Comunali a Vibo: la Lega con Saccomanno sostiene il sindaco Limardo. E i militanti locali?
Presa di posizione del commissario regionale del partito di Salvini che promuove l’operato del primo cittadino e la ripropone per una nuova candidatura. Chi non si allinea alle direttive è «automaticamente fuori dalla Lega»


Potrebbe “navigare” con visioni differenti in ordine allo scenario politico comunale, la Lega di Matteo Salvini a Vibo Valentia: una visione legata al territorio, una di portata regionale ed una finale che tocca a Roma decidere e che ancora nessuno conosce. Se da un lato abbiamo infatti registrato sinora lo scarso entusiasmo del segretario comunale del partito, Mino De Pinto, rispetto all’ipotesi di una ricandidatura dell’attuale sindaco di Vibo Valentia, Maria Limardo, dall’altro lato si registra una ferma presa di posizione dell’avvocato rosarnese Giacomo Saccomanno, commissario regionale della Lega. Ad avviso di quest’ultimo, infatti, Maria Limardo ha “ben amministrato e merita di amministrare per altri cinque anni e se gli alleati la riproporranno, da parte della Lega non ci saranno difficoltà a sostenerla ancora una volta. Ha avuto ed ha delle grosse difficoltà – ha aggiunto Saccomanno – derivanti da una gestione passata che non le possiamo addebitare. La decisione definitiva – spiega ancora Saccomanno – toccherà poi ai vertici nazionali che dovranno fare le opportune valutazioni. Per quanto mi riguarda non ho nessun tipo di perplessità su Maria Limardo che può essere una proposta valida e vincente”. E la partecipazione del segretario comunale della Lega, Mino De Pinto, a “tavoli” del centrodestra dove si sarebbe discusso di un superamento del sindaco Maria Limardo per le prossime amministrative? “Mino De Pinto ha avuto solo un incontro personale con esponenti di altri schieramenti – ha affermato Saccomanno – e non si è espresso in nome e per conto della Lega. Mino De Pinto è un’ottima persona, ma a volte si fa prendere dalla voglia di fare. Su Vibo non ci saranno problemi – assicura Saccomanno -, abbiamo avuto dei momenti travagliati che adesso sono però ampiamente superati e ci siamo definitivamente chiariti prima che arrivasse il ministro Calderoli. Le mie direttive sono di convinta partecipazione alle alleanze di centrodestra e non ci sono percorsi alternativi. Se qualcuno farà passi in avanti si metterà, automaticamente, fuori dal partito”. Insomma, dalle parti della Lega – alla luce delle dichiarazioni del coordinatore regionale Saccomanno – il “funzionamento” è chiaro: le sorti di una comunità locale a livello politico e il giudizio su chi amministra non le decide chi fa politica sul territorio – e quindi dovrebbe meglio conoscere i problemi in quanto più vicino ai cittadini – bensì il livello regionale che “scavalca” in questo caso anche quello provinciale la cui opinione sull’amministrazione Limardo non è al momento pervenuta (ma crediamo sia in linea con Saccomanno). Il tutto, sia ben chiaro, sempre che Roma o il Nord (luogo di nascita della Lega) – realtà ancor più distanti da Vibo Valentia – non decidano diversamente, in quanto la decisione definitiva spetterà al livello nazionale anche su chi sostenere quale prossimo aspirante sindaco di Vibo Valentia. Chi dissente da tale impostazione politica è, per dirla con le parole di Saccomanno, “automaticamente fuori dal partito”. Realtà partitiche territoriali, dunque, sempre più ridotte nel Vibonese a semplici comparse (la Lega in ogni caso non dispone attualmente di alcun consigliere comunale a Vibo), portatrici di acqua per i mulini altrui, utili a raccogliere voti e schierare in campo pedine funzionali a “manovre” politiche che si decidono a livello regionale e nazionale. I problemi di Vibo Valentia, insomma, con buona pace dei militanti locali, li risolve la Lega di Salvini direttamente da Roma o, al limite, da…Pontida.
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