Dimissioni assessori al Comune di Vibo, Miceli: «Amministrazione Limardo al capolinea da tempo»
Il consigliere interviene sull'operato della Giunta e sulla crisi che investe l'amministrazione: "Un fallimento su tutta la linea"
Venerdì 21 luglio tre assessori comunali della giunta di Vibo, guidata dal sindaco Maria Limardo, si sono dimessi. Si tratta di: Giovanni Russo (Lavori pubblici), Antonella Tripodi (Cultura) e Rosa Chiaravalloti (Servizi Sociali). Tutti e tre, espressione di “Città futura” il cui leader è l’ex consigliere regionale Vito Pitaro. Per il consigliere Marco Miceli, capogruppo di Vibo Democratica, le suddette dimissioni erano oltremodo prevedibili e spiega “in occasione dell’ultimo Consiglio comunale, in seno al quale si è svolta la votazione del bilancio di previsione, ho ritenuto di intervenire per sottolineare come l’amministrazione comunale, di fatto, fosse ormai giunta al capolinea, se non formalmente, di certo nella sostanza. Il malcontento, infatti, era percepibile quotidianamente a palazzo Luigi Razza e il sindaco, già da tempo, avrebbe dovuto prendere atto di non essere più sostenuto dalla maggioranza di centrodestra, che ha vinto le elezioni del 2019. Il sindaco Limardo, in sostanza, già da tempo non ha la rispondenza necessaria in Consiglio per poter continuare ad amministrare e, soprattutto, per risolvere con serenità le gravi criticità del nostro territorio; sarebbe dunque opportuno ridare la parola agli elettori vibonesi, che meriterebbero di essere amministrati da un’alternativa valida al centrodestra che deve essere costituita da chi è in grado di avviare un metodo del confronto che deve rigettare qualsiasi forma di individualismo e personalismo per favorire i metodi collettivi”.
Marco Miceli prosegue sostenendo che a cristallizzare tale sua analisi “sono intervenute le dimissioni degli assessori punto di riferimento del gruppo “Citta’ futura”, cardine della maggioranza che amministra la nostra città. Tale episodio scolpisce una maggioranza priva di qualsiasi disegno politico, incapace di imprimere alcuna strategia alla propria attività politica ed amministrativa. Nessuna risposta è stata data alle legittime istanze dei cittadini, più volte avanzate nel civico consesso. Si è preferito dare credito all’accozzaglia di gruppi forniti soltanto da maggioranze aritmetiche e scevre da qualsiasi legame con la comunità vibonese, che oggi assiste a uno spettacolo indecoroso, dove le misteriose ragioni della crisi in atto non sembrano emergere e il dibattito all’interno della maggioranza è completamente avulso dai problemi che attanagliano la città: la crisi idrica, la gestione dei servizi comunali, l’andamento della burocrazia, il totale degrado del centro urbano disseminato da buche e voragini, dotato, nella migliore delle ipotesi, di marciapiedi non fruibili dai pedoni, che per riuscire nell’ardua impresa di percorrerli, sono costretti a compiere dei veri e propri percorsi ad ostacoli. Ma il più rappresentativo esempio della totale disattenzione dell’amministrazione Limardo è costituito dall’isolamento delle aree decentrate come Triparni, dove il dissesto idrogeologico continua a far paura e a riempirci di vergogna. Poi Longobardi e le Marinate, – aggiunge Miceli – che dovrebbero costituire il fiore all’occhiello della nostra città e fungere da vetrina non solo per i vibonesi, ma soprattutto per i turisti e che, invece, offrono il più desolante spettacolo di tutti i tempi. Il mare è sporco e inquinato, così come le spiagge, completamente abbandonate, assolutamente prive di ogni più elementare servizio e di passerelle e scivoli idonei a consentirne l’accesso a bambini e disabili o, peggio ancora, attrezzate con passerelle disastrate a tal punto da costituire un pericolo per qualsiasi utente, inidonee a consentire di raggiungere una postazione sulla spiaggia e per di più ubicate a notevole distanza dai parcheggi per disabili. La trascuratezza e l’incuria costituiscono un oltraggio gravissimo alla meraviglia delle risorse naturali di cui il nostro territorio è dotato e alla dignità di ogni cittadino, oltre a rappresentare inequivocabilmente, inutile dirlo, il fallimento nel realizzare qualsivoglia prospettiva di crescita culturale, sociale, economica e turistica per la nostra città”.
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