Regionali, Oliverio cerca sponda su Vibo: «Servono le primarie»
Battezzato il comitato a favore della ricandidatura del presidente uscente, inaugurato a Piscopio. A fare gli onori di casa, l’ex consigliere regionale Pietro Giamborino
Nella provincia dei “feudi”, la scelta del luogo ove tenere una conferenza, un dibattito pubblico o anche raccontare una semplice barzelletta, non è mai casuale. Non lo è, ovviamente, neanche in questo caso, data la posta in palio che è quella della presidenza della Regione e, a cascata, del poltronaggio subordinato che ne segue. Ieri a Piscopio di Vibo Valentia, nella Casa della cultura, il presidente della Regione Mario Oliverio ha battezzato un nuovo comitato che si chiama, ça va sans dire, “Pro Oliverio presidente”. A fare gli onori di casa un redivivo Pietro Giamborino, piscopisano doc e già consigliere regionale, che non si vedeva sulla scena da parecchio tempo. «Chiedo che le candidature alla presidenza della Regione – ha esordito Oliverio, dopo averle indette per legge – siano decise attraverso il ricorso alle primarie, nel pieno rispetto delle regole dello statuto del Partito democratico», in cui, all’articolo 18, si sostiene che «un presidente di Regione uscente che ha intenzione di ripresentarsi ha il diritto di chiedere le primarie. Ciò, naturalmente, nel caso in cui ci sia qualcuno che voglia contrapporsi. In caso contrario non avrebbero motivo di esistere. Lo statuto del Pd e non io – ha rimarcato il governatore – stabilisce che si possono tenere le primarie in presenza di altri candidati sostenuti dal 35% dell’assemblea regionale, che nel nostro caso non esiste in quanto il partito in Calabria è commissariato, o dal 15% degli iscritti». L’intenzione è quella di scongiurare l’ipotesi di lasciare la scelta in mano alla direzione nazionale, che evidentemente virerebbe su altri candidati. Tra l’altro, per Oliverio, consegnare questa decisione nelle mani del nazionale significherebbe «legittimare il “modello leghista” in cui le scelte vengono calate dall’alto esautorando, di fatto, gli iscritti e i territori». No, non è uno scherzo. Anche se fa un po’ sorridere questa frase in provincia di Vibo Valentia, dove per anni molti iscritti lo sono stati a loro insaputa, e dove gli iscritti consapevoli e non allineati al ras di turno (che poi è sempre lo stesso) sono stati puntualmente esautorati. Ma vabbè, acqua passata.
«Tra l’altro – ha poi aggiunto Oliverio, riferendosi alle vicende giudiziarie che lo vedono coinvolto – non esistono norme nel nostro statuto secondo cui l’avvio di un’indagine possa costituire elemento di esclusione di un candidato». Il presidente ha inoltre rivendicato un lavoro costante della Regione con questo territorio: «Abbiamo lavorato sempre a stretto contatto con i sindaci senza mai guardare il colore della maglietta o l’appartenenza politica. Abbiamo fatto solo il nostro dovere come è giusto che fosse. Questa azione non può essere interrotta, perché c’è ancora tant’altro da fare». Mentre chi «ostacola» la sua ricandidatura «evidentemente ha nostalgia del passato e vorrebbe ritornare ad una Regione delle clientele, dei favori e dei mulini degli sprechi che noi abbiamo chiuso per sempre». Tra gli amministratori locali, a dare manforte al governatore anche il sindaco di Arena, Antonino Schinella: «Si favorisca la partecipazione – ha detto -, le primarie sono un fondamentale strumento di democrazia e di partecipazione politica, un appuntamento percepito come irrinunciabile da un’area ampia di elettori calabresi».