Vibo, la riflessione di Antonio Lo Schiavo: «Si vada oltre le emergenze e la rassegnazione»
Il consigliere regionale di Liberamente progressisti interviene in merito alla non potabilità dell'acqua e al divieto di balneazione
Il consigliere regionale di Liberamente progressisti Antonio Lo Schiavo interviene in merito alle emergenze in atto a Vibo Valentia, alle prese con la non potabilità dell’acqua. «L’estate dei vibonesi – scrive Lo Schiavo – non si può dire si avvii sotto una buona stella, contrassegnata com’è dalle solite problematiche che, nonostante la loro ricorrenza, continuano ad essere definite “emergenze”. Anche se di emergenziale hanno ben poco, apparendo ormai, al contrario, come strutturali». A parere del consigliere regionale, l’attuale situazione emergenziale «è causata da anni di disinteresse verso la problematica che hanno portato a considerare secondario il problema della qualità dell’acqua pubblica, lasciando che si affermasse la convinzione che la sua inidoneità al consumo umano fosse una cosa normale e tutto sommato accettabile». Altro problema che denuncia Lo Schiavo è quello relativo alle acque di balneazione sul litorale cittadino, dichiarate in alcuni punti non conformi perché contaminate e dunque interdette in piena estate ai turisti e ai cittadini.
«Tutto questo – prosegue Lo Schiavo – è estremamente grave, è vero, ma il rischio maggiore è che, alla lunga, prevalgano l’assuefazione e la rassegnazione a questo stato di cose e non si riesca ad intravedere né a progettare un futuro diverso per la città di Vibo Valentia. In altri termini, la politica delle emergenze, con le relative e puntuali polemiche che ne seguono, fa perdere di vista le risposte strutturali che invece andrebbero fornite. Limitando di conseguenza una visione di prospettiva, lucida e coerente, rispetto all’idea di sviluppo di una comunità».
L’esponente di Liberamente progressisti ricorda le prossime elezioni per il rinnovo dell’Amministrazione comunale: «Se le forze progressiste vogliono avere anche una sola possibilità di vincere in una città che per anni si è dimostrata conservatrice anche nei suoi assetti di potere, esse – continua il consigliere regionale – a maggior ragione oggi, devono avere la capacità di alzare lo sguardo, volare alto, superando l’ordinaria amministrazione e la politica delle emergenze. Serve puntare su una visione ampia, che abbia la capacità di mettere in campo delle politiche di largo respiro in grado, da un lato, di fermare l’emorragia demografica, in particolare delle giovani generazioni, dall’altro di selezionare merito e competenze necessarie per attrarre risorse della programmazione comunitaria e del Pnrr. Nessuno ovviamente nasconde le difficoltà di una città che deve affrontare un deficit di bilancio enorme, né servono libri dei sogni, ma come già accaduto in altre realtà della Calabria – conclude – quando ci sono buone amministrazioni si può invertire il declino».
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