revocare la delibera di adozione deliberare del Pnrf del 7 giugno scorso entro 90 giorni dalla sua esecutività, vale a dire entro pochissimi giorni. L’omessa revoca (senza l’approvazione – che sarebbe comunque illegittima per incompetenza) del Prfp entro i citati termini, d’altra parte, comporterebbe nell’immediato la dichiarazione di dissesto ipso iure, sicché, proprio a dimostrazione del fatto che chi scrive ha interesse a che il Comune possa realmente risanarsi economicamente, invito il sindaco a voler procedere nel senso sopra descritto con estrema solerzia. Sarebbe questo, infatti, il primo passo normativamente corretto da compiere per iniziare realmente un percorso di risanamento economico. Risanamento che, nonostante l’attuale saldo di cassa richiamato dal sindaco, come dicevo, allo stato, non può dirsi ancora neppure iniziato».
Nesci prosegue: «Il saldo di cassa in positivo, d’altra parte, non attesta l’assenza di uno squilibrio e, quindi, la capacità di gestione economica ordinaria dell’ente. Nel caso di specie, è certamente frutto di importi incassati in relazione ad eventuali fondi vincolati che, tuttavia, non permettono di garantire l’erogazione di servizi ordinari. E prova ne è il fatto che se l’ente locale avesse avuto in cassa un saldo di “x” milioni di euro, così come riferito dal sindaco, e tali fondi fossero stati non vincolati (vale a dire senza specifica destinazione), certamente, queste somme si sarebbero potute impiegare per sistemare le strade, per riparare a regola d’arte i tratti di rete idrica e/o fognaria danneggiati e per garantire eventi estivi, quale lo stesso Vicoli diVini. Ed invece, mi pare che le strade siano ancora piene di buche, lungo la rete idrica e fognaria si registrano perdite, e di rilevanti eventi estivi targati “Comune di Vibo Valentia” non mi pare se ne siano visti. In un siffatto contesto quindi, non credo proprio si possa parlare di risanamento e neppure di percorso verso il risanamento quanto, piuttosto, di un fallimento politico-amministrativo dell’attuale sindaco di Vibo Valentia al quale, nell’interesse collettivo, ancora una volta, chiedo di voler rassegnare le dimissioni».
LEGGI ANCHE: Vibo e le incompiute, incalza il M5S e l’assessore rassicura: «In un paio di mesi concluderemo tutto»
Vibo, torna l’incubo dell’acqua: non potabile in tre frazioni
Efficientamento energetico, i progetti del Comune di Vibo su depuratori e cimiteri