Consiglio comunale di fuoco a Vibo, Nesci: «Dal sindaco parole denigratorie e offensive»
La coordinatrice di “Noi con l’Italia” dopo le dichiarazioni del primo cittadino Limardo sui giudizi tecnici e politici da lei espressi dopo la sentenza della Corte dei conti sul Piano di riequilibrio: «Avrebbe dovuto tacere per buonsenso»
A seguito del Consiglio comunale di Vibo Valentia, tenutosi nelle scorse ore, interviene Maria Rosaria Nesci, in qualità di coordinatore di “Noi con l’Italia”. In particolare, la Nesci, inizia a commentare quanto accaduto nella pubblica assise (convocata per l’approvazione del rendiconto di gestione 2022 e per l’adozione di un nuovo Piano di riequilibrio finanziario pluriennale) riportando che dichiarazioni rese dal sindaco Maria Limardo indirizzate, a suo dire, proprio alla sua figura. In particolare riporta: «Mi sarei aspettata – queste le parole del primo cittadino -certamente non da coloro i quali non essendo in consiglio comunale oggi, che si sperticano in interpretazioni, a dire la verità, assai incomprensibili, probabilmente, non so se frutto di uno studio approfondito o frutto o dettati, molto più probabilmente, da parte di qualcun altro, poiché la materia è talmente complessa, talmente complicata, si intersecano talmente tante di quelle norme che difficilmente, a meno di aver condotto degli studi specifici universitari, poi successivi di approfondimento, sia in grado, se non dando chiaramente dei giudizi politici, il giudizio politico chiaramente è un’altra cosa, ma ci si spertica in giudizi tecnici che non hanno nessun senso, salvo poi ergersi a salvatori della patria e arrogarsi il diritto di parlare in vista del Consiglio Comunale imminente, senza nemmeno essere stati eletti, e accollarsi l’onere, purtroppo, di dover sollevare delle questioni sia nei confronti della maggioranza sia nei confronti dell’opposizione, ma tant’è. Noi ne prendiamo atto».
Parole a cui Nesci risponde: «Molto sinceramente, credo che simili affermazioni, a dir poco denigratorie ed offensive nei miei confronti, qualifichino semplicemente chi le abbia rese per ciò che dimostra di essere in termini di spessore personale e, pertanto, benché ne abbia pienamente diritto, non perderò il mio tempo a denunciare il fatto alle competenti Autorità Giudiziarie. Certamente, però non posso non esprimere alcune considerazioni e non posso non farlo pubblicamente, perché le dichiarazioni del sindaco sul mio conto sono state rese in pubblico. Ebbene, preliminarmente, caro sindaco, il fatto che lei, facendo riferimento alle mie “interpretazioni”, abbia tenuto a sottolineare, che per essere in grado di dare un giudizio tecnico sull’argomento, siano necessari degli studi universitari specifici ed ulteriori studi di approfondimento, in quanto la materia di che trattasi è talmente complessa e complicata, intersecandosi, peraltro, tantissime norme, per me può rappresentare semplicemente un grande motivo di orgoglio».
L’esponente di Noi con l’Italia prosegue: «E questo perché, evidentemente ho saputo esprimere un giudizio tecnico degno di chi, in effetti, ha esattamente gli studi ai quali lei ha fatto espresso riferimento e perché, mi dispiace deluderla, ma non ho bisogno che qualcuno mi detti alcunché. E, semmai lo avesse dimenticato, le ricordo che espressi lo stesso giudizio tecnico già in occasione del dispositivo della sentenza (quello che Lei definì un foglietto…lo sottolineo nel caso Le fosse passato di mente), vale a dire due mesi prima che venissero depositate le relative motivazioni. È, dunque, chiaro, caro sindaco, che lei non mi conosca affatto, soprattutto sotto il profilo professionale e, però, forse, il buon senso, le avrebbe imposto di tacere piuttosto che lasciarsi andare ad offese di carattere personale che sono smentite dal mio un curriculum, tanto in termini di studio che di attività professionali».
Nesci rimarca: «Ad ogni modo, quanto, poi, alla sua affermazione sul mio diritto di parlare in vista del consiglio comunale e che a suo dire mi sarei “arrogata” senza nemmeno essere stata eletta, ciò che vorrei semplicemente ricordarle è che la nostra Costituzione, all’art. 11, prevede espressamente la libertà di espressione, che include la libertà di opinione e la libertà di comunicare informazioni senza che vi possa essere ingerenza da parte delle Autorità pubbliche. Il diritto di esprimere il mio giudizio e la mia opinione su un argomento di rilevanza per la città, pertanto, non l’ho arrogato, in altri termini, non me lo sono attribuito indebitamente, ma l’ho semplicemente esercitato perché, al pari di qualunque cittadino italiano, me lo garantisce la Carta Costituzionale in quanto, dovrebbe sapere, che l’Italia è una Repubblica democratica.
E come se non bastasse, forse Lei dimentica che rivesto anche un ruolo di natura politica. In definitiva, quindi, non ho bisogno del suo assenso per esprimere un mio giudizio tecnico e politico. Prenda atto di questo. Tanto considerato, ringrazio pubblicamente il consigliere Stefano Luciano che mi ha manifestato piena solidarietà e che già in Consiglio Comunale ha preso espressa posizione sul punto invitando il Sindaco ad astenersi da simili affermazioni nei miei confronti e dimostrando, così, il suo valore personale ancor prima che quello istituzionale e professionale. E sinceramente- chiosa- non so se altri avranno la stessa delicatezza».
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