Il Corsivo | Comunali a Vibo: fra centrodestra e centrosinistra le scelte di Luciano ago della bilancia
Ecco chi è padrone del proprio destino politico e chi dovrà invece tentare di portare dalla sua il partito di Azione e sperare in una ricandidatura del sindaco Maria Limardo
Si intensificano le iniziative dei partiti di centrosinistra e di svariate associazioni in previsione del rinnovo del Consiglio comunale della città capoluogo, in programma la prossima primavera. Ultime in ordine di tempo quelle che hanno visto impegnati “Umanesimo Sociale”, associazione presieduta dall’ex primario Mimmo Consoli, e quella promossa da Pd, M5S e Liberamente Progressisti. Entrambe le iniziative, pur affrontando tematiche diverse, hanno avuto un fine sostanzialmente identico: evidenziare le tante carenze di cui soffre il territorio comunale, derivanti dalla inadeguatezza di coloro che gestiscono palazzo Razza e l’Azienda sanitaria provinciale. Per quanto concerne le singole doglianze preferiamo rinviare ai vari resoconti giornalistici, per dedicare qui spazio all’approfondimento di alcuni aspetti squisitamente politici. Il dato che l’area di sinistra vuol fare emergere, per poterlo utilizzare come motivo portante della campagna elettorale, è il seguente: a guidare il Comune e l’Asp sono due figure imposte, sponsorizzate e mantenute in vita – nonostante il risultato del loro agire sia stato fallimentare – dall’on. Giuseppe Mangialavori, leader locale del centrodestra. Sulla scorta di tale presupposto, il centrosinistra mira a coagulare il malcontento dei cittadini per tentare di riconquistare palazzo Razza. Occorre chiedersi se questa linea consentirà al Pd, al M5S, ai Liberamente Progressisti ed ai movimenti associazionisti di centrare l’obiettivo. Noi riteniamo che senza altri fondamentali “elementi aggiuntivi”, di cui diremo in seguito, sarà difficile realizzare l’impresa. A tal proposito non è possibile condividere i facili entusiasmi di chi usa come parametro valutativo l’interesse ed il consenso che stanno ottenendo le iniziative di cui sopra, mettendolo poi a confronto con l’apparente immobilismo della cordata avversaria. Sul punto basti osservare come gli “incontri partecipati” organizzati dal centrosinistra non escludano a priori un possibile analogo interesse da parte dei cittadini nei confronti del centrodestra nel momento in cui deciderà che i tempi saranno maturi per uscire allo scoperto. [CONTINUA IN BASSO]
E’ sbagliato considerare l’apparente immobilismo come un sintomo di debolezza, essendo esso, nel caso specifico, dettato da precise esigenze: Forza Italia, che esprime il sindaco, non può certo avviare tavoli di confronto sull’argomento ad un anno dal voto, sia nel caso di superamento della Limardo – la quale nel rimanente lasso di tempo potrebbe creare diversi problemi al partito ed all’intera coalizione – sia nel caso un cui si mirasse alla sua riconferma, atteso che al momento il suo indice di gradimento ha toccato il minimo storico. Tra le altre cose, il “fermo” del centrodestra vibonese è anche dovuto alla circostanza che, in concomitanza dell’elezione del sindaco di Vibo, si dovrà eleggere anche quello di Reggio Calabria e siccome non è pensabile che il partito di Berlusconi possa esprimere entrambi i candidati a discapito degli altri partiti della coalizione – Fratelli di Italia in particolare – prima di ogni mossa il centrodestra dovrà attendere la definizione di tale vicenda. In ogni caso l’esperienza insegna che le consultazioni comunali non si vincono con le sale piene, ma con le preferenze deposte nelle urne, le quali sono condizionate dai rapporti parentali ed amicali dei candidati presenti nelle varie liste. Sotto questo aspetto, il divario tra centrodestra e centrosinistra è ancora notevole: la cronica incapacità del Pd vibonese di formare liste competitive, lo scarso radicamento dei Liberamente Progressisti non possono essere colmati dal M5S o da quelle sigle vuote dei partiti di estrema sinistra che a Vibo compaiono e scompaiono con sorprendente rapidità. Stando così le cose, le speranze di conquistare palazzo Razza sono in massima parte collegate ai famosi “elementi aggiuntivi”, consistenti in primo luogo nella capacità da parte dell’on. Tucci e dei consiglieri regionali Lo Schiavo e Mammoliti di portare dalla loro parte Stefano Luciano, ed in secondo luogo nello sperare che il centrodestra riproponga l’attuale primo cittadino. Alla luce di quanto detto, appare riduttivo il discorso di chi si limita a sostenere che gli scarsi risultati conseguiti dall’esecutivo abbiano assottigliato il consenso bulgaro ottenuto dal centrodestra alle scorse consultazioni al punto tale da esporlo ad un probabile insuccesso.
A nostro avviso va fatto un discorso più articolato che includa varie sfaccettature, in primo luogo riteniamo che la vera emorragia di consenso non riguarda la coalizione in sé, ma la figura del sindaco Limardo, e questo emerge in modo chiaro in seno al Consiglio comunale dove diversi consiglieri eletti nella lista di Forza Italia oggi siedono nei banchi dell’opposizione, tra le file di formazioni politiche che a livello nazionale gravitano a pieno titolo nel centrodestra, e non hanno mai ceduto alle insistenti sirene del centrosinistra, ragion per cui nel caso si superasse la figura della Limardo rientreranno nei ranghi insieme al loro carico di voti. Nel quadro generale del confronto tra centrosinistra e centrodestra diventano dirimenti, oltre alla figura del candidato a sindaco del centrodestra, le determinazioni che andranno ad assumere Vito Pitaro e Stefano Luciano: il primo, con la sua lista “Città Futura” fa parte dell’attuale maggioranza, ma in quest’ultimo periodo i suoi uomini hanno più volte manifestato i propri mal di pancia nei confronti dell’esecutivo e pertanto occorrerà capire cosa succederà da qui alla prossima primavera. Molto chiara invece la posizione di Luciano, il quale ha più volte puntualizzato che il suo partito (Azione) siederà al tavolo con tutti coloro che lo inviteranno, per poi decidere il da farsi sulla scorta dei programmi e delle persone chiamate a realizzarli. Alla luce di quanto scritto si possono trarre le seguenti conclusioni: 1) le consultazioni comunali a Vibo non si vincono con le sale piene; 2) il centrosinistra non è padrone del proprio destino e per poter giocare una partita senza partire già sconfitto deve: A) riuscire a portare Luciano dalla sua parte, B) sperare nella ricandidatura della Limardo, che favorirebbe da un lato “l’operazione Luciano” – il quale dopo aver trascorso gli ultimi quattro anni della sua vita politica a smontare le frottole raccontate dal sindaco, a denunciare tutti gli obiettivi mancati e i danni arrecati alla città difficilmente potrebbe sostenerla – e dall’altro renderebbe più complicato il recupero di quei consiglieri comunali del centrodestra che oggi sono all’opposizione dell’attuale sindaco; 3) il centrodestra è invece padrone del proprio destino, disponendo di un’arma il cui saggio utilizzo gli consentirebbe, per i motivi di cui al precedente punto, di rimanere alla guida della città.
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