Vibo, Floriani smonta i “successi” culturali della Limardo: «Non vedo dove si siano manifestati»
Intervento dell'ex direttore del Sistema bibliotecario vibonese dopo le rivendicazioni del sindaco sul teatro e la politica culturale. Ecco tutti i rilievi mossi al primo cittadino e il "provincialismo" della sua visione per migliorare la città
“Spero sia consentito a un cittadino di esprimere una libera opinione senza per questo essere aggredito”. Esordisce così Gilberto Floriani, già direttore del Sistema bibliotecario vibonese, in un post pubblico su Facebook, intervenendo su vari punti messi nero su bianco in un comunicato stampa dal sindaco Maria Limardo in ordine alla gestione del nuovo teatro comunale di Vibo Valentia e alcuni “successi” messi a segno dall’attuale amministrazione. “L’avvocato Maria Limardo, sindaco di Vibo Valentia – esordisce Floriani – ha inviato una lettera ad alcuni organi di stampa per mettere le mani avanti riguardo la gestione del nuovo teatro, i cui lavori saranno presto terminati. Sostanzialmente l’ha fatto per respingere la proposta dell’associazione Valentia di coinvolgere, attraverso una fondazione, nella gestione i Comuni viciniori, magari quelli di una auspicabile e necessaria futura fusione di enti locali. La sua ipotesi – spiega Floriani – è di coinvolgere nell’organismo gestionale che si andrà a realizzare l’amministrazione provinciale e in subordine altri enti che saranno eventualmente individuati. In questo modo i due enti maggiormente indebitati della provincia dovrebbero farsi carico di centinaia di migliaia di euro annui necessari alle spese generali e per le attività del nuovo teatro. Suggerisco – prosegue sul punto Gilberto Floriani – che almeno si cerchi, come ha fatto il Comune di Catanzaro per il Politeama, di coinvolgere la Regione che, pur con tutte le sue difficoltà, ha ancora una capacità di spesa. E nemmeno si dovrebbe cercare di ipotecare il futuro con soluzioni affrettate ora che siamo all’ultimo anno di sindacatura, e lasciare questo onere al nuovo sindaco. Nella sua lettera l’avvocato Limardo rivendica inoltre la capacità che ha avuto la sua amministrazione di portare avanti una politica culturale e cita a dimostrazione di questa affermazione alcuni “successi” conseguiti nei quattro anni precedenti: Vibo Capitale del libro, Orchestra sinfonica, Cev e la candidatura al Premio Strega poesia di un vibonese. A parte la nascita dell’orchestra, che potrà, se adeguatamente sostenuta, dare molto alla città e alla Calabria, ma non è una istituzione comunale, per il resto non vedo dove si sia manifestata questa capacità di una politica culturale. Ho più volte chiarito – precisa – quanto ci abbia messo di suo l’amministrazione comunale nel conseguimento del titolo di Capitale del Libro, ma certamente la sua realizzazione, ad essere molto generosi, può essere definita modestissima e non ha lasciato alcuna traccia o miglioramento d’immagine alla città”. [Continua in basso]
E ancora, “riguardo al Cev l’azione del Comune consiste nella concessione, sostanzialmente a una associazione di piccoli editori locali, di spazi gratuiti in un prestigioso edificio comunale, a testimonianza che la sua è stata un’amministrazione che ha applicato il principio dei due pesi e delle due misure. Sottolineo – specifica Floriani – che non mancano in città luoghi deputati alla presentazione dei libri. Quanto poi al premio Strega, pur augurando ogni successo possibile all’autore candidato, ricordo che di una semplice, libera candidatura si tratta; una proposta dell’”editore” che ha pubblicato il libro, e che allo stesso modo avrebbero potuto essere proposti, se lo si fosse voluto, Pippo Prestia, Bruno Berlingieri, Domenico Nardo e Michele Petullà, solo per citare quelli che mi vengono a mente. Avrei capito se questo libro fosse stato selezionato, come spero. Io ritengo che gli obiettivi del fare cultura a Vibo Valentia siano ben altri, per esempio: un’idea valida per la gestione del teatro che si basi su una discussione allargata; la realizzazione di un vero Parco archeologico capace di attrarre il turismo culturale e scolastico; il sostegno alle istituzioni culturali esistenti (biblioteca e sistema bibliotecario); la effettiva realizzazione di un Polo culturale-museale nella Tonnara di Bivona; un concreto sostegno al festival Leggere&Scrivere per farlo diventare conosciuto e considerato a livello nazionale, come Mantova, Spoleto e Pordenone; la creazione di spazi di creatività in tutti i campi e in tutto il territorio comunale, sull’esempio della bottega dell’artista Antonio La Gamba; poiché si tratta di iniziare un’opera di rigenerazione culturale della città, avviare una autentica valorizzazione dei numerosi lasciti materiali e immateriali del passato, compreso il folklore, facendo leva sulle competenze e i saperi che, pur depauperati, ancora sussistono in città e sul territorio. Infine prendere atto e agire nei confronti dei grandi problemi strutturali della società vibonese: per esempio la ancora diffusa presenza di una mentalità mafiosa, la più grande povertà educativa d’Italia, l’evasione dall’obbligo scolastico, uno dei più bassi livelli di lettura del Paese. Non parlo di sport che con la cultura ha molto a che fare per non allungare troppo il discorso. Quanto realizzato in questi anni, con qualche dignitosa eccezione, mi pare si chiami provincialismo. E ora spero che non mi si spari addosso, ma eventualmente si discuta”.
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