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Comune di Vibo, toni infuocati tra il sindaco e Luciano sino al gesto inconsulto, Putrino: «Sgarbo nei miei confronti»

Il primo cittadino Maria Limardo respinge le accuse dell'esponente di Azione, critico verso l'operato dell'amministrazione, e si scaglia poi contro il presidente del civico consesso rimproverandolo di non aver interrotto il consigliere

Comune di Vibo, toni infuocati tra il sindaco e Luciano sino al gesto inconsulto, Putrino: «Sgarbo nei miei confronti»
Ni riquadri da sinistra Stefano Luciano, Maria Limardo e Rino Putrino
Maria Limardo in una foto d’archivio

Toni accesi e animi decisamente surriscaldati hanno caratterizzato le discussioni in Consiglio comunale a Vibo Valentia, convocato per l’approvazione del rendiconto di gestione 2022, finito con il presidente della pubblica assise, Rino Putrino, costretto a condannare un gesto definito in maniera sin troppo elegante come “sgarbo” nei suoi confronti. Ad accusarlo di non aver preso le sue difese è stato il sindaco Maria Limardo nel corso del suo intervento. Il primo cittadino avrebbe preteso che il presidente del Consiglio comunale interrompesse il precedente intervento del consigliere Stefano Luciano che aveva invece sottolineato la mancanza di “etica istituzionale e politica del sindaco”, rimarcando tutti gli “errori compiuti dalla sua amministrazione” in materia di conti pubblici, bilancio e risanamento. Ho sentito di tutto oggi in questo Consiglio da parte di Luciano – ha affermato il sindaco – e mi ha persino detto che non ho etica”. Il primo cittadino avrebbe auspicato da Rino Putrino una sua difesa o, quantomeno, che interrompesse Stefano Luciano. Rino Putrino ha però difeso il suo operato ribadendo, in sostanza, che l’intervento di Luciano rientrava nei limiti di quella critica politica consentita in ogni civico consesso ed è a questo punto che la Limardo si sarebbe resa protagonista di un gesto inconsulto, successivamente fortemente condannato da Rino Putrino nel suo intervento di chiusura della seduta di Consiglio comunale. “Conserverò nella mia memoria questo momento di sgarbo nei miei confronti – ha dichiarato in aula un amareggiato e sconsolato presidente del Consiglio comunale – che onestamente non meritavo perchè sono sempre stato disponibile, garbato ed equilibrato nei confronti di tutti e quindi ritengo immeritato tale atteggiamento nei miei confronti. Non me lo meritavo…”.

Stefano Luciano e Rino Putrino

In precedenza, il consigliere comunale Stefano Luciano, da parte sua, aveva messo a nudo tutte le “contraddizioni di un sindaco che ha scaricato le responsabilità per la recente bocciatura da parte della Corte dei Conti su tutti tranne che nei confronti della propria amministrazione”. L’esponente di Azione in Consiglio comunale ha così rimarcato “l’oggettivo fallimento dell’amministrazione Limardo, con il primo cittadino impegnata “ad offendere l’intelligenza dei cittadini mistificando la realtà – ha continuato Luciano – ed offendendo anche le altre forze politiche. Chi ha infatti ratificato la decisione del commissario prefettizio Guetta di adottare un Piano di riequilibrio bocciato nel merito dalla Corte dei Conti e redatto proprio dall’amministrazione Limardo?”. Ed ancora: “Un primo cittadino deve avere un’etica comportamentale – ha continuato Luciano – , qui mancata da parte di un soggetto che doveva rappresentare un punto di riferimento per i cittadini come il sindaco”. Un primo cittadino, invece, ad avviso di Stefano Luciano “mancante di educazione istituzionale e incapace di confrontarsi con l’opposizione”, arrivata anche a sostenere – e questo Luciano ha inteso rimarcarlo nel corso del suo intervento – che la coordinatrice provinciale di “Noi con l’Italia”, Maria Rosaria Nesci, non avrebbe titolo ad intervenire sul Piano di riequilibrio ed a parlare di politica in quanto non eletta in Consiglio comunale “Esprimo solidarietà politica alla Nesci che merita rispetto, soprattutto per la validità di merito rispetto alle cose da lei dette ed anche perchè quattro anni fa si era candidata a consigliere proprio nelle liste a sostegno della Limardo. Siamo dinanzi a quattro anni di amministrazione comunale decisamente da cancellare, così come la personalizzazione della politica”.

Per Luciano, dunque, alla “responsabilità che dovrebbe prevalere”, senza troppi giri di parole va agganciata “l’etica comportamentale e l’educazione istituzionale che – ha continuato Luciano – non si intercettano nella Limardo, né nella Nardo, assessore al Bilancio, la quale emula il primo cittadino con atteggiamenti poco inclini al confronto. Non esprimo alcuna fiducia nei confronti del primo cittadino – ha chiosato l’esponente di Azione – perché non è politicamente credibile. Cerca di addossare a terzi le colpe delle sue azioni sbagliate, praticamente tutto il mondo ce l’ha con lei – specifica Luciano –, dal Ministero dell’Interno al commissario sino alla Corte dei Conti ed ai consiglieri che non gradiscono il suo operato e ciò avviene durante ogni tentativo di continuare a mistificare la realtà. Ci vorrebbe invece ben altro modo di interpretare l’incarico istituzionale in questa città, occorrendo una politica attenta all’etica del comportamento”. Decisamente infastidita da tali dichiarazioni, la Limardo ha definito Stefano Luciano “un personaggio in cerca d’autore che non ha capito un fico secco”. Convinta del buon lavoro fin qui svolto da parte della sua amministrazione, Maria Limardo nel rimarcare che non si dimetterà ha quindi così concluso: “ho operato nel bene e nel bene e sono orgogliosa di ciò che è stato fatto per la città; finchè sarò nella stanza dei bottoni – ha tuonato la Limardo – questo Comune non andrà in dissesto e resterò fedele al mandato che mi è stato conferito dagli elettori».

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